L’inquinamento industriale provocato dal benzene

Il benzene fa parte della grande famiglia dei composti organici volatili di tipo non metanico: esso, però, viene misurato in maniera continua soltanto da poco tempo nelle aree urbane ed è una fonte di preoccupazione non indifferente a causa delle alte concentrazioni che vengono registrate in prossimità delle arterie cittadine più congestionate e degli ampi parcheggi. Il benzene, infatti, non è altro che un composto naturale del petrolio e dei suoi derivati e si forma anche durante il ciclo di produzione delle benzine come sottoprodotto, a opera di alcuni precursori a base aromatica e naftenica, i quali sono presenti nel greggio stesso in maniera del tutto naturale.

La classificazione delle materie plastiche

Il termine “materie plastiche”, come anche quello di resine artificiali, ricomprende un lungo elenco di materiali di cui bisogna prendere in considerazione le principali caratteristiche tecniche e progettistiche.

In particolare, le differenze più importanti sono relative alle modalità di preparazione, di lavorazione, di confezione degli articoli finiti, della quantità e della dosatura degli ingredienti incorporati e molto altro. La prima grande categoria è quella delle resine fenoliche: il fenolo proviene dal catrame di carbon fossile, mentre un altro materiale di partenza è la formaldeide, ricavata principalmente dall’alcool metilico. La carica maggiormente sfruttata è la farina di legno, ma non si disdegnano nemmeno la grafite e le fibre tessili; gli impieghi principali, poi, sono quelli relativi ai rivestimenti di bar e lavandini e i banchi da laboratorio.

Industria chimica: nel 2013 limiti all’utilizzo del creosoto

Saranno necessari ancora due anni per rendere più severe le restrizioni a uno dei principali usi industriali del comparto chimico.

Come ha infatti stabilito la Commissione Europea, il 1° maggio del 2013 sarà la data di partenza del “giro di vite” nei confronti del creosoto: si tratta di una sostanza altamente tossica e dagli effetti cancerogeni, ma che viene comunque utilizzata per rinforzare le traversine dei binari ferroviari e per i pali della luce. La sua immissione nel mercato comunitario diventerà sempre più eccezionale e sarà obbligatoria in futuro una apposita autorizzazione.

Federchimica, le proposte per il trasporto ferroviario

La Federchimica è stata molto chiara nel far conoscere il proprio intento dal punto di vista industriale.

La federazione italiana che raggruppa appunto il settore della chimica ha proposto di intervenire prontamente sul comparto ferroviario: in particolare, il riferimento è andato al trasporto di merci che avviene nel nostro paese, mentre l’ottava Conferenza Logistica è stata l’occasione propizia per mettere in luce tali tematiche. Una delle tante richieste, poi, è quella di aprire il più possibile la rete ai soggetti privati. L’industria chimica starebbe soffrendo in maniera eccessiva la mancanza di traffico di merci pericolose su rotaia.

Industria chimica: la nascita della porpora di anilina

Tra i principali coloranti artificiali che l’industria chimica ha saputo creare c’è sicuramente la porpora di anilina.

Si tratta, in pratica, del primo acetato che è stato sintetizzato in ordine temporale e la sua composizione si basa su una miscela di ben quattro composti, vale a dire la mauveina A, la mauveina B, la mauveina B2 e la mauveina C: l’utilizzo, come è facilmente intuibile, è soprattutto quello della tintura di tessuti, in primis la seta, ma la storia della porpora di anilina racconta anche dei dettagli forse poco noti.

Chimica industriale: l’uso dell’olio nella conciatura

Nell’ambito della chimica industriale, l’olio rappresenta uno degli elementi essenziali per la conciatura delle pelli.

È proprio in questo modo, infatti, che si produce, ad esempio, un cuoio dalle caratteristiche completamente diverse rispetto a qualsiasi altro tipo di concia; si tratta di un prodotto soffice, elastico e in grado di assorbire anche moltissima acqua, una sorta di spugna insomma. Il cuoio all’olio è quindi molto utile per diverse applicazioni, soprattutto per quel che concerne la pulizia di vetri e superfici in cui è presente della vernice. Ma come si ottiene tutto ciò?

Inquinamento industriale: la minaccia degli ftalati

I nostri mari sono sempre più invasi da una nuova e minacciosa forma di inquinamento industriale.

Si tratta degli ftalati, sostanze ad alto contenuto tossico, presenti anche in alcuni prodotti commerciali, e responsabili di alcuni disturbi dal punto di vista sanitario: volendo essere più precisi, questi composti non sono altro che agenti plastificanti, sfruttati a man bassa dall’industria chimica e utilizzati in combinazione con solventi, adesivi, vernici e pesticidi. Il problema è che gli ftalati si trovano anche in oggetti di uso comune, come ad esempio la plastica di alcune apparecchiature mediche, in alcuni imballaggi, nei prodotti di cancelleria e perfino nei giocattoli.

Chimica industriale: la corrosione dei metalli

Nel valutare la corrosione dei materiali metallici, ci si dimentica troppo spesso che essa può essere suddivisa in varie tipologie.

Anzitutto, bisogna precisare che la corrosione può essere definita come l’attacco chimico di un metallo da parte dell’ambiente, con il relativo deterioramento delle varie proprietà di cui è in possesso. È proprio l’ambiente a dettare la differenziazione più netta: in effetti, possiamo distinguere la corrosione a secco, la quale si verifica quando il materiale entra in contatto con delle atmosfere di tipo gassoso (si tratta di un fenomeno chimico, il cui più tipico esempio è quello della reazione dei metalli con l’ossigeno quando vi sono alte temperature) e la corrosione a umido, vale a dire quella che ha luogo quando il metallo si trova in contatto di soluzioni acquose (stavolta, invece, il fenomeno è elettrochimico).

Chimica industriale: gli utilizzi dell’antigelo

Conosciamo un po’ tutti l’antigelo per le sue proprietà di utilizzo nei motori a combustione e per il lavaggio dei vetri.

Ma questo liquido può andare anche oltre il tradizionale scopo, quello di evitare la solidificazione di altri liquidi a basse temperature o di combustibile, visto che la chimica industriale vi fa spesso ricorso. Le caratteristiche principali di questo prodotto sono proprio di natura chimica: tra di esse, possiamo citare l’ottima solubilità, la protezione dei condotti e la stabilità nel tempo, anche dopo che vi sono stati diversi cicli di raffreddamento.

GBL droga

Il GBL (gamma-butirrolattone) è un solvente industriale molto nocivo per l’essere umano. Una volta ingerito può essere trasformato dall’organismo in GHB (gamma-idrossibutirrato) e diventare letale.

Vista la sua trasformazione in GHB, ne è considerato un precursore. Il GBL è usato per “costruire” la cosiddetta “droga dello stupro”.

GBL:

Si presenta in uno stato liquido. Il dosaggio è difficile da determinare perché ogni individuo ha capacità e modi di trasformazione diversi.