La Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata (Confapi) si sta interessando con sempre maggiore attenzione alle condizioni industriali della Basilicata: in particolare, il numero uno dell’unità lucana di questa associazione, Vito Gravela, si è incontrato in questi giorni con Gaetano Santarsia, commissario per lo Sviluppo Industriale della provincia di Matera. A cosa è stato dovuto questo meeting? L’obiettivo è stato quello di esaminare nel dettaglio in che stato si trovano i servizi relativi alle aree del materano. Lo stesso Gravela ha espresso un giudizio positivo nei confronti dei risultati in questione, in particolare quelli che sono stati conseguiti nel corso del 2011, un traguardo reso possibile dall’ottimo dialogo instaurato dagli imprenditori e dalle imprese.
Redazione
Testato il primo veicolo industriale alimentato ad ammoniaca
I veicoli industriali potrebbero essere giunti a una svolta importante per quel che concerne i sistemi di alimentazione: in questi ultimi giorni, infatti, è stata provata su strada una vettura molto interessante e innovativa, la quale fa parte integrante del cosiddetto programma Savia (l’acronimo in questione significa appunto Sistema di Alimentazione di Veicoli a Idrogeno e Ammoniaca) e che sfrutta la propulsione garantita dall’ammoniaca liquida. In pratica, la città di Pontedera (siamo nella provincia di Pisa) ha beneficiato del primo test in assoluto, con il veicolo ibrido scelto che è sttao un autocarro del peso di ben trentacinque tonnellate. Le caratteristiche peculiari di questo mezzo sono, in particolare, la vasca destinata a raccogliere i rifiuti e i bidoni che svolgono il compito della raccolta capillare degli stessi. L’intero programma, inoltre, è stato realizzato e finanziato dalla Regione Toscana, con il contributo fondamentale dell’ateneo pisano.
Smaltimento rifiuti: il progetto Drive To Zero di Dupont Building
I rifiuti industriali sono uno dei problemi di maggior rilievo per qualsiasi tipo di azienda: la domanda che ci si deve porre sempre riguarda le possibilità di riciclo e riutilizzo degli stessi. L’ambiente va tutelato maggiormente e questo concetto sembra averlo capito in maniera perfetta la società Dupont Building Innovations, la quale è attiva, come si intuisce facilmente dalla stessa denominazione, nell’ambito delle costruzioni. In effetti, questa compagnia ha implementato con successo il progetto “Drive To Zero”, in grado di azzerare in maniera pressoché totale i rifiuti industriali complessivi. Nel dettaglio, si è passati da oltre 36mila tonnellate a un’assenza definitiva che è molto incoraggiante. Ridurre così drasticamente l’impatto sulle discariche è ovviamente determinante e in questo caso può riguardare un numero molto ampio di rifiuti.
Abrasivi artificiali: la composizione del carborundo
Il carborundo è l’abrasivo artificiale che è costituito essenzialmente da carburo di silicio e che viene definito anche come “carborundum”. Tale composto può essere ottenuto, insieme all’ossido di carbonio, andando a riscaldare al forno elettrico una miscela di silice e carbone, il tutto secondo una opportuna reazione chimica. Le materie prime per la sua preparazione sono diverse: si tratta della quarzite macinata o sabbia quarzosa (in grammi da uno a quattro millimetri) e, come carbone, il coke oppure l’antracite. Dato che nelle materie prime sono inevitabilmente presenti ferro e alluminio, alla miscela si è soliti aggiungere del cloruro di sodio, il quale facilita la volatilizzazione di questi elementi sotto forma di cloruri.
Helsinki si conferma la capitale del design industriale
Helsinki ha un rapporto davvero speciale con il design industriale: la capitale della Finlandia vanta infatti la maggiore vivibilità del 2009 per quel che concerne questo ambito, tanto che la stessa Associazione per il Disegno Industriale le assegnò questo riconoscimento internazionale. Ora, invece, è divenuta anche la capitale mondiale di tale settore, un’ulteriore conferma di una vocazione che è senz’altro importante. Non si tratta semplicemente del solito paesaggio marino incontaminato, della interazione perfetta tra le varie culture e della qualità della vita, tra le più alte al mondo, ma anche e soprattutto del modello industriale che viene in questo caso suggerito. Lo scettro che negli anni passati è andato a Torino prima e Seul poi, spetta ora a Helsinki, pronta a dare vita a manifestazioni ed eventi di un certo spessore.
