Chimica industriale: l’importanza dei siliconi

I siliconi possono essere identificati come prodotti a elevato peso molecolare ottenuti da composti organici del silicio. La loro grande importanza industriale, soprattutto dal punto di vista pratico-applicativo, è dovuta al loro carattere idrofobo, alle eccellenti proprietà dielettriche, nonché alla resistenza al calore, agli agenti ossidanti e a quelli idrolizzanti. I siliconi, inoltre, sono posti in commercio con i nomi di Plastite, Polybond, Rhodorsil e Silastic, sotto forma di resine, oli e elastomeri. Gli oli, in particolare, sono sfruttati in ambito elettrotecnico per la costanza delle proprietà elettriche da -80 a +700 gradi (dielettrici fluidi) e vengono anche usati come lubrificanti, antiadesivi, antischiumogeni e mezzi idrofobi.

Chimica industriale: tutte le funzioni dei tannini

I tannini sono quei composti che sono contenuti in numerosi vegetali e la cui caratteristica essenziale è quella di combinarsi in maniera perfetta con le proteine della pelle: in questo modo, si va a formare il cuoio, quindi partendo dalla chimica industriale si arriva a soddisfare l’esigenza di un altro settore manifatturiero molto importante. Essi possono essere rinvenuti in percentuali molto elevate o, comunque, utilizzabili dal punto di vista industriale. Gli esempi più classici in questo senso sono quelli della corteccia delle querce, di alcune acacie e talvolta anche delle conifere; in aggiunta, non si possono dimenticare le foglie di sommacco, il legno di quebraco rosso e di castagno, i frutti di mirabolano, le radici e spesso anche nelle formazioni patologiche (come le galle, le quali ne sono particolarmente ricche).

Chimica industriale: le varie tipologie di giallo

Nella chimica industriale il termine “giallo” si può utilizzare per molte soluzioni ed elementi: il primo che viene in mente è il giallo cadmio. In pratica, si tratta di solfuro di cadmio e viene preparato attraverso una opportuna azione di acido solfidrico su una soluzione di un sale di cadmio. In natura, esso si può trovare nel minerale che è meglio conosciuto con il nome di greenockite. Tra le caratteristiche principali che vale la pena menzionare figura senza dubbio la presentazione in cristalli rossi o gialli a seconda delle condizioni di precipitazione.

Industria elettronica: l’utilità del germanio

Il germanio è l’elemento chimico che appartiene al quarto gruppo del sistema periodico: il suo utilizzo da parte dell’industria chimica è limitato ad alcuni settori, ma bisogna anzitutto conoscerne le caratteristiche più importanti. Ad esempio, esso ha proprietà intermedie tra quelle che sono proprie dello stagno e quelle del silicio; allo stato elementare, inoltre, lo si può rinvenire con il tipico aspetto metallico, di colore grigio argenteo e dalla consistenza piuttosto fragile. L’importanza tecnologica è molto alta, visto che le applicazioni sono diffuse nell’ambito dell’elettronica da diversi anni a questa parte.

Chimica industriale: l’estrazione commerciale dell’amido

Tutti conosciamo l’amido come un elemento molto importante dal punto di vista alimentare e nutritivo, soprattutto a causa del suo apporto di carboidrati all’organismo animale. Ma esso deve molto anche alla chimica industriale: in effetti, l’estrazione commerciale dell’amido risulta essere conveniente solamente se viene praticata su certi vegetali, come ad esempio il grano, la patata, l’avena, la tapioca e il riso. La procedura classica e consueta di estrazione consiste nell’andare a pulire la parte della pianta che interessa, quindi si procede con la successiva triturazione, il lavaggio, il setaccio e infine il filtraggio e la macinazione. L’amido preparato in questa maniera si presenta come una sorta di polvere bianca e a occhio nudo non è possibile distinguere quella che è la provenienza dal punto di vista botanico.

