Il Regno Unito torna a scommettere sul manifatturiero

industria auto

La crisi economica che stanno attraversando tutti i paesi europei, Italia compresa, da molti mesi a questa parte, ha costretto alcune nazioni a rivedere le aree e i settori di punta della propria economia e riconsiderarli sulla base di logiche nuove. A questo proposito, ad esempio, risulta piuttosto emblematico il caso del Regno Unito, in cui sempre di più si verifica un ritorno al manifatturiero. 

L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona scende a 51 punti nel mese di settembre 2013

Per molti anni, infatti, come è noto, l’economia dell’Inghilterra si è affidata alla redditività dei settori finanziari, facendo della City la punta di diamante della propria economia nazionale. Ma negli ultimi tempi, la crisi economica e finanziaria ha costretto anche gli inglesi a tornare sui propri passi, ricominciando a investire anche nella grande industria al fine di dar vita a produzioni nazionali svincolate dalla dipendenza delle aziende estere.

L’industria manifatturiera americana è in crescita

A Liverpool, ad esempio, sono stati inaugurati di recente i primi traghetti completamente prodotti nel Regno Unito e la produzione annua del paese cresce ora di circa un 1,2% annuo. Anche Londra, dunque, è tornata a puntare sul settore manifatturiero per rimettere in moto l’economia e accrescere il PIL. IL Prodotto Interno Lordo della Gran Bretagna è infatti attualmente in crescita dell’1,5% e la disoccupazione appare in calo del 7,7%.

La “ricetta” di misure e investimenti attuati nel Paese – che potrebbe essere presa in considerazione anche da altre nazioni europee – per ottenere questi risultati è stata basata su:

  • il sostegno della Banca d’Inghilterra in materia di liquidità
  • la presenza di grandi investimenti per la crescita
  • un programma di tagli alla spesa pubblica, attraverso l’applicazione di una spending review selettiva
  • la promozione dell’innovazione e delle attività di ricerca e sviluppo.