Industria siderurgica: si avvicina l’edizione 2013 di SteelFab

SteelFab è la principale fiera commerciale del Medio Oriente, in grado di attirare i principali protagonisti dell’industria regionale attiva nella lavorazione, nella manifattura e nella fabbricazione di acciaio, come suggerisce appunto il nome: ogni anno a gennaio, l’attenzione globale è tutta rivolta all’Expo Centre Sharjah, più precisamente negli Emirati Arabi Uniti, con la convergenza dei principali acquirenti mediorientali, senza dimenticare i produttori internazionali. La piattaforma in questione è ampiamente dedicata e ben rifornita, ecco perché tale fiera industriale è riuscita a conquistare un successo davvero importante.

Industria siderurgica: l’estrazione e la produzione del ferro

Il ferro è contenuto in numerosi minerali che per essere utilizzabili dal punto di vista industriale devono contenere almeno il 40% del metallo stesso. Dei vari minerali in questione, quelli da sfruttare in modo diretto in ambito siderurgico sono senza dubbio gli ossidi anidri, o idratati; i carbonati, invece, devono essere preventivamente arrostiti e trasformati in ossidi, lo stesso trattamento che ricevono i solfuri. I minerali industrialmente più importanti sono la magnetite, l’ematite, la limonite, la siderite (carbonato di ferro, con il 48,23% di quest’ultimo). Essi, però, contengono quasi sempre una certa quantità di impurità, la quale assume il nome di “ganga”, per cui la percentuale effettiva di ferro è minore di quella teorica.

Industria siderurgica: l’importanza del secchione

Quando si parla di “secchione” in ambito industriale, si fa riferimento a un sinonimo della siviera; si tratta, infatti, di un grande tino a sezione circolare, il quale presenta una leggera conicità che è aperta verso l’alto e in cui si versa l’intera colata di acciaio liquido che proviene direttamente dal forno di produzione. L’iter da seguire in tal caso è presto detto. Anzitutto, nel secchione l’acciaio viene fatto sostare per alcuni minuti, con il preciso obiettivo di consentire a quelle scorie che sono interposte di salire fino in superficie. La secchia di colata è fabbricata con delle robuste lamiere chiodate, oppure anche saldate, in modo parziale o totale, tanto che poi essa può essere foderata con dei mattoni refrattari di diverso spessore.

Il Museo dell’Industria e del Lavoro di Sesto San Giovanni

Sesto San Giovanni rappresenta uno dei comuni più popolosi dell’intera Lombardia con i suoi oltre 81mila abitanti: una delle attrazioni a cui si può fare affidamento, soprattutto se si è appassionati di questi argomenti, è il Museo dell’Industria e del Lavoro, una struttura che è sorta quando le fabbriche erano ancora pienamente efficienti e funzionanti dal punto di vista produttivo. C’è però da dire che la realizzazione vera e propria si è avuta nel momento in cui l’industria siderurgica ha visto calare le sue “rappresentanze” in questo territorio, con la maggior parte dei forni che sono stati progressivamente dismessi. Questo museo ha un intento ben preciso, vale a dire quello di offrire delle testimonianze tangibili e visibili della trasformazione di Sesto da piccolo nucleo dedito all’agricoltura a vera e propria città delle fabbriche.

Industria siderurgica: il processo di defosforazione

La defosforazione è un processo che assume una certa rilevanza quando si parla di industria siderurgica. In effetti, con essa si elimina appunto il fosforo dal bagno liquido nel corso della fabbricazione dell’acciaio: l’elemento in questione, quando è contenuto in tenori superiori allo 0,4-0,6%, tende a provocare una notevole fragilità del metallo stesso, motivo per il quale è necessario andarlo a eliminare in misura pressoché totale. Il fosforo è contenuto nell’acciaio sotto forma di fosfuro di ferro, il quale poi reagisce con l’ossido di ferro che è contenuto nella scoria, formando anidride fosforica. Quest’ultima, a sua volta, reagisce con la calce formando il fosfato di calcio, il quale è un composto stabile e facilmente eliminabile con la scoria.

Il fenomeno del dumping nella siderurgia

Accanto ai cartelli e ai trust, caratteristico della nuova era industriale dell’Ottocento è il dumping. Con questo termine si indica la vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori e persino sottocosto rispetto a quelli praticati sul mercato interno: il dumping costituiva quindi uno strumento molto potente per la lotta commerciale e la conquista dei mercati esteri, ma provocava e provoca tuttora da parte dei governi dei paesi invasi dai prodotti stranieri l’erezione di barriere doganali (i cosiddetti “dazi anti-dumping”) a difesa delle proprie industrie.