Manfredonia: archiviata l’infrazione per i progetti industriali

I progetti di industrializzazione che hanno coinvolto la città di Manfredonia (provincia di Foggia) hanno attirato da diverso tempo l’attenzione della Commissione Europea: proprio nelle ultime ore si è giunti all’archiviazione dell’infrazione nei confronti dell’Italia, visto che questa faccenda ha a che fare con la tutela di patrimoni naturali molto importanti, come i valloni e le steppe pedegarganiche. Robert Adam, il quale guida il Dipartimento per le Politiche Europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha comunicato il tutto a Angelo Riccardi, primo cittadino del comune pugliese, specificando come la chiusura dell’indagine rappresenti l’ultima pagina di dieci anni piuttosto intensi, caratterizzati comunque dall’impegno degli enti locali nel risolvere in maniera adeguata tale controversia.

Volendo essere ancora più precisi, tutto è nato nel lontano 1996: sedici anni fa, infatti, la Regione Puglia decise di stilare la lista dei siti che avrebbero poi formato la rete denominata Natura 2000. L’attenzione rivolta a tale progetto non è stata molto elevata, anzi molte misure che l’hanno corredata sono addirittura passate inosservate, vista la scarsa conoscenza dei cosiddetti Siti di Importanza Comunitaria (l’acronimo scelto è stato quello di Sic) e delle Zone a Protezione Speciale. Per l’appunto, i già citati valloni e steppe sono ricomprese nei limiti territoriali appena descritti, con un Piano per gli Insediamenti Produttivi a poca distanza e destinato soprattutto all’artigianato.

Questa area industriale è stata poi notevolmente ampliata, con numerose iniziative che hanno poi fatto scoppiare il caso: nel 2001 la Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) ha fatto ricorso a Bruxelles per il degrado ambientale e degli habitat causato da queste stesse attività, un rischio molto alto per le specie animali qui presenti. Cinque anni dopo, poi, Regione Puglia e Comune di Manfredonia sono riusciti a individuare nuovi obiettivi operativi, adottando, tra le altre cose, una destinazione a pascolo di ben quattrocento ettari dell’Oasi Lago Salso, zona umida che presenta un altissimo valore naturalistico.