La cementite è un prodotto industriale di cui si parla poco, ma che ha degli utilizzi molto interessanti e vari. In effetti, si tratta di un carburo di ferro che è composto in larga misura dal ferro (la quota complessiva supera addirittura il 93%) e per il resto da carbonio (una quota variabile tra il 6 e il 7%). Come si può intuire piuttosto facilmente, il metallo in questione non è altro che un costituente delle leghe del ferro col carbonio; tra l’altro, la sua denominazione vera e propria può anche cambiare e si può parlare di cementite primaria quando essa va a separarsi direttamente dalla fase liquida, così come avviene nel caso del raffreddamento delle ghise, vale a dire di quelle leghe che hanno un tenore di carbonio che è superiore all’1,78%.
Redazione
Chimica industriale: i diversi utilizzi del catrame
Il catrame è uno dei principali risultati della chimica industriale: si tratta, infatti, del prodotto della distillazione (carbonizzazione) dei combustibili fossili. Esso si presenta come un liquido piuttosto viscoso a temperatura ambiente, di colore variabile dal bruno al nero e con un peso specifico superiore a uno. In questo caso si possono distinguere il catrame di carbon fossile, quello di altoforno, quello di lignite e quello di legno o vegetale. Nel caso del catrame di carbon fossile, una denominazione alternativa è quella di “catrame minerale”. Esso si ottiene nella distillazione secca del litantrace per la produzione del gas domestico (il catrame di gas appunto) e del coke metallurgico (catrame di cokeria).
Stagno e zinco: la corronizzazione metallica
La corronizzazione è uno dei fenomeni più diffusi per quel che concerne i metalli industriali. In pratica, si tratta della deposizione galvanica (la galvanizzazione è il processo elletrolitico con cui si ricopre un oggetto con uno strato sottile di metallo) di zinco su uno strato di nichel che è stato depositato in precedenza: l’obiettivo dell’intera operazione è quello di eliminare il più possibile la porosità dello strato in questione, onde evitare problemi futuri nella lavorazione del metallo. Una volta che lo stagno, ma anche lo zinco si presta benissimo a questa fattispecie, è stato depositato sul nichel, si va a riscaldare a temperatura superiore a quella di fusione del metallo più fusibile, il quale va così a ostruire i pori che sono presenti nel nichel.
Industria idrica: l’utilità del correntometro
Il correntometro è lo strumento con il quale si vanno a misurare la velocità e la direzione delle correnti idriche, quindi dell’acqua. I correntometri a sistema meccanico possono essere di vario tipo: ad esempio, si può citare il modello ad elica (del tipo Ekman) o anche quello a rotore (tipo Savonius). Con questi specifici apparecchi si possono ottenere delle informazioni davvero preziose. In effetti, a seconda di quanti saranno stati i giri effettivi dell’elica o del rotore, ovviamente esaminati in un determinato intervallo di tempo, sarà possibile risalire al valore della velocità della corrente in questione, un dato senz’altro utile per il relativo settore industriale. La direzione della corrente, al contrario, viene ad essere misurata e calcolata con la determinazione dell’orientamento assunto dall’asse dello strumento rispetto al nord magnetico che viene indicato dalla bussola solidale con l’apparecchio a cui si sta facendo riferimento.
Tecnica ferroviaria: le indicazioni dei segnalamenti
Come è noto, i segnalamenti ferroviari non sono altro che le indicazioni convenzionali e acustiche che sono trasmesse al personale di guida di un treno e gli altri agenti per realizzare la regolare e sicura circolazione dei treni stessi: il segnalamento in questione comprende vari tipi di segnali, vale a dire quelli relativi ai treni stessi, alla manovra delle locomotive, alla linea e alle stazioni e infine quelli sussidiari e accessori. I segnali della linea e delle stazioni costituiscono i segnali fondamentali dell’esercizio dell’industria ferroviaria. Il tipo più antico di segnale ferroviario era a disco girevole; in posizione parallela al binario, esso indicava la via libera, in posizione trasversale la posizione impedita.
