Le caratteristiche della saldatura di testa a pressione

La saldatura di testa a pressione può essere distinta in due specifiche categorie: si tratta della saldatura a resistenza e di quella a scintillio. Entrando maggiormente nel dettaglio della saldatura di testa a resistenza, c’è da dire che i due pezzi sono tenuti in delle morse, di cui una soltanto è mobile, per poi essere premuti uno contro l’altro. Il passaggio della corrente elettrica riesce a generare una sorta di riscaldamento, specialmente per la resistenza di contatto tra le superfici. Una volta che è stato raggiunto lo stato plastico, si mantiene la pressione delle morse fino alla forgiatura della giunzione, mentre si toglie la corrente. Per la ricaricatura, invece, si ha un rigonfiamento della zona di unione, il quale viene poi eliminato con un’apposita mola.

Contea della Pittsylvania, in programma un vasto parco industriale

La Contea della Pittsylvania si trova nel Commonwealth americano della Virginia: ebbene, il Board dei supervisori locali ha appena approvato una delibera che è volta a introdurre una commissione economica per la valutazione di un sito per lo sviluppo futuro di un gigantesco parco industriale, un tentativo che si avvarrà del prezioso contributo della Pittsylvania Regional Industrial Facility Authority. Il costo complessivo di questa operazione dovrebbe essere di almeno sei milioni di dollari e riguardare una superficie complessiva di 230 acri. Si tratta, in pratica, del sito industriale che in questo momento è più disponibile in assoluto per quel che concerne un progetto di questo tipo.

Il boom delle costruzioni ferroviarie in Russia nell’Ottocento

I boom delle costruzioni ferroviarie che coinvolsero la Russia in tre periodi distinti dell’Ottocento, vale a dire il 1856-1861, il 1867-1880 e il 1893-1899, sono stati fondamentali per la storia industriale del vasto paese europeo: in particolare, la fortissima domanda di rotaie, traversine e altre attrezzature fece dominare in lungo e in largo i mercati dei metalli ferrosi. In pratica, tali costruzioni assunsero in quel periodo delle proporzioni mai conosciute prima, uno dei principali fattori della rapida industrializzazione locale. L’incipit può essere rinvenuto negli anni Quaranta del XIX secolo, quando le costruzioni ferroviarie furono caratterizzate in larga misura dalla linea Mosca-San Pietroburgo, uno dei progetti industriali più ambiziosi in assoluto da questo punto di vista.

Inquinamento: le acque reflue industriali

Uno dei metodi per tutelare in maniera preventiva le risorse idriche è rappresentato senza dubbio dai piani di tutela delle acque; inoltre, bisogna disciplinare in maniera idonea ed adeguata anche gli scarichi industriali. Lo scarico non è altro che qualunque tipo di immissione diretta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque da convogliare nelle acque superficiali, sul suolo e nella rete fognaria. Gli scarichi, inoltre, possono essere di diverso tipo; si distinguono, in particolare, le acque reflue domestiche (quelle che provengono da abitazioni e servizi, ma anche dal metabolismo umano), le acque reflue assimilate alle domestiche, le acque reflue urbane (un miscuglio di varia provenienza) e quelle reflue industriali, appunto, vale a dire le acque che vengono scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione dei beni.

Generatori di corrente continua: gli accumulatori al piombo

Gli accumulatori al piombo sono delle piastre costituire da intelaiature di questo materiale: l’elettrolita è rappresentato dall’acido solforico diluito con acqua distillata, con una densità di 1,20 per i tipi stazionari fino a 1,28 in relazione ai cosiddetti tipi portatili (questo vuol dire che la densità aumenta durante la fase di carica). Quali capacità può avere un accumulatore di questo tipo? In tal caso, si vuole intendere la quantità di elettricità che può essere usata durante la scarica in questione ed è sostanzialmente variabile a seconda del tipo di batteria che si sarà andati a sfruttare; in effetti, si varia da tre a dodici amperora per chilogrammo di piastra. In aggiunta, tutto dipende dall’intensità della corrente di scarica, la quale decresce all’aumentare di quest’ultima, ma ci si può anche basare sulla durata della scarica a corrente costante.