L’accordo Libia-Sicilia sulla pesca industriale
Sono passati appena quattro giorni dall’importante attuazione dell’accordo che è stato sottoscritto dalla Regione Sicilia e dalla Libia: si tratta di un’intesa che ha una fondamentale valenza dal punto di vista industriale e la cui firma risale ormai allo scorso 21 gennaio, quando a Tripoli si sono incontrati il presidente del Consiglio Mario Monti e il premier libico, Abdurrahim El Keib. Il riferimento deve andare necessariamente alle attività marittime e a tutto quello che è collegato ad esse. Che cosa è stato previsto nello specifico? Il settore ha espresso tutta la propria soddisfazione per un accordo di queste dimensioni e di tale portata, tanto che perfino i sindacati e le varie cooperative della pesca che erano presenti hanno valutato il tutto in maniera positiva.
Archeologia industriale: gli ex Mulini Biondi di Roma
L’area Ostiense di Roma è una vera e propria fucina di reperti dell’archeologia industriale: ma non è soltanto il celebre Gazometro a dominare, ma anche altre strutture che un tempo avevano un utilizzo ben diverso rispetto a quello attuale. L’esempio più importante è quello dei cosiddetti Mulini Biondi, i quali possono essere ammirati al giorno d’oggi come uno dei più interessanti complessi residenziali della Capitale, ma la sua ristrutturazione in tale veste risale al 1908. Il recupero si è reso necessario dopo che nel secondo dopoguerra questa struttura era ormai caduta in disuso e rischiava di terminare miseramente i propri giorni. La funzione moderna prevede diversi servizi e utilizzi, tanto che la gente può ritrovarsi in questo luogo e usufruirne a piacimento. In realtà, sarebbe stato un vero peccato eliminare gli ex Mulini Biondi dal contesto urbanistico in questione: in passato infatti questa zona era destinata a un uso prevalentemente agricolo, con la città che si approvvigionava proprio grazie alle attività che si svolgevano al loro interno.
Industria tessile e della gomma: la spalmatrice
La spalmatrice è la macchina industriale che viene utilizzata e impiegata per l’impermeabilizzazione dei tessuti: appare quindi scontato come il settore di riferimento in questo caso sia quello tessile. Come funziona esattamente questo macchinario? Anzitutto, bisogna precisare come la spalmatrice sia in grado di perfezionare e migliorare la stratificazione di una soluzione di gomma in benzina, oppure in benzolo sulla superficie di un tessuto. Lo spessore che riesce a raggiungere lo strato di soluzione può essere fissato regolando in maniera opportuna la distanza fra un cilindro e un coltello che viene disposto in modo parallelo rispetto alla generatrice del cilindro stesso.
Lo spillamento industriale del vapore
Lo spillamento consiste essenzialmente nel prelievo di una certa quantità di vapore da uno o più punti di una turbina: l’intento che si vuole ottenere è quello di riscaldare l’acqua che serve per l’alimentazione della caldaia. Il vapore in questione, poi, essendo prelevato in una zona intermedia del suo percorso attraverso la macchina termica, non completa la sua espansione vera e propria. La relativa perdita che si può avere in relazione al lavoro, comunque, viene ben compensata dalla maggiore quantità di vapore che è prodotta dalla caldaia a parità di combustibile bruciato per il fatto che l’acqua di alimentazione può essere preriscaldata a una temperatura superiore a quella che viene raggiunta col vapore di scarico.
Gli impieghi delle spazzolatrici a livello industriale
La denominazione di “spazzolatrice industriale” viene di norma affibbiata a quelle macchine che sono impiegate nelle industrie per la pulitura delle superfici di diversa natura: nell’ambito dell’industria tessile, ad esempio, la spazzolatrice viene utilizzata per praticare su alcuni tipi di tessuti a pelo (quali il velluto, in primis), l’operazione di fissaggio che consiste nell’asportare la polvere, sollevare e poi lisciare il pelo, oppure produrre degli effetti speciali. In questo caso, dunque, la macchina viene ad essere costituita, nella sua struttura essenziale, da spazzole cilindriche che possono operare nel senso della trama, nel senso dell’ordito oppure anche in senso obliquo. Quando invece si ha a che fare con l’industria delle costruzioni in metallo, la spazzolatrice è qualcosa di diverso, più precisamente l’utensile con il quale si effettua la pulizia delle superfici metalliche appunto.