Il Gruppo Merloni è pronto a riaprire i propri stabilimenti industriali

Una riapertura storica: può essere definita in questa maniera la novità che riguarda il gruppo industriale Merloni, i cui stabilimenti potrebbero vedere nuovamente la luce, anche se bisognerà attendere il relativo piano industriale e conoscere, di conseguenza, quale futuro sarà riservato ai vari dipendenti delle sedi di Fabriano e di Gaifana, in Umbria. Il blocco di tali impianti è durato almeno quattro mesi, ma ora sembra tutto pronto per ripartire in grande stile. L’attesa più snervante, comunque, riguarda la data del prossimo 8 novembre, quando vi sarà un incontro fondamentale tra il Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati di categoria e la Qs, compagnia che ha ricevuto l’incarico dallo stesso dicastero di Via Veneto di acquisire il gruppo elettrodomestico Antonio Merloni.

La produzione industriale sarà avviata con una certa sicurezza tra due giorni esatti, un inizio di settimana che forse in pochi si attendevano. Tra l’altro, 470 addetti potranno riprendere il loro posto di lavoro, mentre la prima commessa ammonterà a circa ventunomila pezzi complessivi, in modo da rinvigorire in maniera adeguata le linee produttive delle due fabbriche di Santa Maria e del Marangone. Ci sono invece indiscrezioni per quel che concerne il già citato piano industriale? Quest’ultimo sarà illustrato in ogni suo elemento da Giovanni Porcarelli, un ex fornitore della stessa Merloni, ma soprattutto attuale numero uno della Qs; si capiranno dunque i dettagli dell’acquisto del gruppo industriale in questione, il quale beneficia attualmente dell’amministrazione straordinaria, con un piano di investimenti da quarantacinque milioni di euro e la riassunzione e ricollocazione lavorativa di oltre duemila lavoratori.

I sindacati non hanno voluto ancora rilasciare dei commenti a tal proposito, ma si mantengono cauti e attendisti; qualche problema potrebbe sorgere in merito alla mancata riassunzione di alcuni dipendenti, ma anche per quel che concerne la tutela da offrire ad essi, senza dimenticare la possibile riconversione del territorio verso altri prodotti industriali.