Industria veneta in profondo calo

Nel corso del secondo trimestre dell’anno il fatturato industriale del Veneto ha registrato una flessione del 5,1 per cento rispetto a quanto conseguito nello stesso periodo dell’anno precedente. A rivelarlo è un recentissimo studio condotto da Officina Veneto dal quale emerge come la situazione si riveli “meno difficile” solamente per le imprese di Venezia (-2,4 per cento) e Belluno (-3,4 per cento) che nel calo generalizzato hanno una miglior tenuta, di gran lunga inferiore alla media della regione.

A parlare dell’andamento (deludente) assunto dalla manifattura della Marca & co. è il giornale online L’Indipendenza, secondo cui il settore avrebbe generato un calo di oltre sei punti percentuali rispetto al 2011. Il decremento medio è similare a Padova, che fa segnare un passo indietro del 5,9 per cento, mentre rimane molto problematica la situazione delle piccole e medie imprese, che rispetto alle grandi corporate fanno registrare una performance peggiore della media, con un crollo del fatturato di quasi 8 punti percentuali.

Complessivamente, prosegue il magazine, “il fatturato del settore industriale segue l’andamento della produzione, evidenziando un calo progressivo da giugno del 2011. «La situazione risulta essere preoccupante» si legge nello studio «per le imprese venete che non riescono a risollevare il proprio fatturato provocando uno stallo economico sperimentato solo quattro anni fa in occasione della forte crisi del biennio 2007-2008». In maggiori difficoltà restano le micro e piccole imprese (fino 9 addetti) che, dopo un periodo incerto all’inizio del 2011, vedono un calo più deciso del fatturato da settembre dell’anno scorso che raggiunge il suo massimo proprio nel secondo trimestre del 2012. Si cercano soluzioni per evitare ulteriori impatti occupazionali. E un esempio arriva dal Casinò di Campione d’Italia. Grazie all’apporto della società Considi di Grisignano di Zocco e all’utilizzo di un progetto di Toyota Production System applicato a servizi per abbattere gli sprechi, ottenere spending review e migliorare i processi di lavoro, sono stati evitati 210 licenziamenti” (in proposito, si noti come tra le soluzioni proposte vi siano degli accordi industriali molto importanti, come quello recente, con la Basilicata).

Secondo Gianni Dal Pozzo, amministratore delegato del Considi, “alla base dell’operazione c’è uno studio analitico, realizzato per rilevare le inefficienze gestionali e di impiego, accompagnato ad un piano di miglioramento organizzativo capace di contenere gli esuberi e di superare le criticità (…) Calcolata attraverso dati alla mano l’inefficienza della casa da gioco e i potenziali esuberi, con l’intenzione di contenere i licenziamenti, è iniziata la trattativa con i sindacati, che si è risolta con esito positivo, preservando dunque gli interessi della casa da gioco e degli stessi dipendenti”.