Archeologia industriale: il Museo dell’Arte della Lana di Arpino

Arpino, piccolo centro in provincia di Frosinone, era ben conosciuta in passato per la sua industria della lana: la storia di questa città parla chiaro, con una evoluzione che ha modificato tale attività dall’ambito prettamente artigianale fino a farle assumere un netto carattere industriale, fenomeno che si verificò intorno al ‘700. Ecco perché da quel momento Arpino riuscì a diventare uno dei più importanti centri del nostro paese per quel che concerne la produzione di tessuti in lana, i quali sconfinarono poi anche in altre nazioni del continente europeo.

Questo comparto vide fiorire moltissimi lanifici nel corso degli anni, con la produzione che migliorava di volta in volta, tanto che molte fabbriche potevano anche vantare il titolo di regi lanifici. Si può capire cosa è stato tutto questo grazie al Museo dell’Arte della Lana che si trova nel comune ciociaro, una testimonianza chiara di tale percorso industriale, oltre che un prezioso ricordo per tutti i cittadini. È qui, infatti, che si possono ammirare in tutto il loro splendore veri e propri reperti dell’archeologia industriale, come ad esempio le attrezzature che venivano sfruttate all’epoca, con il vecchio Lanificio Diodati che ha fornito gran parte del materiale in questione. Il percorso storico è dunque ben documentato; i visitatori hanno l’opportunità di scoprire macchinari come gli sfioccatori, le cardatrici, le ritorcitrici, gli orditori e ovviamente i telai per la lavorazione della lana.

In aggiunta, non bisogna dimenticare nemmeno le polveri originali che erano sfruttate per tingere i tessuti e che sono state conservate gelosamente (ad Arpino esisteva addirittura una scuola che insegnava l’arte della tintura). Il museo, infine, è dotato di numerosi documenti storici e iconografici. Non è un caso, quindi, che si sia pensato in più di un’occasione di accostare anche un Museo dell’Arte Tipografica, un’altra attività industriale che in questa parte del Lazio era molto sviluppata nel XIX secolo.