Lavorazioni tessili: le lane speciali

La lana è universalmente nota come la fibra che si ottiene dagli ovini: la finezza è la sua caratteristica più importante, visto che influisce sulla grossezza del filato ed è in base ad essa che si classificano le lane stesse in fini, medie e grosse. Vi sono comunque delle lane cosiddette “speciali” che vanno sicuramente analizzate nel dettaglio. Il cashmere, ad esempio, è la fibra che viene prodotta da una capra che vive sulle montagne dell’Himalaya e del Tibet, oltre che sugli altipiani della Mongolia. Il vello di questo animale, infatti, è costituito da peli più lunghi e ruvidi e si completa nella stagione invernale con un manto di lanugine corta e soffice, la futura fibra tessile.

Il mohair, invece, è la fibra prodotta dalla capra d’Angora, originaria della Turchia (nei pressi di Ankara); tale animale, però, viene allevato anche negli Stati Uniti e in Sudafrica. Le caratteristiche sono simili a quelle della lana, ma i tessuti risultano essere più fini, specialmente quando si tratta del vello dei capretti. La vigogna è molto apprezzata nell’ambito dell’abbigliamento; in effetti, l’animale da cui si ricava la fibra in questione appartiene alla famiglia dei camelidi e vive ai confini tra il Cile e il Perù.

Il suo sottopelo, molto soffice, fornisce appunto una fibra che si caratterizza per la sua estrema finezza. L’alpaca, poi, un altro camelide che viene allevato sugli altopiani delle Ande, garantisce un vello praticamente identico al mohair. Un’altra caratteristica di cui bisogna tenere debitamente conto è la cosiddetta arricciatura: in pratica, il fatto che la lana sia soffice dipende proprio da essa, visto che viene garantito un ottimo potere isolante mediante gli strati d’aria che le stesse fibre provvedono a trattenere (l’aria è un cattivo conduttore di calore). In conclusione, si deve anche ricordare che la lana è igroscopica, vale a dire che riesce ad assorbire in maniera piuttosto agevole l’umidità.