L’ultima acquisizione di Saipem, una delle principali società per azioni che sono controllate dall’Eni, ha riguardato l’ambito industriale: in effetti, è stato “conquistato” un intero distretto che fa parte della città brasiliana di Guaruja, nello Stato di San Paolo. Perché questo interesse così marcato nei confronti della nazione sudamericana e delle sue attività industriali? Anzitutto, bisogna ricordare che la spa di San Donato Milanese è stata fondata nel lontano 1956 e che da allora è attiva nel settore petrolifero e nella realizzazione di apposite infrastrutture che siano adatte per ricercare giacimenti di idrocarburi e altri pozzi. Questa specifica acquisizione ha riguardato il 100% del distretto industriale in questione, vale a dire quello di proprietà della Terminal Portuario de Guaruja Sa.
Metallurgia e ghisa: il funzionamento dell’alto forno
La maggior parte della ghisa industriale viene fabbricata con l’alto forno, la cui altezza è di circa trenta metri: lo spessore e la refrattarietà delle pareti cresce dall’alto al basso, in cui riesce a raggiungere lo spessore di poco più di un metro. Esternamente, invece, vi sono delle fasce saltuarie realizzate in lamiere di ferro. Dalla bocca del tino si caricano a strati i minerali, il coke metallurgico e il fondente. Il peso di una carica è in media pari a cinque tonnellate, mentre il peso del coke arriva a una tonnellata. La qualità e la quantità del fondente, al contrario, vengono regolate in base alla qualità e alla quantità della ganga e delle ceneri. Queste ultime sono costituite in larga misura da silice, allumina e ossido di calcio e di magnesio (provenienti dal carbonato, il quale si trasforma in ossido nel forno stesso). La ganga e il fondente, poi, giungono a fusione nello stesso momento e formano la cosiddetta scoria (cinquecento chilogrammi per tonnellata di ghisa).
Lavorazione delle superfici rigate: le piallatrici
Le piallatrici sono tradizionalmente destinate alla lavorazione delle superfici rigate e piane: il loro compito specifico, infatti, è quello di asportare i trucioli secondo delle generatrici successive. In casi eccezionali, possono anche generarsi delle superfici curve, andando a impartire al pezzo un avanzamento di tipo curvilineo. Tra l’altro, esse dispongono di grandi corse di lavoro. Il movimento di lavoro viene dato di norma al pezzo fissato in maniera salda sul piano mobile della macchina; è raro invece che questo stesso movimento sia dato all’utensile, il quale beneficia dell’avanzamento e delle varie registrazioni. Le piallatrici possono essere, ad esempio, a tavola mobile.
Tecnica ferroviaria: il sistema di frenatura nei treni
I convogli ferroviari sono in genere serviti da freni ad aria compressa che agiscono per diminuire la pressione sulla condotta, a partire da cinque chilogrammi per centimetro quadro (la cosiddetta “pressione di base”): i freni a vuoto, invece, vengono sfruttati per la depressione in condotta a partire dalla pressione atmosferica e sono molto frequenti soprattutto nel Regno Unito. I freni ad aria compressa, inoltre, sono moderabili sia alla frenatura che alla sfrenatura. Essi sono anche inesauribili: in effetti, il complesso di potenza frenante per ciascun veicolo che viene immagazzinata nei serbatoi in attesa dell’azionamento oppure nell’atto stesso è praticamente invariata. Ci sono varie caratteristiche che non bisogna mai dimenticare quando si parla di tecnica ferroviaria.
Ecomondo 2011: al via la quindicesima fiera industriale del riciclo
Quattro giorni interi dedicati appositamente al riciclo e allo sviluppo sostenibile: può essere riassunta in questa maniera la quindicesima Fiera Industriale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile, la quale avrà luogo dal 9 al 12 novembre prossimi. Di cosa si tratta esattamente? I rifiuti e tutte le attività che sono connesse a loro sono strategiche da alcuni anni a questa parte, in particolare il loro smaltimento, il trattamento e il successivo riutilizzo. Insomma, si può parlare di una vera e propria industria ed è ad essa che si rivolge questa fiera, conosciuta più semplicemente come Ecomondo e che si tiene a Rimini per la precisione.
