L’elevatore è l’apparecchio di sollevamento a funzionamento normalmente continuo che si distingue dagli altri a funzionamento intermittente (ad esempio le gru e i montacarichi). Gli elevatori sono specialmente applicati nel sollevamento di materiali sciolti come cereali, farine, polveri o spezzature di minerali, prodotti chimici e quant’altro; si possono però trovare anche degli elevatori che sono adatti al sollevamento di casse, sacche e colli di grandi dimensioni. Le due tipologie che possono essere approfondite sono quella dell’elevatore a tazze e dell’elevatore pneumatico. L’elevatore a tazze viene ad essere costituito da un organo flessibile (fune, nastro o catena) avvolto ad anello chiuso su due o più tamburi e che porta a uguali distanze delle tazze che caricano inferiormente il materiale pescando nel mucchio.
Redazione
Gli apparecchi utilizzati per la filtrazione industriale
Sono davvero moltissimi i filtri che vengono utilizzati a livello industriale. Un esempio molto interessante è offerto senza dubbio dai filtri per liquidi: in tutti casi, la torbida (il fluido da filtrare) si muove per effetto di alcune forze direttrici, le quali possono essere quella centrifuga, quella di gravità o anche un gradiente di pressione. Di conseguenza, a seconda della natura della forza che provoca la filtrazione stessa, si possono avere: i filtri a gravità, i filtri centrifughi, i filtri a pressione e quelli sottovuoto. I filtri a pressione, in particolare, sono quelli nei quali in genere la torbida viene sospinta mediante una pompa. Nei filtri a pressione, invece, il gradiente di pressione realizzabile è maggiore e consente di accelerare il processo di filtrazione, ma favorisce anche la costipazione del panello che tende a diventare meno permeabile.
Elementi chimici metallici: il platino
Il platino è uno degli elementi metallici più celebri, con il suo tipico aspetto bianco-argenteo e le sue caratteristiche che lo rendono così prezioso: si tratta, infatti, del metallo più utilizzato tra quelli del gruppo del platino, con l’utilità che è dovuta in larga misura alla sua resistenza alla corrosione e all’attacco degli agenti chimici, oltre all’elevato punto di fusione (circa 1770 gradi per la precisione). Una volta scaldato a calor bianco in presenza di aria, esso riesce a mantenere la sua lucentezza dal punto di vista metallico; non viene ossidato da nessun tipo di acido, ma può essere comunque disciolto in acqua ragia (la miscela di acido cloridrico e acido nitrico concentrati). A causa della sua alta temperatura di fusione, il platino non può essere però lavorato in maniera molto agevole per colata.
Chimica industriale: le caratteristiche del polietilene
Nell’ambito della chimica industriale, il polietilene è quella resina termoplastica che si ottiene per polimerizzazione dell’etilene. Essa è dotata di una struttura e di una proprietà che differiscono a seconda dei processi industriali con cui viene preparata: in particolare, si possono distinguere due tipi di processi, vale a dire quelli ad alta pressione e quelli a bassa pressione. Nel primo caso, si opera solitamente a 1.000-2.000 atmosfere e con temperature comprese tra i 150 e i 300 gradi, in presenza di particolari sostanze che iniziano la reazione (in genere l’ossigeno, ma anche i perossidi organici e inorganici, gli ozonuri e gli azocomposti). La polimerizzazione viene compiuta, in massa o in presenza di un solvente, in autoclavi o in reattori tubolari.
Industria metallurgica: il risucchio dei getti
Il risucchio è quella cavità metallica che si viene a creare alla superficie dei getti per effetto del ritiro del metallo nel corso della sua solidificazione. In effetti, quando si versa il metallo fuso in una forma o in una lingottiera, in un primo momento si solidifica la parte a contatto con le pareti e soltanto dopo quella all’interno del getto. In questo modo, si verifica una migrazione del metallo fuso verso la periferia che è già solidificata, con la formazione di una cavità nello strato superficiale. In aggiunta, bisogna sottolineare che quando all’interno del getto a una certa profondità si viene a formare una grossa soffiatura (nelle fasi precedenti per la precisione), la pressione atmosferica può ulteriormente incurvare la superficie del getto stesso o addirittura determinarne lo sfondamento.
