Fluidcity: al via la mostra sui tabacchifici dismessi della Piana del Sele

4250394325_f9ee785790_zLa giornata odierna sarà una delle più intense (la chiusura è prevista per domani) del workshop “Fluidcity”, evento cominciato una settimana fa e che è stato organizzato dall’Ordine degli Architetti di Salerno insieme al comune di Pontecagnano-Faiano. Gli studi e gli incontri si stanno svolgendo tutti presso l’ex tabacchificio Centola, interessante esempio di archeologia industriale. Non è un caso, quindi, che proprio oggi verrà proposta la mostra intitolata “I tabacchifici della Piana del Sele: una rete produttiva dismessa che collega identità separate in un’unica matrice culturale-produttiva”.

Si tratta di un evento curato in ogni dettaglio dall’architetto Maria Rosaria Di Filippo e che beneficia del contributo da parte della Regione Campania. In aggiunta, questa stessa mostra è parte integrante del progetto Tabacchifici Animati, utile per sensibilizzare sul recupero di tutte queste strutture in fase di dismissione. Il territorio in cui sorgono tali strutture, ormai non più utilizzate da diverso tempo, si caratterizza per la forte vocazione agricola, una sorta di posizione strategica e privilegiata rispetto ai centri di maggiore attrazione turistica e balneare. L’idea è stata quella di allestire dei pannelli per mettere a confronto le immagini più moderne e quelle d’epoca dei vari tabacchifici, così da far comprendere ancora meglio quanto siano stati fondamentali per sviluppare e potenziare la produttività locale.

Ora c’è la possibilità di recuperarli e valorizzarli adeguatamente, tramite un opportuno sviluppo sostenibile. Il progetto che si sta pensando di delineare è molto ambizioso e prevede che vi sia un itinerario di stampo turistico e di natura enogastronomica. D’altronde, si sta parlando di un patrimonio archeologico industriale capace di formare un insieme unico dal punto di vista del paesaggio: l’equilibrio ecologico-industriale è incredibile e rappresenta l’evoluzione storica di questa parte della Lombardia, passando dalle masserie alla trasformazione industriale e arrivando fino ai grandi centri manifatturieri dei giorni nostri. La speranza è di sensibilizzare più gente possibile.