Lavorazione industriale dei metalli: l’uso del fascio elettronico

La tecnica del fascio elettronico è quel metodo di lavorazione industriale che prevede lo sfruttamento dei metalli basato sulla trasformazione dell’altissima energia cinetica di un fascio di elettroni. È proprio grazie a questa scelta che sono comparse sul mercato diverse apparecchiature da utilizzare per la saldatura, la fresatura, la foratura e la fusione dei metalli in questione. L’apparecchiatura fondamentale può essere identificata con un normale cannone elettronico, attrezzato in maniera particolare e capace di generare un intenso fascio di elettroni. A differenza però del normale cannone elettronico, questo presenta un anodo forato in modo da lasciar passare il fascio di elettroni accelerati dalla differenza di potenziale energia che esiste tra catodo e anodo.

Macchinari agricoli: la falciatrice

La falciatrice è la macchina agricola che viene impiegata per il taglio dei foraggi sui campi: nella versione più comune con cui si può avere a che fare, l’organo operatore è costituito essenzialmente da una lama a sega che è dotata di un moto rettilineo alternativo rispetto agli organi di sostegno, i quali si muovono, a loro volta, in direzione normale rispetto al movimento che è appena stato descritto. Questo vuol dire che l’operazione di taglio viene svolta dalla lama con un movimento che risulta sinusoidale. Il complesso dell’apparato di taglio viene denominato “barra falciante”. Quest’ultima si compone essenzialmente della barra portalama, un elemento fisso che è generalmente incernierato al telaio della macchina, e della lama falciante (sega), l’elemento mobile che è collegato a detto telaio attraverso il cinematismo che imprime allo stesso il taglio rettilineo alternativo.

Archeologia industriale: l’area dismessa di Pontecagnano

Pontecagnano Faiano, 25mila abitanti, provincia di Salerno: è in questa parte della Campania che si potrebbe sfruttare l’archeologia industriale nel senso della riqualificazione delle aree attualmente dismesse, un valore aggiunto su cui si fa molto affidamento. Non è un caso che la seconda edizione della mostra fotografica ExArea sia stata dedicata proprio a questo argomento, tanto che l’allestimento vero e proprio è stato individuato nell’ex tabacchificio Centola. Si tratta infatti di uno dei tanti monumenti archeologico-industriali che impreziosiscono il nostro paese e che meritano utilizzi di questo tipo anche in futuro: come accade nella maggior parte dei casi, l’arte ha trovato un posto privilegiato in una struttura che viene definita addirittura “bellissima”, con molte altre esposizioni e mostre a farla da padrona.

Le difficoltà del settore industriale valdostano

Il settore industriale italiano non vive certo uno dei momenti più brillanti della sua storia, ma se proprio si volesse trovare un caso emblematico si potrebbe andare direttamente in Valle d’Aosta: la regione settentrionale è infatti caratterizzata da qualche tempo da diverse criticità per quel che riguarda le proprie aziende, come ha messo in luce opportunamente il segretariato regionale della Cgil. In particolare, due imprese di un certo livello come la Heineken e la Lavazza stanno tentando il loro rilancio in maniera faticosa, ma sono riuscite soltanto a ritornare alle assunzioni a tempo determinato e per periodi di tempo piuttosto brevi, l’unica offerta possibile in questo momento.

Ventilazione industriale: le nuove pompe multistadio di Xylem

Xylem è la società che è riuscita a conquistare una leadership piuttosto importante a livello mondiale per quel che riguarda un settore industriale davvero ampio: si sta parlando infatti della progettazione e fornitura di pompe sommergibili, sistemi di aerazione e di filtrazione. L’ultima novità messa a disposizione dalla compagnia di New York è presto detta. Si tratta di pompe multistadio verticale che hanno beneficiato di una costruzione in acciaio Inox. L’offerta in questione è davvero interessante, visto che la disponibilità è stata ampliata fino a undici modelli differenti, con tre che possono addirittura essere definiti come “speciali”, tanto da rendere più che mai variegate le applicazioni. Il prodotto, la cui denominazione ufficiale è e-Svtm, consente anche di sfruttare una manutenzione agevole, molto più rispetto a quanto finora progettato dalla stessa società americana.

