L’ancoraggio chimico per calcestruzzo

L’ancoraggio chimico per calcestruzzo è uno dei sistemi per quel che riguarda le applicazioni con ferri di ripresa. I campi specifici in questo caso sono davvero molti, come ad esempio le connessioni di muri e travi, le chiusure di aperture temporanee realizzate sempre in calcestruzzo, le connessioni di tipo verticale di pilastri e colonne, le connessioni a pareti e diaframmi e le riprese di getto. Anzitutto, bisogna capire di preciso qual è il materiale più idoneo da sfruttare. Ovviamente, il calcestruzzo rappresenta il materiale “base”, mentre quello vero e proprio è una resina ibrida, composta in larga misura da uretano metacrilato con cemento, ad altissima prestazione.

Un ancoraggio di questo tipo consente di ottenere risultati di un certo tipo. In primis, il vantaggio principale consiste nella protezione dei ferri di ripresa, grazie in particolare alla formulazione ibrida e alla capacità di passivazione. Inoltre, si beneficia anche del certificato Eta (European Technic Agreement), con tanto di conformità al Rapporto Tecnico Eota TR029. Le prestazioni sono indubbiamente di elevato livello, ma bisogna anche ricordare il fatto che l’ancoraggio in questione è più che adatto anche nei fori in calcestruzzo umido. Tra l’altro, la scelta può ricadere su tale sistema anche grazie alla semplicità e affidabilità per quel che riguarda la posa in ogni situazione con un sistema completo per l’installazione.

Si potrebbe però pensare a qualche inconveniente relativo alle basse temperature, invece anche in presenza di queste ultime (fino a cinque gradi sotto lo zero) l’indurimento risulta essere molto rapido, un pregio di non poco conto. La resistenza al fuoco viene garantita dalla particolare composizione della resina citata in precedenza: in più, non risulta esserci alcun tipo di odore e mancano del tutto i elasticizzanti e le stirene. Il tipico utilizzo contempla un intervallo di temperatura compreso tra i 24 e i 40 gradi, in fori asciutti o bagnati in calcestruzzo.