Saldatura all’arco: macchine e procedimenti industriali
Le saldature industriali sono davvero moltissime e la loro elencazione è più che lunga: un cenno particolare, però, lo merita la saldatura all’arco, con tutti i procedimenti e le macchine collegate. In questo caso, infatti, il calore per la fusione viene prodotto da un arco voltaico (da qui il nome) fra due elettrodi, uno dei quali è solitamente costituito dall’oggetto che deve essere saldato. I procedimenti previsti sono sostanzialmente tre: anzitutto, si procede con la saldatura con elettrodo metallico (filo o bacchetta metallica nuda, animata o rivestita) che fornisce, fondendo, il metallo di apporto; ma la saldatura in questione può avvenire anche con un elettrodo non fusibile (carbone) e con il metallo di apporto in filo o bacchetta fusa dall’arco, senza dimenticare la saldatura con l’arco fra i due elettrodi (al di fuori dall’oggetto).
Libano, in aumento le principali esportazioni industriali
Spesso si è poco abituati a immaginare determinati paesi alle prese con attività specifiche: è il caso del Libano, del quale bisogna però ricordare che rappresenta il primo partner commerciale del nostro paese. In effetti, secondo quanto pubblicato dal locale Ministero dell’Industria, il paese si è caratterizzato per un buon aumento delle esportazioni nel corso dei primi otto mesi di quest’anno (+7,4%), con una quota complessiva davvero molto interessante, vale a dire tre trilioni di sterline libanesi (circa 1,8 miliardi di euro). Cosa ha provocato un simile rialzo? Anzitutto, c’è da sottolineare che la crescita è cominciata sin dal 2009 e attualmente sono soprattutto i prodotti chimici industriali a guidare questa ideale classifica.
Le macchine industriali per la saldatura a resistenza
Le macchine che vengono solitamente sfruttate per la saldatura a resistenza sono costituite da un trasformatore il cui secondario a bassa tensione (fra 0,45 e 12 Volt, a seconda della potenza della macchina) eroga la corrente alla zona di saldatura: la pressione può essere poi di tre tipi, vale a dire con comando a pedale, con comando pneumatico e con comando idraulico. La regolazione della intensità di corrente avviene andando a variare il numero delle spire del primario, oppure con l’autotrasformatore di alimentazione a prese multiple, oppure ancora con dei dispositivi elettronici che consentono di parzializzare le onde di corrente (si parla dell’head control). L’innesco e l’interruzione della corrente, invece, hanno luogo mediante degli interruttori meccanici ed elettromagnetici.
Pulizie industriali: il progetto Pchs di Copma Service Team
Copma Service Team è la cooperativa emiliana che si contraddistingue da ben quaranta anni per l’alta qualità delle proprie pulizie industriali, oltre che per la sanificazione di impianti e canalizzazioni: ora, però, il nome della società di Ferrara può essere associato anche a quello di un importante progetto, il quale ha assunto la denominazione di Pchs. Di cosa si tratta esattamente? Come ha spiegato in maniera dettagliata una settimana fa Alberto Rodolfi, numero uno della stessa Copma, l’intento è quello di implementare un sistema di igienizzazione e sanificazione degli ambienti sanitari attraverso lo sfruttamento dei cosiddetti “bacillus buoni”: questi ultimi non sono altro che dei batteri ad alta competitività, in grado di distruggere quelli dannosi (il riferimento va ai batteri probiotici).
Meccanica industriale: il calcolo della potenza effettiva
Come insegnano la meccanica generale e quella applicata, la misura della potenza effettiva può essere ottenuta attraverso diversi metodi: quali sono quelli più usati a livello industriale? Il cosiddetto “freno di Prony” è uno di questi. Tale metodologia è la più adatta per le potenze che sono inferiori ai cento Cavalli Vapore e una velocità non superiore ai quattrocento giri al minuto: la potenza che viene sviluppata in questo modo va dissipata nell’attrito che si manifesta tra la puleggia e i ceppi che sono stretti su di essa. Un peso noto, inoltre, andando ad agire con il braccio di leva, può generare un momento uguale e opposto al momento motore; moltiplicando questo stesso momento per la velocità angolare, si ottiene il valore della potenza espresso in chilogrammetri al secondo. Al posto del peso, comunque, è sempre possibile sfruttare un dinamometro.