Prodotti della chimica industriale: il torio

Il torio, elemento chimico con simbolo Th e numero atomico 90 (il peso atomico è di 232,12), appartiene alla serie dei cosiddetti “attinidi”: si tratta di un minerale radioattivo e ne sono noti diversi isotopi. Allo stato metallico, il torio ha un colore grigio scuro ed è duttile e piuttosto malleabile. Tra l’altro, esso può essere attaccato abbastanza facilmente dall’acido nitrico, quello solforico e cloridrico, ma non dalle soluzioni alcaline. A 450 gradi, poi, si riesce a combinare molto bene con il cloro e lo zolfo, mentre a 650 gradi con l’idrogeno e l’azoto. Per ottenerlo dai minerali si prepara prima il cloruro dal quale, per effetto dell’elettrolisi, si separa il torio metallico.

Il torio ha una densità ben elevata, ma mediocri proprietà per quel che concerne l’ambito strettamente metallico, senza dimenticare i costi che sono davvero alti e proibitivi in alcuni casi. Il suo tipico utilizzo è quello relativo alla preparazione di fili di tungsteno e di crogiuoli refrattari, ma per lo più esso viene sfruttato, oltre che nel campo nucleare, anche nella tecnologia del magnesio: in effetti, l’aggiunta del 3% come legante conferisce allo stesso una elevata resistenza alla rottura ad alte temperature. L’ossido di torio è stato utilizzata fin dal lontano 1885 nella preparazione dei mantelli luminosi delle lampade Auer.

Si tratta di specifiche reticelle che sono costituite da ossido di torio per il 99%, con il restante 1% che è invece rappresentato dall’ossido di cerio, le quali sono solite emettere una luce bianca quando vengono riscaldate in una fiamma a gas. Con l’avvento dell’illuminazione elettrica, comunque, la produzione delle reticelle Auer è praticamente cessata per sempre. Sebbene non sia direttamente fissionabile, il torio naturale ha una fondamentale applicazione nel campo nucleare. Nel caso in cui dovesse essere bombardato con neutroni lenti, si trasforma nell’isotopo 233 dell’uranio, il quale è a sua volta fissionabile per irraggiamento con neutroni lenti.