Mal’aria Industriale 2012: il caso della Sicilia

Un rapporto davvero interessante e preoccupante allo stesso tempo: è questa la sintesi che si può fare di “Mal’aria Industriale 2012”, il rapporto di Legambiente che è stato presentato ieri a Priolo Gargallo (provincia di Siracusa) in merito all’inquinamento atmosferico provocato dalle industrie. In Sicilia, infatti, sono state registrate emissioni molto pericolose e i monitoraggi e i controlli risultano essere troppo lenti. Quali siti sono stati messi al centro di tale dossier? L’isola meridionale è ai primi posti della classifica di emissioni inquinanti, dannose per la salute: purtroppo, però, molti stabilimenti petrolchimici e termoelettrici sono ancora intoccabili.

La Regione dovrebbe dotarsi di un piano di tutela dell’aria, oltre che di altre misure utili per migliorarne la qualità. Un chiaro esempio da prendere a riferimento in questo caso è quello dell’impianto industriale per la lavorazione del cloro e della soda che si trovava proprio a Priolo Gargallo fino a sette anni fa. In aggiunta, vi sono altre vicende che fanno discutere e riflettere, in primis quella relativa all’Eternit di Siracusa, oltre alle nascite di bambini malformati nelle aree che sono maggiormente a rischio. Tra l’altro, sia l’impianto petrolchimico di Gela e la Versalis di Priolo vantano la stessa lacuna, vale a dire quella del possesso di una adeguata Autorizzazione Integrata Ambientale, utile proprio per migliorare i controlli.

A Gela, comunque, si attendono i provvedimenti definitivi in relazione ai lavori della commissione Aia. Un altro problema riscontrato in Sicilia è sicuramente quello della istituzione delle aree industriali in prossimità o all’interno dei porti. Di conseguenza, le navi che transitano in questi scali sono delle vere e proprie centrali industriali, in grado di aumentare a dismisura l’inquinamento, tanto che l’Unione Europea ha deciso di limitare l’uso di combustibili che contengono zolfo. Molto c’è da fare anche in questo ambito, come pure in merito agli impatti che possono avere emissioni simili nel caso di ambienti di vita e di residenza.