Rivoluzione industriale inglese: i casi di Sowerby e Calverley

Le città di Calverley-cum-Farsley e Sowerby erano dislocate esattamente all’interno del distretto industriale britannico dello Yorkshire occidentale, un fulcro della Rivoluzione Industriale inglese nel corso del XVIII secolo: la loro fortuna derivò soprattutto dal settore tessile, nonostante la stessa Sowerby fosse il doppio di Calverley per quel che riguarda le dimensioni e la popolazione complessiva. In realtà, le due cittadine in questione hanno beneficiato di una precoce e forte dipendenza dall’industria del vestiario, ma le forme di organizzazione proto-industriale furono assai differenti. Nello specifico, questa dipendenza dal tessile derivava, in particolare, dalla volontà di conseguire un miglioramento dal punto di vista economico e sociale.

La disciplina dei rischi di incidenti industriali

Le attività industriali sono tutelate dalla nostra Costituzione (nello specifico dall’articolo 41), ma vi sono dei limiti che sono dettati, in particolare, dall’utilità sociale, dalla sicurezza e dalla dignità umana: già prima dell’emanazione della Carta, comunque, esisteva una specifica disciplina per quel che concerne le industrie che lavoravano sostanze particolari e pericolose, soprattutto quelle che avrebbero potuto provocare dei danni alla salute dell’uomo. La prima citazione di “lavorazioni insalubri” risale al 1934 e andava a contemplare quelle unità industriali che erano solite produrre vapori, gas ed altre esalazioni dannose per i cittadini. Una svolta importante e drammatica si ebbe però nel 1976 a causa dell’incidente di Seveso (attuale provincia di Monza-Brianza).

La bonifica dei siti industriali inquinati

Le bonifiche e i ripristini ambientali a livello industriale prevedono un iter ben preciso che in pochi conoscono. La bonifica vera e propria e tutte le leggi collegate da applicarvi diventano necessari nel caso di una contaminazione del sito oltre certi limiti, o anche quando c’è il pericolo che un determinato sito industriale possa correre questi rischi: vi sono infatti dei parametri e dei riferimenti ben precisi a cui rapportarsi per capire quanto grave sia il pericolo in questione. Ovviamente, i valori valgono per il suolo, il sottosuolo e le acque sotterranee; inoltre, c’è meno restrizione nel caso di siti a uso commerciale e industriale che quando si tratta di siti a uso verde pubblico, residenziale e privato. Il sito stesso viene definito come “inquinato”, quando anche uno solo dei valori limite viene oltrepassato.

Trattamenti termici: il procedimento di nitrurazione

Il procedimento di nitrurazione consiste essenzialmente nella diffusione dell’azoto al posto del carbonio negli strati superficiali dell’acciaio dolce: lo scopo è molto simile a quello che si vuole ottenere dalla cementazione, ma vi sono comunque dei vantaggi non indifferenti. Ad esempio, la durezza superficiale è maggiore, ma non si tratta soltanto di questo; in effetti, negli acciai bonificati a circa seicento gradi, la tenacità del cuore non viene modificata dalla nitrurazione, mentre la durezza si mantiene invariata fino a circa cinquecento gradi. Inoltre, non si devono dimenticare la maggior resistenza superficiale e che la temperatura bassa e uniforme del processo in questione evita delle deformazioni o delle tensioni dannose, tanto più che nessun ulteriore trattamento termico deve poi essere eseguito.

L’inquinamento industriale provocato dal benzene

Il benzene fa parte della grande famiglia dei composti organici volatili di tipo non metanico: esso, però, viene misurato in maniera continua soltanto da poco tempo nelle aree urbane ed è una fonte di preoccupazione non indifferente a causa delle alte concentrazioni che vengono registrate in prossimità delle arterie cittadine più congestionate e degli ampi parcheggi. Il benzene, infatti, non è altro che un composto naturale del petrolio e dei suoi derivati e si forma anche durante il ciclo di produzione delle benzine come sottoprodotto, a opera di alcuni precursori a base aromatica e naftenica, i quali sono presenti nel greggio stesso in maniera del tutto naturale.