Industria metallurgica: la lavorazione del piombo
Come si prepara con esattezza il piombo a livello metallurgico? Il minerale in questione, in genere arricchito per flottazione, viene sottoposto a riscaldamento in corrente d’aria, in condizioni variabili a seconda del tipo di minerale e del metodo con cui viene preparato. Nel procedimento per arrostimento e riduzione, il solfuro viene trasformato direttamente in ossido e questo è ridotto con carbone, in forni a tino, per dare luogo a piombo impuro insieme a una matta piombifera che contiene l’arsenico. Nel processo di arrostimento e reazione, invece. la galena viene riscaldata in forni a riverbero oppure in delle muffole, in presenza di poca aria, per ottenere una miscela, in proporzioni appropriate, di solfuro solfato e ossido di piombo.
Industria enologica: la pigiatura meccanica dell’uva
L’industria enologica fa soprattutto affidamento sulla qualità dell’uva e della sua lavorazione: dunque, non può stupire più di tanto se uno dei macchinari più importanti e strategici di questa branca del settore primario è la cosiddetta pigiatrice. Nonostante qualche zona rurale in cui l’operazione di pigiare gli acini sia fatta ancora con i piedi, le macchine hanno ormai sostituito da tempo l’operato dell’uomo. La pigiatrice, per l’appunto, viene impiegata per le lavorazioni meccaniche dell’uva. Il tipo più semplice del mezzo in questione viene ad essere costituito da due rulli realizzati in legno, ma anche da ghisa e perfino il bronzo è un metallo protagonista in questo senso.
Verniciatura industriale: l’utilizzo degli aerografi
L’aerografo è ben conosciuto come la pistola che si utilizza per verniciare: esso è sostanzialmente costituito da un serbatoio di forma cilindrica, nel quale viene messa la vernice, da uno spruzzatore e da una impugnatura munita di comando a grilletto di un flusso di aria compressa proveniente da un apposito compressore. L’elevata velocità dell’aria compressa in questione, la quale va ad espandersi nell’ugello dello spruzzatore, determina l’aspirazione della vernice attraverso un tubo che scende fin quasi al fondo del serbatoio. La vernice si riduce in minutissime particelle e viene proiettata sull’oggetto che è coinvolto.
Capsulismo industriale: le pompe da vuoto
I tipi essenziali di pompe da vuoto si possono sostanzialmente ridurre a due, vale a dire le pompe rotative e quelle a diffusione. Le prime sono delle pompe che in genere si caratterizzano per il loro capsulismo e che vengono lavorate con buona precisione delle superfici metalliche coniugate e riempite di olio con il doppio scopo di lubrificazione e di tenuta. Per ottenere vuoti più spinti si usano spesso le pompe rotative a due stadi disposti in serie. Le pompe a diffusione, invece, non hanno delle parti meccaniche in movimento, ma soltanto dei getti di vapore di olio che catturano le molecole di gas; queste ultime sono poi compresse verso lo scarico, una operazione che non avviene direttamente all’ambiente, visto il fortissimo rapporto di pressioni, ma usando come primo stadio una pompa rotativa.
Strumenti per la navigazione: il radiofaro
Il radiofaro è la stazione trasmittente in installazione fissa, il cui ascolto da parte di una bave o di un aereo consente di riconoscere la direzione giusta che è stata seguita rispetto alla stazione, oppure di seguire una rotta prestabilita. Una tipologia molto importante in tal senso è quella del radiofaro circolare: quest’ultimo, infatti, è dotato di antenna omnidirezionale, la quale emette in continuazione un segnale caratteristico. Il segnale in questione, inoltre, entro un raggio al massimo uguale alla portata dell’emittente, può essere ricevuto dalle navi o dagli aerei che sono muniti di una radio ricevente, ma si può rilevare soltanto col radiogoniometro.