Industria tessile: la IDB finanzia una compagnia manifatturiera ad Haiti

La Inter-American Development Bank ha approvato in via ufficiale un prestito superiore al miliardo di dollari per sostenere una nuova compagnia manifatturiera ad Haiti: la società in questione, già denominata Industrial Revolution II LP (l’acronimo esatto è IRII), dovrebbe essere in grado di ammodernare ed equipaggiare in maniera adeguata lo stabilimento tessile di Port-au-Prince. In aggiunta, la compagnia potrebbe diventare in breve tempo la base per lo sviluppo della cosiddetta piramide economica. Insomma, a quasi tre anni dal terribile sisma che ha colpito il povero stato caraibico, le prospettive sono leggermente migliorate.

Il progetto in questione è stato sponsorizzato e patrocinato da un gruppo di investimento, guidato a sua volta da Joelle Berdugo Adler, fondatrice della Fondazione OnexOne di Montreal. Gli altri componenti, inoltre, sono Richard Coles, dirigente tessile haitiano, e Robert Broggi, dirigente finanziario di Boston. La Irii andrà a introdurre un modello davvero innovativo per quel che riguarda la manifattura di abbigliamento: tale modello parte dal paradigma prevalente della produzione a basso costo nel settore in questione, come specificato dalla stessa banca finanziatrice. Secondo quanto sottolineato da Rahul Desai, team leader del progetto presso la sezione Opportunità della Idb, quest’ultima sta supportando con coraggio e ambizione l’iniziativa industriale haitiana, in quanto crede fortemente che il progetto possa cambiare il paradigma del settore dell’abbigliamento in questo paese.

In aggiunta, si potrà dimostrare quanto flessibile sarà diventata la produzione di capi di alta qualità, oltre ai vantaggi e ai benefici per i dipendenti, la comunità locale e la nazione. La Irii sta pianificando l’assunzione di forza lavoro locale, in primis donne, da formare e “addestrare” per la produzione tessile, sfruttando al massimo le ultime tecnologie settoriali e nel rispetto degli standard ambientali. Infine, non bisogna dimenticare che la realtà industriale andrà ad allocare il 50% dei propri profitti ai fini della distribuzione agli impiegati, alle loro famiglie e alla comunità locale.