Le città più inquinate delle economie sviluppate

Quando si parla di inquinamento industriale in questi tempi moderni non si può non parlare della città di Pechino: la nube densa e giallastra di smog che aleggia sulla metropoli cinese è infatti nota a tutti, anche perché la qualità dell’aria è praticamente sotto gli standard richiesti. Soltanto un anno fa, comunque, si è cominciato a rendere noti i dati e le informazioni ufficiali relativi a questo fenomeno. Ma Pechino non è l’unica città dell’ex Impero Celeste che si caratterizza per una situazione del genere. Se infatti si utilizza una delle principali misure della World Health Organization, vale a dire il PM 10 (particelle di dieci micron di particolato), si ottengono dei raffronti molto interessanti.

Ecco perché il periodico britannico The Economist ha voluto stilare un’utile classifica dei centri più inquinati per quel che concerne le maggiori economie sviluppate al mondo. La leadership spetta a una città indiana, Ludhiana, la quale è riuscita a totalizzare una quota pari a 251 particolati (in questo caso si intendono quelli di diametro pari a dieci micron o anche meno per metro cubo). Il proliferare delle industrie in tal senso è stato favorito da politiche volte ad agevolare le stesse dal punto di vista fiscale.

Al secondo posto, invece, si trova la cinese Lanzhou (150 particolati, si tratta di una media su base annua); quest’ultima vanta una varietà incredibile dal punto di vista industriale, con stabilimenti tessili, impianti per la lavorazione della gomma, raffinerie petrolchimiche e petrolifere e anche industrie metallurgiche. Il gradino più basso del podio è occupato dalla messicana Mexicali, al confine con gli Stati Uniti e nota per la sua produzione di cotone e l’esportazione di fibre sintetiche. La lista è poi completata da altri paesi, quali l’Indonesia (Medan), la Corea del Sud (Anyang e Busan), il Sudafrica (Johannesburg), il Brasile (Rio de Janeiro) e perfino la nostra Torino con poco più di quaranta particolati.