Le caratteristiche della saldatura di testa a pressione

La saldatura di testa a pressione può essere distinta in due specifiche categorie: si tratta della saldatura a resistenza e di quella a scintillio. Entrando maggiormente nel dettaglio della saldatura di testa a resistenza, c’è da dire che i due pezzi sono tenuti in delle morse, di cui una soltanto è mobile, per poi essere premuti uno contro l’altro. Il passaggio della corrente elettrica riesce a generare una sorta di riscaldamento, specialmente per la resistenza di contatto tra le superfici. Una volta che è stato raggiunto lo stato plastico, si mantiene la pressione delle morse fino alla forgiatura della giunzione, mentre si toglie la corrente. Per la ricaricatura, invece, si ha un rigonfiamento della zona di unione, il quale viene poi eliminato con un’apposita mola.

Tale tipo di saldatura, comunque, può essere applicato soltanto per le superfici che presentano una forma uguale o anche per i mezzi di uguale metallo; lo sfruttamento è invece limitato per quel che concerne le sezioni massime saldabili (per l’acciaio, ad esempio, si tratta di due trecentesimi di millimetro quadrato). Sono poi indispensabili delle superfici di contatto tra i due pezzi che siano perfettamente lisce, pulite e combacianti, persino nel contatto tra il pezzo e la ganascia della morsa. La saldatura di testa a scintillio, al contrario, prevede che i due pezzi siano messi sotto tensione; questi ultimi sono dapprima lievemente accostati, poi le elevate correnti attraverso le limitate zone a contatto determinano la progressiva fusione delle superfici affacciate (con la proiezione verso l’esterno di goccioline di metallo fuso) e il riscaldamento delle due estremità dei pezzi.

Quando si è raggiunto lo stato plastico di queste, si aumenta fortemente la pressione, mentre si interrompe la corrente. Il velo liquido viene spinto all’esterno e le due estremità si compenetrano ricalcandosi. Per i pezzi di dimensioni piuttosto notevoli, infine, si ricorre al metodo ad accostamenti successivi.