La comparsa dei primi stabilimenti industriali

Durante la specializzazione che ha contraddistinto le città dell’Ottocento brilla sicuramente un elemento che è ben legato alle attività produttive.

Si tratta dell’industria, la quale riesce a imporsi in modo dirompente come nuovo protagonista del secolo: in effetti, essa riesce ad attirare su di sé gli interessi principali, ma anche i motivi più polemici. Gli stabilimenti, di conseguenza, si evolvono continuamente, alla ricerca costante di forme consone e adatte alle necessità imposte dalla tecnologia. È per questo specifico motivo che si affermano degli spazi continui e delle campate più ampie, utilizzando, in particolare, travi e pilastri in ferro: questi ultimi, comunque, erano già stati impiegati con successo in territorio britannico a partire dalla fine del ‘700.

Il sistema industriale del gas illuminante

Al giorno d’oggi ci sembra quasi impossibile immaginare una città, soprattutto una metropoli, senza illuminazione.

Eppure, fino a non molto tempo fa la situazione era proprio questa: il primo vero servizio che riuscì a inserirsi con successo nei vari quartieri fu il gas destinato proprio a questo scopo. Il gas illuminante, questa è la denominazione ufficiale, non era altro che uno dei principali distillati del carbone e venne utilizzato per la prima volta a Londra (non è un caso, visto che stiamo parlando della capitale del paese precursore della Rivoluzione Industriale). Il risultato fu davvero importante e la trasformazione altrettanto strategica, visto che il gas in questione riusciva ad alimentare i lampioni stradali e si diffuse rapidamente anche a Parigi (1818 e 1819 per la precisione).

Archelogia industriale: nuovi restauri per il Lanificio Conte

L’ex Lanificio Conte di Vicenza rappresenta un esempio tangibile di cosa può essere l’archeologia industriale in tutto il suo splendore.

L’edificio in questione, infatti, risale addirittura al diciottesimo secolo e ha costellato il lungo periodo in cui il settore tessile ha dominato nella città veneta: una parte della struttura viene già sfruttata per allestire mostre d’arte e vari convegni tematici, ma i nuovi investimenti che stanno per essere perfezionati potrebbero allungare gli orizzonti e gli utilizzi finali. In effetti, si parla di ben 2,4 milioni di euro, denaro che verrà utilizzato per il restauro del lanificio e per ottenere nuovi ambienti polifunzionali. In Italia i lavori di questo tipo vanno sempre per le lunghe, ma in questo caso è stato assicurato un grandissimo impegno e tutto dovrebbe concludersi non più tardi della prossima estate.

Forni industriali: l’analisi dei combustibili

I combustibili che vengono ad essere utilizzati per i forni industriali e le caldaie sono delle sostanze solide, liquide o gassose che possono combinarsi in maniera molto rapida con l’ossigeno contenuto nell’aria.

Le componenti essenziali sono diverse: per quel che concerne i calorifici bisogna assolutamente citare il carbonio e l’idrogeno, in combinazioni diverse, mentre in relazione agli inerti si sfruttano l’azoto e l’anidride solforosa. Nell’analizzare questi stessi combustibili, occorre prendere in considerazione una serie di fasi. La prima di esse è la presa del campione: in questo caso, i combustibili fossili vengono prelevati su una superficie piana di pietra o legno, per passare poi alla riduzione in piccoli pezzi.

Tecnologia delle costruzioni: i materiali isolanti

I materiali isolanti assumono rilevanza quando si parla della tecnologia delle costruzioni elettromeccaniche.

Si utilizzano, infatti, dei prodotti naturali e artificiali, di origine organica o mista: le sostanze di più comune impiego sono comunque diverse, ma tra di esse possiamo ricordare sicuramente la mica, l’amianto, le fibre tessili, la carta, le resine naturali, gli oli minerali e vegetali, i bitumi, il caucciù e la guttaperca. Molto interessante, poi, è capire in che modo questi stessi isolanti sono costituiti. La struttura tipica prevede diversi elementi: ad esempio, c’è la micanite, vale a dire delle scaglie sottili di mica, pressante a caldo con gomma lacca.