Le resine industriali ricavabili dagli amminoplasti

Gli amminoplasti sono dei prodotti molto utili per la chimica industriale e che si ottengono andando a condensare con gli aldeidi delle sostanze che contengono dei gruppi specifici, vale a dire le ammine e gli ammidi. Le resine più importanti di tale gruppo sono senza dubbio quelle ureiche e le melamminiche. Le resine ureiche si preparano mediante la condensazione dell’urea con l’aldeide formica. Si formano in un primo momento dei composti a struttura molecolare relativamente semplice, i quali, per ulteriore condensazione, arrivano a dare dei prodotti a struttura tridimensionale; quindi, si dà luogo a dei prodotti termoindurenti. Le applicazioni delle resine urea-formaldeide sono assai ampie e variegate, anche perché sono suscettibili di fornire dei prodotti tanto trasparenti quanto opachi e variamente colorati.

Chimica industriale: tutti gli utilizzi dei bitumi

Per definire i bitumi ci si può rifare a quanto affermato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr): quando viene impiegato per usi stradali, si tratta di miscele di idrocarburi e i loro derivati non metallici, di origine naturale o derivati dai petroli o dalle rocce, completamente solubili in solfuro di carbonio e dotati di capacità leganti. I bitumi possono essere distinti in “naturali” (impregnanti rocce, sabbie o carboni, oppure presenti sulla superficie terrestre sotto forma di affioramenti, vene e laghi) e “bitumi di petrolio” (si separano dai petroli stessi per semplice esposizione all’aria o per mezzo di una distillazione frazionata). Comunque, si ritengono tutti originati dal petrolio. I bitumi hanno un colore nero o bruno-nerastro, l’aspetto lucido, resinoso o opaco, con l’odore di petrolio che può essere presente o meno.

Chimica industriale: l’utilizzo del renio

Il renio è uno degli elementi metallici più rari per quel che riguarda la chimica industriale: il numero atomico è 75, il simbolo è invece Re, mentre bisogna ricordare che la scoperta si deve ai due coniugi Ida e Walter Noddack, i quali consentirono al mondo di conoscere le proprietà in questione a partire dal 1925. Ancora oggi, comunque, la produzione annua mondiale del renio metallico può essere valutata in quantità non proprio elevate, vale a dire qualche chilogrammo. Esso, insieme alle sue leghe, inoltre, trovano delle applicazioni pratiche piuttosto limitate per quel che concerne la fabbricazione dei pennini delle penne stilografiche, le termocoppie per le temperature più alte, i catalizzatori, le punte dei contatti elettrici, i supporti per i cuscinetti in strumenti di precisione e altro ancora.

Chimica industriale: l’importanza del butadiene

Il butadiene è un idrocarburo di estrema importanza industriale: si tratta, infatti, del maggior costituente della gomma artificiale, una componente chimica di cui non si può fare a meno in molte lavorazioni. Esso è stato prodotto in maniera artificiale per la prima volta su scala industriale in Germania nl corso della Prima Guerra Mondiale, attraverso una opportuna polimerizzazione dell’acetilene. Prima che scoppiasse il secondo conflitto bellico negli Stati Uniti, comunque, il butadiene non era altro che un semplice sottoprodotto della raffinazione e della lavorazione del petrolio, mentre si ignoravano altri impieghi. Nel 1942, poi, a causa dell’impossibilità di proseguire l’importazione della gomma naturale, ne fu iniziata la produzione su larga scala anche in territorio americano.

Chimica industriale: l’esaclorocicloesano

La chimica industriale è speso costellata e caratterizzata da elementi che hanno nomi magari complicati, ma che si riferiscono sempre a qualcosa di utile. È questo il caso dell’esaclorocicloesano: che cosa si nasconde dietro a una denominazione così lunga? Si tratta essenzialmente di una miscela di isomeri di forma empirica e che viene prodotta attraverso una opportuna clorurazione del benzene. Questo vuol dire che l’esaclorocicloesano rappresenta un elemento dalla tossicità piuttosto elevata, ma questa è una particolarità che vale per gli insetti, pertanto il suo tipico utilizzo e la relativa produzione industriale fanno riferimento al campo degli insetticidi sintetici. Il composto in questione viene ottenuto in una maniera ben precisa.