Il costante declino dell’industria tessile ghanese

L’industria tessile, vero e proprio vanto del Ghana, visto il primato settoriale, sta vivendo una fase di profondo declino da diversi anni: cosa sta succedendo di preciso nella nazione africana? Il motivo va ricercato soprattutto nelle politiche di liberalizzazione commerciale, come sottolineato da economisti ed esperti del comparto industriale. I programmi in questione, infatti, hanno reso praticamente impossibile allo stato in questione la competitività dei prodotti tessili, dato che bisogna fare i conti da parecchio tempo con le importazioni decisamente più economiche dall’Asia.

L’allarme è stato lanciato dalla Spinnet Textile and Garment Cluster, una associazione che raggruppa le piccole aziende attive nelle manifatture di tale settore e nei mercati dell’export. La richiesta esplicita dell’ente al governo di Accra è quella di rafforzare le misure che sono volte a impedire il contrabbando delle merci pirata, oltre che dei relativi loghi, visto che si sta parlando di due simboli fondamentali per quel che riguarda la qualità tessile del paese. L’assenza di capitale adeguato e gli alti tassi di interesse che vengono imposti dalle banche sono altri due fattori di non poco conto in questo senso. L’industria locale deve quanto prima adeguarsi agli standard internazionali. Le sfide sono numerose, ma la capacità produttiva si è ridotta di ben sessanta punti percentuali, influenzando in modo pesante il livello occupazionale.

Serve anche una task force che sia maggiormente operativa per prevenire qualsiasi fenomeno illegale. L’intervento più importante è atteso, come è normale che sia, dal Ministero del Commercio e dell’Industria, chiamato a rendere più semplice la capacità di costruire piccole e medie imprese in territorio ghanese che siano davvero competitive. D’altronde, finché i fondi a disposizione delle microimprese saranno costosi come avviene oggi per quel che concerne l’accesso, con interessi che variano dal 4 al 10%, i problemi non verranno risolti, ma se non altro c’è l’impegno forte a terminare un declino che sembra inesorabile.