Tutto pronto a Gorizia per il polo industriale aeronautico

La città di Gorizia è pronta a conoscere in ogni aspetto e dettaglio il proprio polo industriale dedicato al settore aeronautico: il progetto in questione ha subito dei rallentamenti evidenti negli ultimi mesi, ma ora sembra che l’aeroporto Duca d’Aosta possa beneficiare della tanto annunciata valorizzazione di questa sede produttiva. In che modo si intende valorizzare da questo punto di vista?

Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che si procederà con più speditezza alla bonifica dall’amianto nell’area industriale in cui dovrà nascere questo stabilimento, il quale è stato annunciato come in grado di fornire occupazione a 250 persone e che farà capo alla società balcanica Pipistrel. È proprio qui, poi, che in futuro si costruiranno gli aerei più tecnologici che il comparto possa conoscere. Il primo passo da compiere sarà rappresentato dall’insediamento iniziale del polo in questione, anche perché le intenzioni sono piuttosto ambiziose e si punta a dimensioni e prospettive commerciali finora mai sperimentate. Ma il fatto che la Pipistrel opererà qui la dice lunga su cosa ci dobbiamo attendere, visto che si sta parlando della compagnia più importante al mondo per quel che concerne i vettori ultraleggeri e da turismo. La produzione vera e propria verrà avviata solamente nel 2013, mentre il 2018 è l’anno in cui si spera di ottenere il pieno regime.

Sono già stati resi noti anche i target relativi alla fabbricazione dei cosiddetti “Panthera”, con duecento esemplari ogni anno e velocità fino a quattrocento chilometri l’ora. Come ha spiegato Adriano Ceccherini, project manager dell’azienda slovena, la settimana che comincia domani sarà dedicata alla bonifica ambientale già ricordata in precedenza, senza dimenticare i vari residuati bellici che devono essere anch’essi bonificati. La zona scelta si trova proprio a metà tra il territorio che appartiene al comune di Gorizia e quello di Savogna (provincia di Udine), con la possibilità di ampliare in futuro la produzione a un’altra azienda, la Famà.