Il trattamento termico delle ghise

Sulle ghise ordinarie si effettuano in larga misura delle operazioni di ricottura.

Gli obiettivi e gli intenti sono abbastanza intuibili: in effetti, si punta soprattutto a rendere malleabili i getti di ghisa bianca e quelli di ghisa grigia, in parte induriti per la formazione di cementite, la quale tende a formarsi dal raffreddamento troppo rapido delle parti di getto sottili e poco protette dal punto di vista termico. L’addolcimento, inoltre, si ottiene trasformando la cementite in ferrite e grafite, oppure ancora in perlite e grafite, in modo che la nuova struttura possa presentare una sufficiente dolcezza e una buona lavorabilità. Le ghise speciali al cromo, al nichel e alla manganese si prestano tanto ai trattamenti di bonifica quanto a quelli di tempra di durezza, visto che c’è un notevole ridimensionamento della velocità della tempra stessa.

Fonderie: i tipici impianti industriali

Una breve disamina sugli impianti di fonderia può aiutare a comprendere come queste strutture funzionano esattamente.

Ad esempio, gli impianti di lavorazione delle terre provvedono appunto a lavorare in maniera preliminare la terra nuova e quella usata; inoltre, sono molto utili per quel che concerne la preparazione della terra di formatura e la raccolta successiva all’utilizzazione. La terra nuova, vale a dire quella che proviene dalla cava, viene inoltrata attraverso una griglia e una tramoggia per poi arrivare a un elevatore che è in grado di raggiungere una essiccazione a temperatura controllata. Il forno essiccatore consta di solito di due tronchi di cono di lamiera di ferro, uno interno all’altro, rotanti nello stesso senso e muniti sulle superfici interne di alcune palette che sono destinate a rivoltare la terra umida.

Gli impianti frigoriferi a compressione

Quando si parla di impianti frigoriferi a compressione è necessario accennare alcune caratteristiche del ciclo delle macchine stesse.

Il vapore intermediario che viene aspirato dall’evaporatore subisce una compressione e poi è inviato al condensatore: è qui, poi, che, grazie alla cessione di calore, esso passa allo stato liquido. Attraverso l’utilizzo del cosiddetto rubinetto di espansione, inoltre, il fluido condensato ritorna al vaporizzatore ed è a questo punto che si manifesta l’effetto frigorifero per l’assorbimento di calore dall’esterno, a bassa temperatura, prodotto appunto dalla vaporizzazione.

Salzano, cultura e archeologia industria vanno più che d’accordo

Fili, acronimo che identifica la Filanda Idee Lavoro Identità, è giunta alla sua ennesima edizione anche per quest’anno.

Il titolo della manifestazione per il 2011 è “Pensiero stupendo”: in pratica, il programma prevede spettacoli di teatro, danza, musica e arte, il tutto nella splendida cornice archeologico-industriale della Filanda Romanin-Jacur di Salzano, in provincia di Venezia. Il connubio tra gli ex impianti industriali e l’arte conferma che si può ottenere molto da siti dismessi come quello in questione.

Inquinamento industriale: i problemi del fiume Doubs

Svizzera e Francia sarebbero le principali responsabili dell’inquinamento industriale del fiume Doubs (ci troviamo nella città di Neuchatel).

Molte associazioni, tra cui il Wwf e la Federazione Svizzera di Pesca si stanno mobilitando in tal senso e il fatto che si siano rivolte perfino al Consiglio d’Europa la dice lunga sulla gravità della situazione: questo fiume vanta una particolarità ittica non indifferente, vale a dire il cosiddetto “Roi du Doubs, un pesce prelibato, ma anche a rischio di estinzione, tanto è vero che ormai è presente quasi solamente nella zona compresa tra i due paesi.