Il policarbonato è una delle più importanti materie plastiche di tipo rigido: le sue caratteristiche principali includono una forte trasparenza, la quale non può neanche essere alterata dagli effetti della luce. La denominazione completa è quella di policarbonato alveolare e le lastre di questo tipo vengono proprio sfruttate per andare a coprire, ad esempio, dei luoghi che sono normalmente molto luminosi o anche una classica veranda. Questo vuol dire che la lastra può essere posata sia dal lato orizzontale (la pendenza minima che è prevista in questo caso arriva fino al 10%) che in senso verticale, un vantaggio non certo indifferente. Tra gli elementi più importanti in tale caso vi sono senza dubbio i nastri adesivi, il profilato di collegamento, il nastro adesivo traforato, il profilo di finitura e il tappino.
Prodotti industria chimica
Abrasivi artificiali: la composizione del carborundo
Il carborundo è l’abrasivo artificiale che è costituito essenzialmente da carburo di silicio e che viene definito anche come “carborundum”. Tale composto può essere ottenuto, insieme all’ossido di carbonio, andando a riscaldare al forno elettrico una miscela di silice e carbone, il tutto secondo una opportuna reazione chimica. Le materie prime per la sua preparazione sono diverse: si tratta della quarzite macinata o sabbia quarzosa (in grammi da uno a quattro millimetri) e, come carbone, il coke oppure l’antracite. Dato che nelle materie prime sono inevitabilmente presenti ferro e alluminio, alla miscela si è soliti aggiungere del cloruro di sodio, il quale facilita la volatilizzazione di questi elementi sotto forma di cloruri.
Tutte le fasi del trattamento di deferrizzazione
La deferrizzazione è il trattamento a cui vengono sottoposte alcune acque per eliminare i sali di ferro che vi sono disciolti all’interno. In questo caso, non si può non fare riferimento, ad esempio, alle acque per l’industria cartiera, in particolare quelle che sono impiegate per il lavaggio di tessuti e dei filati e di quelle che sono utilizzate anche in tintoria. Tra l’altro, il ferro si può trovare e rinvenire in buone dosi anche nelle acque o come bicarbonato ferroso, oppure ancora sotto forma di composti organici dalla struttura più complessa. Nel caso in cui il ferro si dovesse trovare presente proprio come bicarbonato, allora può essere agevolmente eliminato attraverso una apposita aerazione molto energica, la quale viene realizzata andando a far cadere l’acqua in delle torri che contengono materiali di riempimento (in particolare il coke e le pietre).
Chimica industriale: il processo di decantazione
La decantazione è la separazione di un solido da un liquido per azione della gravità, vale a dire per precipitazione oppure per galleggiamento delle particelle che sono sospese. Si tratta di una operazione che viene applicata in ambito industriale per quelle sospensioni le cui particelle sospese tendono a depositarsi (quindi a sedimentarsi) con una sufficiente rapidità, oppure quando la separazione per filtrazione è difficile per la natura stessa della sospensione, come avviene nella fabbricazione dell’allumina, nei processi di raffinazione degli oli e in altri casi. Tra l’altro, essa è spesso sfruttata come operazione di concentrazione di una torbida.
Chimica industriale: le caratteristiche del polietilene
Nell’ambito della chimica industriale, il polietilene è quella resina termoplastica che si ottiene per polimerizzazione dell’etilene. Essa è dotata di una struttura e di una proprietà che differiscono a seconda dei processi industriali con cui viene preparata: in particolare, si possono distinguere due tipi di processi, vale a dire quelli ad alta pressione e quelli a bassa pressione. Nel primo caso, si opera solitamente a 1.000-2.000 atmosfere e con temperature comprese tra i 150 e i 300 gradi, in presenza di particolari sostanze che iniziano la reazione (in genere l’ossigeno, ma anche i perossidi organici e inorganici, gli ozonuri e gli azocomposti). La polimerizzazione viene compiuta, in massa o in presenza di un solvente, in autoclavi o in reattori tubolari.
