Refrigerazione industriale: il processo Claude

Il processo Claude è un procedimento industriale che prevede come risultato finale la refrigerazione di un determinato gas: volendo essere ancora più precisi, c’è da sottolineare come si tratti del processo che consente di preparare l’ammoniaca attraverso la sintesi di una miscela gassosa che è costituita essenzialmente da idrogeno e azoto in opportune proporzioni. L’utilizzo tipico è quello relativo alla liquefazione dell’aria, di conseguenza la produzione dello stesso azoto e dell’ossigeno diventa determinante da questo punto di vista. La sua nascita può essere fatta risalire al 1902, vale a dire all’anno in cui esso fu inventato dal fisico e imprenditore francese Georges Claude. Tra l’altro, si sta anche parlando di un’alternativa molto valida al cosiddetto processo Linde.

In che cosa consiste esattamente? Anzitutto, bisogna ricordare che la sua introduzione vera e propria avvenne in Francia intorno al 1924. Gli elementi peculiari sono diversi: ad esempio, si possono citare la pressione di reazione compresa tra novecento e mille atmosfere, la temperatura di reazione compresa tra 600 e 650 gradi, l’utilizzo di un catalizzatore e del ferro attivato, senza dimenticare la specifica percentuale che deve caratterizzare il processo in volume di ammoniaca all’uscita della camera di catalisi, ovvero il 25%. Il processo Claude, a differenza degli altri che funzionano a basse e medie pressioni, ha il vantaggio di fornire ammoniaca allo stato liquido e di prestarsi molto bene per quelli impianti che hanno delle dimensioni relativamente piccole.

Le dimensioni limitate, infatti, e la maggiore concentrazione in ammoniaca, la conseguenza più immediata della pressione maggiore, rendono però difficile ottenere delle temperature di reazione più basse rispetto a quelle che sono necessarie per gli altri processi. In aggiunta, non bisogna dimenticare che le alternative al processo Claude richiedono spesso l’impiego di costosi e speciali acciai. La sorgente di idrogeno non è altro che il gas di cokeria, il quale contiene dal 48 al 55% di idrogeno.