La città industriale: il caso di Manchester

Si può affermare con certezza che tutta la storia del cosiddetto “vivere in comunità” degli uomini passi attraverso tre fasi fondamentali: si tratta del villaggio (rivoluzione neolitica), dei primi centri urbani (età dei metalli) e della città industriale (XVIII secolo). Dall’età del Bronzo alla fine del ‘700 le città hanno cambiato tante volte aspetto, ma mai come nell’età industriale. Le prime fabbriche cominciano a sorgere lungo i corsi d’acqua, visto che devono sfruttare al massimo la sua forza motrice. In un lasso di tempo molto rapido, poi, si formano attorno ad esse dei centri urbani che possiamo definire “improvvisati”, i quali crescono a dismisura per il nuovo insediamento di migliaia di persone accorse dalle campagne per trasformarsi in maestranze operaie.

Questo fenomeno si verifica, in particolare, a Manchester, la città britannica che passa dagli iniziali 27mila abitanti del 1773 ai circa 400mila della prima metà dell’800, una crescita davvero esponenziale e fenomenale. La sistemazione urbana di Manchester può servire come modello di tutte le città del primo periodo industriale, compresi gli anni in cui l’utilizzo della macchina a vapore consente la costruzione delle fabbriche anche lontano dai fiumi, soprattutto nelle zone ricche di carbone, elemento indispensabile per il funzionamento delle nuove macchine. Inoltre, c’è un forte sviluppo anche nelle aree in cui sono favoriti i trasporti di materie prime e dei prodotti finiti.

Il primo e il più evidente effetto delle fabbriche sulle città è rappresentato da una netta separazione tra i quartieri ricchi e quelli più poveri (i sobborghi). Le case operaie vengono costruite da speculatori che, senza il limite o in vincolo di nessun tipo di regolamento cittadino, tendono a sfruttare al massimo le aree edificabili con abitazioni di dimensioni ristrette; i materiali usati, inoltre, sono scadenti, ma vengono richiesti affitti che rappresentano una percentuale altissima dei miseri salari operai, con evidenti guadagni sul costo delle costruzioni.