Campania: la Regione approva la legge sui suoli industriali dismessi

Il via libera è arrivato anche dal Consiglio Regionale della Campania: diventa sempre più una realtà concreta la proposta di legge che prevede un importante recupero dei suoli industriali dismessi da tempo e che era stata avanzata da due consiglieri del Pd e dell’Udc per quel che riguarda il territorio della regione meridionale. Tutti i voti espressi sono risultati favorevoli, segno che si vuol fare un bel passo in avanti da questo punto di vista. Che cosa prevede nello specifico questo testo normativo? Anzitutto, la proroga temporale che è prevista per il cosiddetto “piano casa” non sarà più di soli sei mesi, ma di ben diciotto, un aumento da più parti richiesto.

L’intento specifico della legge in questione, comunque, rimane quello di recuperare le aree industriali che sono presenti in questa zona e che si trovano in una situazione cronica di dismissione da troppo tempo. Gli strumenti a disposizione per conseguire un obiettivo tanto ambizioso sono diversi, in primis i vari meccanismi che servono per riutilizzare le aree stesse ed evitare a tutti i costi che vi siano delle speculazioni sulle cessioni di immobili e suoli. In aggiunta, non bisogna dimenticare che con tale voto ogni azienda che sarà protagonista dell’occupazione di suoli acquisiti mediante delle procedure di espropriazione e che intende porre fine alla propria attività, dovrà prima ottenere il via libera dall’Area di Sviluppo Industriale (Asi) che è territorialmente competente.

La fase successiva sarà poi quella di vendere l’immobile a un terzo. Ovviamente, la cessione deve essere corredata anche da una iniziativa imprenditoriale nuova di zecca, come previsto dalla tempistica del piano industriale. I nuovi acquirenti dovranno velocizzare al massimo il tempo necessario per riconvertire ad altri usi l’area industriale dismessa, altrimenti il suolo ritornerà disponibile per l’Asi, incaricata di ricominciare tutta la procedura dall’inizio e di assegnare l’attività a nuove aziende per l’utilizzo alternativo.