Rivoluzione Industriale: gli insegnamenti di Richard Watson

La rivoluzione industriale ha avuto una influenza determinante e incredibile anche su due istituzioni che in pochi sospetterebbero: si tratta, nello specifico, delle due università più prestigiose del Regno Unito, vale a dire Oxford e Cambridge. Si può subito pensare a questo punto: ma non si tratta forse dei luoghi in cui gli studi classici predominano, oltre a quelli tecnologici? Le principali critiche del XVIII secolo riguardavano, in particolare, i metodi ritenuti obsoleti di insegnamento, in particolare per quel che concerne materie come la matematica, la filosofia, la chimica e molte altre. Allo stesso tempo, però, la scienza cominciava a diventare un importante oggetto di studio e di attenzione, in primis le sue applicazioni di tipo industriale.

Un esempio emblematico è quello di Richard Watson, professore di chimica a Cambridge nel 1764; in effetti, proprio questo docente affermò candidamente come l’applicazione del suo insegnamento alle arti e alle manifatture fosse essenziale per il corso universitario di quell’epoca. Lo stesso Watson riuscì a ottenere degli uditori sempre pieni e attenti per quel che riguarda le sue lezioni, tanto che la corona inglese gli aumentò addirittura lo stipendio. Insomma, il suo metodo poteva sembrare bizzarro, ma era molto apprezzato, visto che i principali problemi affrontati erano quelli relativi alle applicazioni della ricerca chimica alla metallurgia e all’industria.

Tra l’altro, il docente britannico pubblicò anche un’opera molto interessante da questo punto di vista, ovvero Plan of a Course of Chemical Lectures: quest’ultimo risale al 1771 e dà molto spazio ai metalli industriali e alla descrizione dei vari processi per produrre il vetriolo verde (si ha a che fare con il ferro), del salnitro, del sale grosso, delle vernici e anche del cloruro di ammonio. Il lavoro in questione, inoltre, parla chiaramente perfino della cosiddetta tintura mordente, con spiegazioni accurate e dettagliate. Il miglior lavoro di Watson rimane però Chemical Essays.