Il piano sostenibile per il distretto industriale di Porto Torres

Tre anni sono lunghi da attendere, ma comunque saranno necessari per realizzare un importante progetto, quello relativo al distretto dell’efficienza energetica di Porto Torres: il merito di questa iniziativa si deve al Consorzio Industriale Provinciale di Sassari, intenzionato a riconvertire dal punto di vista ambientale questo agglomerato che si trova nella parte settentrionale della Sardegna. Tra l’altro, l’intenzione è quella di fungere da modello per altri progetti simili in tutto il continente europeo. La conferenza stampa di ieri ha illustrato tutti i dettagli, con molti attori che sono intervenuti, da Franco Borghetto, numero uno del consorzio sassarese, fino al primo cittadino di Porto Torres, Beniamino Scarpa.

In particolare, è stato sottolineato come l’eco-sostenibilità sia il concetto fondamentale per far ripartire l’economia. D’altronde, l’industria chimica tradizionale non ha più senso di esistere se si vuole essere davvero “green”, dunque le nuove iniziative energetiche dovranno basarsi sull’attrazione di investitori esterni, sulla crescita del lavoro e sulla riconversione delle professionalità che già esistono. Quello che si attende, ora, è una delibera da parte della giunta regionale della Sardegna, in modo che il progetto possa essere inserito in un programma più ampio, ovvero quello che contempla l’area di crisi Sassari-Porto Torres-Alghero.

Tutti i punti di tale progetto sono stati illustrati da Claudio Ferrari, il quale è il presidente di Esco Italia (rete energetica che basa la propria attività sulle fonti rinnovabili): si parla, in particolare, di 1,6 milioni di nuovi posti di lavoro, un traguardo ambizioso ma non impossibile, anche perché tutte le parti chiamate in causa sono molto ottimiste. Il consorzio sassarese punta a radunare nelle aree industriali della parte nord-occidentale della Sardegna una serie di competenze e iniziative che siano in grado di migliorare gli investimenti e ridurre drasticamente le emissioni nocive per l’ambiente. Il vantaggio economico è stato infine calcolato in ben duecento miliardi di euro ogni anno, tenendo conto soprattutto del minore prezzo dell’energia.