Scoperti a Manchester i resti di edifici della Rivoluzione Industriale

Le cantine di alcune case a schiera degli anni Trenta dell’800 e quello che è rimasto dell’Albert Club: è questo ciò che è emerso dagli scavi di alcuni archeologici del National Graphene Institute dell’Università di Manchester. Entrando maggiormente nello specifico, si tratta di una vera e propria finestra che affaccia sulla vita nella città britannica quasi due secoli fa, utile per capire come l’istituto in questione, protagonista della nuova rivoluzione di Manchester, sia stato costruito sulle fondamenta della Rivoluzione Industriale del XIX secolo.

I resti in questione si riferiscono a una associazione che venne fondata dalla classe media di Manchester, in particolare cittadini tedeschi che erano coinvolti nel commercio del cotone. Tra l’altro, anche il celebre economista e filosofo Friedrich Engels ne divenne un membro a partire dal 1842. È proprio in quel periodo che il cofondatore del materialismo maturò le proprie convinzioni sulle condizioni disagevoli degli operai britannici, tanto da ispirargli una pubblicazione famosissima, “The condition of the working class in England”. Si tratta pertanto di un luogo simbolico per quel che concerne la Rivoluzione Industriale in salsa britannica. Questo club fu di proprietà anche dell’architetto Jeptha Pacey.

Con le ristrutturazioni e gli interventi successivi non è rimasto molto dell’impianto originale, nonostante qualche frammento racconti molto della sua storia. Il sito di cui si sta parlando copre l’area dove Lawson Street è solita scorrere (ci troviamo nella parte settentrionale di Manchester a voler essere proprio precisi), nel luogo in cui un tempo sorgevano le case delle Ebenezer Plat Terraces. Il destino ha voluto che qui sia stato edificato proprio il National Graphene Institute, il centro di ricerca del Regno Unito per quel che riguarda il grafene, uno dei materiali più resistenti e conduttori: per l’industria locale si tratta di una occasione unica per scoprire nuove applicazioni, una delle tanti rivoluzioni industriali del XXI secolo.