L’utilizzo industriale del cellophane
Praticamente lo utilizziamo tutti i giorni, è uno dei migliori “alleati” della conservazione del cibo: il riferimento non può che andare al cellophane, il materiale plastico che non è altro che uno dei principali prodotti della chimica industriale. In effetti, esso è costituito da una cellulosa che viene ricavata andando a decomporre la viscosa, vale a dire la soluzione di xantogenato di sodio-cellulosa. L’invenzione risale al 1908 ed è opera di un ingegnere svizzero, Jacques Edwin Brandenberger (il nome è semplicemente l’unione tra le parole cellulosa e diaphane). La preparazione tipica del cellophane prevede che si eserciti una certa pressione su una soluzione densa di viscosa appunto, il tutto attraverso un taglio molto stretto, di larghezza fino a un metro e anche oltre; questa procedura viene eseguita in modo da ottenere un foglio che, dopo essere stato guidato da opportuni cilindri conduttori, subisce una decomposizione importante in un bagno contenente acido solforico e bisolfato sodico.
Materie prime industriali: i carboni attivi
I carboni attivi sono una delle principali tipologie di questo combustibile fossile, dunque molto importanti a livello industriale: essi possono essere di origine animale oppure vegetale e servono, in particolare, per assorbire gas o vapori, senza dimenticare il loro ruolo come agenti decoloranti di liquidi. I carboni attivi animali prendono anche il nome di “carbone di ossa o di sangue”, visto che se ne ricorda in questo modo la loro provenienza. Si possono ottenere attraverso la distillazione secca di ossa o residui animali vari; spesso, poi, sono trattati con l’acido cloridrico per allontanare i sali di calcio che provengono dalle ossa stesse e che potrebbero nuocere agli impieghi successivi.
La produzione industriale della caseina
La caseina è la principale proteina del latte, nel quale è contenuta in quantità variabile a seconda della natura dello stesso: come ci ha ormai insegnato la chimica industriale, la percentuale può essere compresa tra il 2 e il 4,5% nel latte di vacca, pari al 4% nel latte di pecora, al 2,8% nel latte di capra e allo 0,8% in quello di donna. La caseina si trova allo stato di sale di calcio associato a piccole quantità di fosfato di calcio. La composizione elementare, invece, è la seguente: carbonio in larga misura, seguito a ruota da ossigeno, azoto, idrogeno, calcio, fosforo e zolfo. Tale prodotto viene ottenuto dal latte magro per precipitazione a 55-60 gradi, con acido cloridrico, solforico, acetico o lattico.
Prodotti della chimica industriale: il tallolio greggio
Il nome non è molto noto, ma si tratta di una risorsa fondamentale per quel che concerne la chimica industriale. Il tallolio è un sottoprodotto oleoso che può essere ottenuto dai residui liquidi della lavorazione del legno, in particolare quello dei pini. Tali residui liquidi vengono fatti evaporare fino a quando non si riesce a far separare uno strato piuttosto saponoso, più o meno compatto, il quale viene acidificato con l’acido solforico. In questa maniera, si può avere un trattamento opportuno che è in grado di separare un liquido di colore dal marrone al nero, il quale non è altro che il cosiddetto tallolio greggio, una miscela di acidi grassi, acidi resinici, steroli, alcoli superiori e altri componenti, la cui composizione dipende appunto dall’origine e dal metodo di preparazione ed è anche soggetta a variazioni di un certo tipo.
Prodotti della chimica industriale: il torio
Il torio, elemento chimico con simbolo Th e numero atomico 90 (il peso atomico è di 232,12), appartiene alla serie dei cosiddetti “attinidi”: si tratta di un minerale radioattivo e ne sono noti diversi isotopi. Allo stato metallico, il torio ha un colore grigio scuro ed è duttile e piuttosto malleabile. Tra l’altro, esso può essere attaccato abbastanza facilmente dall’acido nitrico, quello solforico e cloridrico, ma non dalle soluzioni alcaline. A 450 gradi, poi, si riesce a combinare molto bene con il cloro e lo zolfo, mentre a 650 gradi con l’idrogeno e l’azoto. Per ottenerlo dai minerali si prepara prima il cloruro dal quale, per effetto dell’elettrolisi, si separa il torio metallico.