Industria olearia: il progetto Re-Waste per smaltire i reflui
L’agro-industriale italiano è rappresentato in larghissima misura da un comparto specifico, vale a dire quello dell’industria olearia: l’olio di oliva è un’eccellenza alimentare dell’intero Mediterraneo, quindi si può ben comprendere l’importanza di tale settore. Il problema, però, è rappresentato dagli scarti e dai reflui che le aziende attive in tale ambito rilasciano nell’ambiente, rifiuti caratterizzati da una forte fitotossicità, ovvero la tossicità che riguarda da vicino gli organismi acquatici e la flora microbica. Come si può sopperire a questa difficoltà evidente? Lo smaltimento delle acque derivanti dalla molitura non è certo un problema di poco conto, anzi.
I cento anni dalla costruzione della Centrale Montermartini
Roma, Via Ostiense: non siamo molto lontani dal quartiere popolare della Garbatella e proprio in questa zona sorge la vecchia Centrale Montemartini, di fronte ai Mercati Generali. Il complesso industriale in questione venne inaugurato esattamente cento anni fa come la prima centrale a energia termoelettrica della città eterna. Il nome deriva dall’assessore al Tecnologico di quegli anni, Giovanni Montermartini, ma la progettazione vera e propria si deve all’ingegnere Puccioni. In quegli anni, le attività industriali di quel tipo proliferavano in maniera abbondante e la capitale non era certo da meno.
L’Istat rende noti i dati industriali di novembre
Un fatturato industriale al palo: è questo il dato che è stato diffuso dall’Istat in merito allo scorso mese di novembre, il quale non è sostanzialmente cambiato rispetto al mese precedente, pur segnando un progresso di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2010. In realtà, se proprio si vuole essere precisi a tutti i costi, bisogna sottolineare che il rialzo in questione è il più basso degli ultimi due anni, segno che la crisi si fa sentire proprio a tutti i livelli. Si sta facendo riferimento alla produzione del mercato interno ed estero, con una buona prevalenza del secondo sul primo; l’indice in questione, inoltre, risulta essere in calo di quasi tre punti percentuali per quel che riguarda la media del trimestre compreso tra settembre e novembre. Quello che interessa maggiormente comunque è l’andamento dei vari settori.
La Thermalbad di Zurigo, una demolizione industriale di successo
Le demolizioni industriali non devono necessariamente coincidere con la fine di un’attività: quando, ad esempio, le attività commerciali vanno incontro a questo destino, non sempre la conseguenza più immediata è il totale abbandono delle strutture architettoniche. Purtroppo, però, in molti casi lo scenario tipico è quello di edifici e immobili completamente vuoti e inutili, circondati e caratterizzati da degrado, una vera e propria area morta dal punto di vista urbano. La migliore soluzione al problema non può che essere una e come al solito la lezione deve essere appresa da una nazione straniera.
A Fano si discuterà dei paesaggi industriali delle Marche
Si sta avvicinando piuttosto velocemente l’appuntamento del prossimo 26 gennaio che vedrà coinvolte le Marche:: il Centro Interdipartimentale per la Ricerca sul Paesaggio (meglio noto con l’acronimo Cirp), l’Università Politecnica della stessa regione a cui si sta facendo riferimento e l’Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (Aipai) hanno infatti unito le loro forze per promuovere una giornata molto importante a Fano per quella data. In pratica, le ventiquattro ore in questione saranno dedicate a una giornata di studi, la cui denominazione è piuttosto eloquente, “Paesaggi industriali delle Marche, mappa delle criticità”.