Industria nautica: la costruzione dei popper

L’industria nautica mette a disposizione dei prodotti sempre piuttosto innovativi per quel che concerne il mondo della pesca. Uno di essi è senza dubbio il cosiddetto “popper”, vale a dire uno dei tanti prodotti artificiali che sono manovrabili a galla, una delle esche più sfruttate dai pescatori di tutto il mondo, sia a livello sportivo che amatoriale. Il termine, abbastanza bizzarro in verità, sta a indicare il rumore che di solito viene prodotto dalla plastica nel momento in cui si utilizza la canna, ma quali sono le caratteristiche costruttive di tale strumento?

Anzitutto, c’è da dire che le prime realizzazioni storiche del popper beneficiavano quasi esclusivamente del legno, non del tutto scomparso nemmeno ai giorni nostri. Con il passare degli anni e con il progredire della tecnologia, si sono poi preferite le resine poliuretaniche e anche la plastica: queste ultime hanno il vantaggio di alloggiare in maniera comoda tutte le sfrette interne, ottimizzando allo stesso tempo il lancio. I popper, inoltre, non sono dotati di nessun sistema di bilanciamento al loro interno. Più precisamente, vi sono delle sfere che sono realizzate in metallo e che sono usate con la funzione di richiamo più che per lo spostamento magnetico dei pesi.

Il popper è dunque inquadrabile all’interno della vastissima categoria degli artificiali di superficie, quelle che sono identificate come esche “top water”, ed è proprio la loro produzione industriale a renderle molto gettonate. Le principali aziende che sono attive da questo punto di vista cercano di far leva soprattutto sull’incavo, la vera e propria bocca dell’esca: si tratta di una concavità che durante le manovre di recupero è in grado di produrre schizzi e rumori nell’acqua che attirano molti predatori, di conseguenza è necessario collocare l’occhiello per l’aggancio al centro dell’incavo. Infine, non è nemmeno necessaria la paletta, una caratteristica costruttiva che permette di aumentare la distanza del lancio.