Chimica industriale: l’utilizzo del renio

Il renio è uno degli elementi metallici più rari per quel che riguarda la chimica industriale: il numero atomico è 75, il simbolo è invece Re, mentre bisogna ricordare che la scoperta si deve ai due coniugi Ida e Walter Noddack, i quali consentirono al mondo di conoscere le proprietà in questione a partire dal 1925. Ancora oggi, comunque, la produzione annua mondiale del renio metallico può essere valutata in quantità non proprio elevate, vale a dire qualche chilogrammo. Esso, insieme alle sue leghe, inoltre, trovano delle applicazioni pratiche piuttosto limitate per quel che concerne la fabbricazione dei pennini delle penne stilografiche, le termocoppie per le temperature più alte, i catalizzatori, le punte dei contatti elettrici, i supporti per i cuscinetti in strumenti di precisione e altro ancora.

Archeologia industriale: Open House riscopre l’ex Opificio Sonnino

Tutti gli appassionati di archeologia industriale di Roma, ma non solo, potranno sfruttare questo sabato una opportunità molto interessante: l’iniziativa Open House ha in programma l’accesso libero all’ex Opificio Sonnino, un edificio che esercita ancora un certo fascino e che ha molta storia da raccontare. Questo stabilimento industriale ormai in disuso sorge nei pressi di Via del Porto Fluviale, tra la Piramide Cestia e Testaccio per intenderci, e forse in molti saranno passati proprio nelle sue vicinanze senza accorgersi della scritta in ferro che ancora campeggia sul fondo giallo, Saccheria Sonnino. Con questo evento, fra tre giorni esatti vi saranno tre ore a disposizione per capire di cosa si tratti effettivamente. La nascita di questo opificio risale addirittura al 1902, anche se nel corso degli anni è stato progressivamente inglobato all’intero isolato, mantenendo però sempre la sua classica destinazione, quella relativa alla fabbricazione della lana.

Le nuove norme sul praticantato dei periti industriali

Come si è imparato nel corso degli anni, la figura del perito industriale è associabile a quella di un tecnico diplomato o laureato che opera nei settori impiantistici di carattere industriale, terziario e civile. Ebbene, la normativa che regola questa occupazione ha subito delle modifiche importanti proprio di recente, tanto che si rende necessario un approfondimento importante. L’accesso alla professione è stato letteralmente rivoluzionato: in particolare, come si è appreso leggendo la Gazzetta Ufficiale dello scorso 10 aprile, c’è una sessione ben precisa quest’anno che si riferisce agli esami di stato per l’abilitazione, con tanto di requisiti nuovi di zecca per l’accesso.

La diversificazione della produzione industriale inglese – Parte Seconda

Il Devonshire fu la prima contea inglese ad avvertire in maniera netta la sensazione che le condizioni industriali stavano mutando in maniera profonda. Le esportazioni verso l’Olanda furono colpite molto duramente e tra il 1710 e il 1721 quelle in partenza dalla città di Exeter diminuirono addirittura di due terzi. È in questo contesto che nasce un cambiamento di moda davvero significativo: gli smerci erano letteralmente apatici, come sottolineava in diverse lettere un mercante della stessa Exeter, tale John Elwill, con alcuni tipi di tessuto che erano stati appena inventati e sfruttati già da molta gente (si trattava di tessuti provenienti dalla città di Norwich).

La diversificazione della produzione industriale inglese – Parte Prima

La natura dello sviluppo che ha coinvolto l’Inghilterra nei sessanta anni che hanno preceduto l’inizio della Rivoluzione Industriale è molto variegata e non può essere analizzata prendendo in considerazione soltanto un settore: ci furono infatti industrie che riuscirono a svilupparsi in maniera più rapida rispetto alle altre, ma si assistette anche al crollo di settori tradizionali, come ad esempio quello dei tessuti di lana di vecchio tipo (old draperies se si vuole utilizzare un gergo anglosassone). Fatto sta che l’industria mineraria, quella della raffinazione del sale, la fabbricazione di chiodi, la tessitura del lino, la raffinazione dello zucchero e perfino la lavorazione del vetro progredivano in maniera evidente, dando vita a nuove attività e nuove ricchezze.