Il boom delle costruzioni ferroviarie in Russia nell’Ottocento

I boom delle costruzioni ferroviarie che coinvolsero la Russia in tre periodi distinti dell’Ottocento, vale a dire il 1856-1861, il 1867-1880 e il 1893-1899, sono stati fondamentali per la storia industriale del vasto paese europeo: in particolare, la fortissima domanda di rotaie, traversine e altre attrezzature fece dominare in lungo e in largo i mercati dei metalli ferrosi. In pratica, tali costruzioni assunsero in quel periodo delle proporzioni mai conosciute prima, uno dei principali fattori della rapida industrializzazione locale. L’incipit può essere rinvenuto negli anni Quaranta del XIX secolo, quando le costruzioni ferroviarie furono caratterizzate in larga misura dalla linea Mosca-San Pietroburgo, uno dei progetti industriali più ambiziosi in assoluto da questo punto di vista.

La domanda di materiali veniva soddisfatta dalle importazioni di ottima qualità e dalle rotaie poco costose che provenivano soprattutto dall’Inghilterra. Il vero e proprio boom, però, si ebbe nel 1851, quando oltre tremila tonnellate di ferro e acciaio furono importati con una cadenza annuale impressionante, almeno fino al 1856. I metalli provenivano dalla Finlandia, i cui prodotti venivano trasporti direttamente via Riga (l’attuale capitale della Lettonia) ed erano destinati alle province del Baltico. Anche l’Ucraina e la Polonia, comunque, contribuirono in maniera determinante in tal senso. Nel quinquennio appena menzionato, inoltre, i programmi relativi alle infrastrutture ferroviarie e la loro implementazione definitiva presero rapidamente piede.

Fu addirittura istituita la Grande Société des Chemins de Fer Russe, un sistema che si estendeva per ben 2.232 chilometri, transitando in città importanti come Varsavia, San Pietroburgo, Vilnius e Pskov. Bisogna sottolineare, poi, come i boom in questione siano stati favoriti essenzialmente dalle imprese estere; nel giro di quattordici anni le costruzioni di ferrovie si intensificarono a tal punto che il mercato del ferro russo mutò profondamente volto. Le stesse massicce importazioni riguardarono anche le locomotive, con una valutazione annua pari a 5,9 milioni di rubli di quel periodo.