Archeologia industriale: la guida ai siti della Toscana

La “Guida all’archeologia industriale della Toscana” è un volume davvero utile per chi volesse conoscere nel dettaglio il patrimonio lasciato dalle industrie nazionali nella regione del nostro paese: si tratta di un’opera di un certo rilievo, soprattutto perché è stata composta da Giuseppe Guanci, senza dubbio uno dei principali conoscitori dell’archeologia industriale italiana, nonché segretario dell’Aipai (Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale). Il libro in questione rappresenta un fondamentale vademecum per tutti coloro che volessero conoscere o avvicinarsi al territorio toscano e approfondirne la sua memoria storica e industriale. Il turismo archeologico di questo tipo sta sempre più prendendo piede, quindi una pubblicazione simile non può che risultare utile.

In essa, si parla diffusamente di strutture di cui magari si è persa la conoscenza, come ad esempio la vetreria Northon Marconi che si trova a Siena, ma anche la fornace Bagiardi che caratterizza il territorio di San Giovanni Valdarno e anche le miniere del piccolo comune di Gavorrano, in provincia di Grosseto. Il fascino esercitato da questi luoghi è unico, come pure, purtroppo, anche il degrado e la trascuratezza che sono ben visibili da molti particolari. I siti che Guanci ha preso in esame sono ben 150, senza dimenticare le varie strutture che sono diventati dei veri e propri musei, con una suddivisione a seconda della provincia di appartenenza, una fotografia unica e completa per tutte le persone interessate, sia i curiosi alle prese per la prima volta con questi luoghi, sia gli appassionati e gli addetti ai lavori.

La guida, inoltre, è intrisa di altre divulgazioni importanti, come quella architettonica e quella relativa alla storia economica, visto che è sempre stimolante conoscere l’evoluzione delle fabbriche prima di diventare un patrimonio archeologico industriale. Altri spunti di rilievo sono quelli delle città di Lucca (qui sono presenti molte cartiere) e di Pistoia (la montagna è costellata di vecchie ferriere).