La vulnerabilità sismica degli edifici industriali

La casa editrice Legislazione Tecnica ha deciso di pubblicare un volume molto interessante: si tratta di “Vulnerabilità sismica degli edifici industriali”, un libro che tratta un argomento che sarebbe meglio approfondire in maniera costante. Tra l’altro, questa pubblicazione è quanto mai utile per quel che riguarda il nostro paese, visto che il sisma in Emilia-Romagna e quello che ha coinvolto il Pollino in Calabria sono ben vivi nelle nostre menti. L’intento dell’autore, l’architetto Marco Boscolo Bielo, è stato quello di illustrare e analizzare nel dettaglio quali sono le principali problematiche di un caso reale: nello specifico, si è fatto riferimento a un fabbricato da usare per una destinazione produttiva, realizzato dopo l’anno 2000 e ubicato in un sito che poi è entrato a far parte di una zona 3 (sismicità bassa, quella che nel nostro paese ricomprende circa 1.500 comuni).

Di conseguenza, l’analisi in questione potrà ritornare di grandissima utilità per quel che concerne le prevenzioni future, in modo da non commettere gli errori più tipici. I fabbricati e gli edifici industriali italiani sono purtroppo caratterizzati da tanti problemi e difetti di costruzione, soprattutto quelle strutture prefabbricate che hanno visto la luce grazie all’impiego del calcestruzzo armato o di quello precompresso. Non si tratta certo di difetti di poco conto, anche perché dipendono essenzialmente dalla scarsa volontà di porre in essere una progettazione industriale che sia davvero consapevole.

Tra l’altro, in Italia bisogna finalmente rendersi conto del fatto che gli eventi sismici sono sempre possibili, anche se la storia racconta di precedenti molto lontani nel tempo. Finora, poi, moltissime costruzioni sono riuscite a scampare all’analisi accurata e dettagliata delle criticità relative ai momenti successivi al terremoto. Tale testo è quindi opportuno; la speranza è che anche le regioni non colpite dal sisma aprano gli occhi e si adeguino alla normativa, senza attendere di intervenire soltanto dopo che il disastro si è consumato.