Archeologia industriale: l’ex stabilimento Florio rischia la chiusura

Il turismo trapanese si basa soprattutto sulle sue spiagge e le acque cristalline. Le attrazioni storiche e culturali includono, però, anche un interessante esempio di archeologia industriale, ovvero l’ex stabilimento Florio di Favignana: è qui che l’industria locale si è sviluppata in misura maggiore in passato, senza dimenticare che l’architettura presenta elementi di estremo interesse. In particolare, si sta parlando di ben 32mila metri quadrati, una estensione di tutto rilievo. Questo ex impianto industriale si trova, come si è intuito facilmente, nell’isola di Favignana, la quale fa parte dell’arcipelago delle Egadi.

Il vero peccato è che questo sito non possa essere visitato e fruito come meriterebbe. In effetti, l’apertura è a rischio a causa delle ciminiere e dell’assenza di un adeguato impianto antincendio. Non è un caso che Legambiente Egadi abbia lanciato un allarme a tal proposito. Secondo l’associazione, questo magnifico esempio di archeologia industriale, oltre che simbolo della sacralità del lavoro, rischia di non aprire più le sue porte. In pratica, il Comune non ha stanziato i 140mila euro necessari, denaro che sarebbe servito per mettere in sicurezza lo stabilimento stesso e per installare un nuovo impianto antincendio. Di conseguenza, il flusso di turisti si sta già ridimensionando, mentre invece questo complesso industriale dal sapore tipicamente ottocentesco ha rappresentano a lungo una meta obbligata per chiunque si trovasse da queste parti.

Tra l’altro, una chiusura significherebbe un brutto colpo per le cooperative giovanili che gestiscono l’accoglienza e le visite guidate, in particolare nei mesi estivi. La richiesta di Legambiente è quella di un interessamento da parte dell’Assessorato alla Cultura della Regione Sicilia, il quale è guidato dal celebre fisico Antonio Zichichi. In aggiunta, sarà necessario finanziare questa urgenza per rimettere in sesto le normali condizioni di sicurezza. Questo tesoro non va perso in maniera graduale come sta avvenendo ora, la possibilità di evitare la chiusura esiste e va sfruttata.