La crisi industriale del savonese

A Savona l’industria non vive certo uno dei suoi periodi migliori, anzi: la giornata di ieri, ad esempio, si è caratterizzata per il vertice presso la locale Camera di Commercio che ha visto coinvolti i dipendenti della Ocv di Vado Ligure (la sigla sta proprio a indicare la Owens Corning della città). Come ha spiegato Fulvio Berruti, il quale fa parte della Filctem Cgil (Federazione Italiana Lavoratori Chimica Tessile Energia Manifatture), la situazione dell’azienda è davvero delicata, come anche quella della Fac di Albisola Superiore, società che ha alle spalle ben quarant’anni di prestigio.

In pratica, i contratti dei lavoratori che sono in cassa integrazione sono stati mantenuti per essere aggiornati in modo ciclico. Le novità rilevanti non sono molte, l’obiettivo principale in questo momento è quello di dare continuità alla stessa Cig. Come ha spiegato Berruti, inoltre, la speranza è che vi sia qualche soluzione industriale interessante e promettente, visto che l’area a cui si sta facendo riferimento è senza dubbio appetibile. Oltre alla continuità degli ammortizzatori sociali, le preoccupazioni più urgenti devono riguardare le condizioni da fissare e costruire per rendere ancora più “attraente” la zona in questione, al fine di far proseguire con continuità l’affare vero e proprio. Soluzioni concrete non esistono, ma l’ottimismo non è ancora scemato del tutto.

Dal governo devono dunque giungere segnali incoraggianti in questo senso: si punta ad ampliare l’accordo di programma a quelle aree in cui è intervenuta la crisi, valorizzandone l’interesse e cercando di risolvere il problema dei costi energetici. D’altronde, Vado non è l’unico esempio di una situazione così critica. Per quel che concerne la Fac, poi, le principali difficoltà consistono nel fatto che la spa ligure non è proprietaria delle aree in cui si trova, senza dimenticare che il fallimento in corso non aiuta certo le cose, nonostante sia necessario mantenere in vita le entità produttive.