Archeologia industriale a Napoli: il Museo Ferroviario di Pietrarsa

Il solo fatto che la Napoli-Portici sia stata la prima linea ferroviaria inaugurata in Italia (l’inaugurazione risale al 1839) fa capire quanto locomotive e vapore siano state fondamentali per la città partenopea: chi si reca a Napoli, dunque, può ammirare anche un importante museo ferroviario, vale a dire quello di Pietrarsa, più precisamente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, non lontano da San Giorgio a Cremano. Si tratta di una struttura che è stata fatta sorgere nel punto in cui una volta si trovava il Reale Opificio Borbonico di Pietrarsa, uno stabilimento siderurgico secondo le intenzioni del regno, ma già dal 1845 “riconvertito” a fabbrica di locomotive a vapore.

In pratica, si sfruttavano al massimo la componentistica che proveniva dal paese leader di questo settore all’epoca, vale a dire l’Inghilterra, per poi montare e dar vita ai mezzi. L’impianto operava quindi a pieno regime per costruire e riparare anche i carri e i vagoni che erano soliti percorrere la strada ferrata che collegava il capoluogo campano a Capua. Secondo le stime ufficiali, inoltre, ben settecento operai erano impiegati in tale struttura, tanto che il nucleo industriale divenne un modello in quella che non era ancora l’Italia unita. Tra l’altro, molti potenti della Terra la visitarono, tra sovrani e uomini di spicco.

Che cosa avvenne a partire dal 1861, cioè nel momento in cui venne proclamata l’unità d’Italia? Le difficoltà non mancarono di certo, scioperi e licenziamenti furono all’ordine del giorno, senza dimenticare le nuove e disastrose gestioni. Dopo l’inglobamento nelle Ferrovie dello Stato, il 1975 fu l’anno della chiusura definitiva. Il museo in questione è aperto da cinque anni ormai e consente di ammirare diverse esposizioni. In particolare, vi sono sette padiglioni che ospitano le locomotive a vapore, quelle elettriche, quelle a corrente continua, ma anche le carrozze passeggeri, senza dimenticare la preziosa carrozza-salone del treno destinato ai Savoia.