La nascita dei quartieri industriali

Quelli che possono essere definiti come “quartieri industriali” non nascono, contrariamente a quanto si pensa, in concomitanza con la Rivoluzione Industriale.

Bisognerà infatti attendere gli ultimi anni dell’800 per poter parlare di zone omogenee e di nuclei veri e propri, un fenomeno che comincerà a interessare soprattutto l’Inghilterra e tutto il Regno Unito. L’iniziativa fu presa da alcune municipalità, in modo da creare una sorta di continuum tra la fabbrica e l’abitazione dell’operaio, come si legge e immagina chiaramente nei romanzi di Charles Dickens. Prima di questo momento, le fabbriche non facevano parte del tessuto urbano più importante, ma si trovavano dislocate su altre strade e principalmente in prossimità dei corsi d’acqua, in modo da sfruttare questa risorsa e la sua energia.

Il sistema industriale del gas illuminante

Al giorno d’oggi ci sembra quasi impossibile immaginare una città, soprattutto una metropoli, senza illuminazione.

Eppure, fino a non molto tempo fa la situazione era proprio questa: il primo vero servizio che riuscì a inserirsi con successo nei vari quartieri fu il gas destinato proprio a questo scopo. Il gas illuminante, questa è la denominazione ufficiale, non era altro che uno dei principali distillati del carbone e venne utilizzato per la prima volta a Londra (non è un caso, visto che stiamo parlando della capitale del paese precursore della Rivoluzione Industriale). Il risultato fu davvero importante e la trasformazione altrettanto strategica, visto che il gas in questione riusciva ad alimentare i lampioni stradali e si diffuse rapidamente anche a Parigi (1818 e 1819 per la precisione).

Rivoluzione industriale: il ruolo del progresso tecnologico

Tra i fattori originali che sono alla base della Rivoluzione Industriale, quello che viene rappresentato dai progressi dal punto di vista tecnologico ha destato la maggiore attenzione tra gli studiosi e gli storici.

In effetti, secondo alcuni di essi, la creazione di una economia industriale moderna e ben sviluppata deve essere considerata come una vera e propria funzione del progresso tecnico e delle sue applicazioni dal punto di vista pratico: questa convinzione deriva dal fatto che soltanto alcune innovazioni tecnologiche riuscirono a rendere possibile il graduale rovesciamento dei secolari rapporti di squilibrio che esistevano fino ad allora tra la popolazione e le risorse a disposizione, i quali erano destinati in maniera inesorabile a bloccare qualsiasi tipo di evoluzione.

Rivoluzione industriale: la nascita del puddellaggio

Il termine puddellaggio deriva direttamente dal verbo inglese “to puddle”, il cui primo significato è quello di “rimescolare”.

Oggi conosciamo tutti questa definizione come uno dei principali trattamenti del settore siderurgico, quando si provvede a ossigenare elementi come il silicio, il carbonio e la manganese: il passaggio successivo, invece, prevede proprio il rimescolamento della ghisa nei forni, un processo che consente al metallo stesso di divenire maggiormente malleabile. Ma il puddellaggio rappresenta soprattutto uno dei momenti salienti della Rivoluzione Industriale.

La rivoluzione industriale

Rivoluzione industriale.

Con questa espressione si intende il processo di evoluzione economica che trasforma un sistema agricolo, artigianale e commerciale in un sistema industriale moderno. Questo sistema si avvale dell’utilizzo di macchine azionate da energia meccanica e dall’utilizzo di nuove fonti energetiche.

Ci sono due rivoluzioni industriali. La prima abbraccia un arco temporale che va dal 1760-1780 al 1830, è legata per lo più al settore tessile-metallurgico ed è caratterizzato dall’introduzione nel lavoro della spoletta volante e della macchina a vapore.

economia industriale

L’economia industriale

L’oggetto di studio dell’economia industriale è il funzionamento dei mercati e dei settori industriali e in maniera particolare il modo in cui le imprese competono fra loro.

Questa disciplina si è sviluppata nella prima metà del XX secolo, ma è stata riconosciuta facente parte delle scienze economiche solo a partire dal 1941.

L’economia industriale, inoltre, si occupa dello studio della microeconomia e in particolar modo tutto ciò che riguarda la teoria dell’impresa, che si rinnova in continuazione per far fronte alle nuove esigenze produttive.

L’archeologia industriale

Il metodo interdisciplinare che studia le testimonianze materiali e immateriali prende il nome di archeologia industriale.

Queste testimonianze derivano dai processi industriali che le hanno originate o vengono create appositamente per sviluppare e rafforzare le basi della conoscenza del mondo industriale. L’archeologia industriale può arrivare a queste conoscenze grazie ai luoghi del processo di produzione nella sua interezza.