Le macchine industriali per la macinazione

Quando si vuole parlare di macinazione associata all’aggettivo “industriale”, si intendono l’operazione o l’insieme di operazioni che ha lo scopo di ridurre le dimensioni di determinate sostanze solide. La macinazione può infatti essere eseguita a secco oppure mediante un apposito veicolo fluido: in questo secondo caso, viene sfruttata in particolare l’acqua, mentre gli altri liquidi, come ad esempio gli oli, vengono impiegati nella preparazione delle pitture. La macinazione a secco, poi, richiede che il materiale sia asciutto in maniera perfetta per evitare che si agglomeri. A seconda del risultato che si vuole ottenere e in rapporto alla natura e alle dimensioni del materiale di partenza, l’operazione a cui si sta facendo riferimento può essere realizzata con una o più macchine e, spesso, con il concorso di alcuni apparecchi classificatori.

Le macchine che sono adatte allo scopo si possono suddividere in varie tipologie. Anzitutto, vi sono i frantoi, i quali servono a ridurre in pezzi di vari millimetri un materiale di pezzatura più grossa; questi a loro volta si suddividono in frantoi a mascelle, frantoi rotativi e frantoi a dischi. I granulatori, al contrario, sono dei frantoi per dar vita a delle macinazioni più accurate e che danno dei pezzi di cinque-dieci millimetri.

Poi, ci sono ovviamente i molini, i quali hanno il compito di ridurre ulteriormente le dimensioni del materiale che proviene dai frantoi: fra questi possono essere classificati le cilindraie o cilindri trituratori, i pestelli, i molini a pale, a urto e a cilindri, le molazze e altri tipi di macine. Si hanno anche macine lavoranti per pressione, le quali si identificano con le cilindraie e i pestelli, ma non bisogna dimenticare nemmeno quelle che lavorano per pressione e rescissione, come ad esempio le stesse molazze. Se si vuole infine ottenere una notevole finezza di macinazione, si sfruttano i supermolini, detti anche molini colloidogeni o colloidali, i quali girano ad elevate velocità.