Apparecchi industriali: a cosa serve il blondin?

Il blondin è l’apparecchio industriale di sollevamento che viene anche detto “gru su funi”: questo nome così particolare deriva essenzialmente dal fatto che si è voluto ricordare la figura di Antoine Blondin, l’acrobata francese che fu in grado camminare su una fune di acciaio tesa tra due sponde opposte per attraversare il Niagara. Nel suo schema più semplice, esso è costituito da due piloni fissi, tra i quali è tesa una fune ancorata alle due estremità a blocchi di calcestruzzo abbastanza pesanti da resistere al tiro. Su questa fune, inoltre, scorre un carrello che è mosso nell’uno e nell’altro senso da una seconda fune, la quale viene detta traente.

Industria meccanica di precisione: i blocchetti campione

I blocchetti campione sono molto utili a livello di industria meccanica: si tratta, infatti, dei campioni tecnici che sono sfruttati per le misure lineari, quando si lavora nelle officine e nei reparti di collaudo per la precisione. Il loro nome può anche essere mutato in “blocchetti piano-paralleli” o ancora “blocchetti Johansson, dal nome dello svedese che per primo, nel 1896, ne costruì degli opportuni assortimenti, apparsi in seguito sul mercato internazionale a partire dal 1907. I blocchetti campione non sono altro che dei parallelepipedi in acciaio speciale temperato che hanno due superfici opposte perfettamente lavorate, piane e parallele, oltre che esattamente alla distanza indicata sul blocchetto in questione.

Archeologia industriale: un campus formativo in Sardegna

L’iniziativa congiunta del Rotary Club di Cagliari e della Provincia di Carbonia-Iglesias merita senza dubbio un plauso per gli obiettivi che intende perseguire: si tratta, infatti, di un percorso comunitario composto di più discipline che andrà ad affrontare nel dettaglio tutte quelle problematiche che sono legate alla valorizzazione dell’archeologia industriale. Quindi, si sta parlando di un vero e proprio campus per la formazione, con tanto di seminari e corsi da seguire, in modo da dar vita a una vera e propria monografia sull’argomento, più precisamente il patrimonio industriale della regione storica del Sulcis-Inglesiente.

Chimica industriale: tutti gli utilizzi dei bitumi

Per definire i bitumi ci si può rifare a quanto affermato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr): quando viene impiegato per usi stradali, si tratta di miscele di idrocarburi e i loro derivati non metallici, di origine naturale o derivati dai petroli o dalle rocce, completamente solubili in solfuro di carbonio e dotati di capacità leganti. I bitumi possono essere distinti in “naturali” (impregnanti rocce, sabbie o carboni, oppure presenti sulla superficie terrestre sotto forma di affioramenti, vene e laghi) e “bitumi di petrolio” (si separano dai petroli stessi per semplice esposizione all’aria o per mezzo di una distillazione frazionata). Comunque, si ritengono tutti originati dal petrolio. I bitumi hanno un colore nero o bruno-nerastro, l’aspetto lucido, resinoso o opaco, con l’odore di petrolio che può essere presente o meno.

Industria della carta: come funziona la seccheria

La seccheria è una delle parti principali della macchina continua che viene utilizzata nell’industria della carta. Lo scopo di essa è quello di disidratare in modo quasi completo il nastro continuo, facendolo passare sopra dei cilindri essiccatori, riscaldati con del vapore saturo alla pressione di circa due atmosfere. I cilindri in questione sono realizzati di solito in ghisa: il loro diametro, inoltre, e il loro numero tendono a variare a seconda delle larghezza e della velocità che sono previste. L’insieme dei cilindri essiccatori (la cosiddetta “batteria”) è suddiviso in una o più sezioni distinte, ognuna delle quali è formata da un certo numero di cilindri che sono disposti su due file sovrapposte.

Industria siderurgica: l’importanza del secchione

Quando si parla di “secchione” in ambito industriale, si fa riferimento a un sinonimo della siviera; si tratta, infatti, di un grande tino a sezione circolare, il quale presenta una leggera conicità che è aperta verso l’alto e in cui si versa l’intera colata di acciaio liquido che proviene direttamente dal forno di produzione. L’iter da seguire in tal caso è presto detto. Anzitutto, nel secchione l’acciaio viene fatto sostare per alcuni minuti, con il preciso obiettivo di consentire a quelle scorie che sono interposte di salire fino in superficie. La secchia di colata è fabbricata con delle robuste lamiere chiodate, oppure anche saldate, in modo parziale o totale, tanto che poi essa può essere foderata con dei mattoni refrattari di diverso spessore.

Fano: il primo impianto industriale a olio vegetale

La green economy ha cominciato a espandersi nel nostro paese da troppo poco tempo, ma ormai il settore si è sviluppato in maniera importante: la costruzione di centrali che vengono alimentate da oli vegetali potrebbe essere l’ennesimo passo fondamentale in questo senso. Il settore industriale dovrebbe quindi trarne dei vantaggi di un certo rilievo. L’inaugurazione ufficiale di questa struttura risale a due giorni fa, quando la zona industriale di Bellocchi (ci troviamo a Fano, in provincia di Pesaro), con le biomasse liquide a farla da padrona e l’intera provincia circostante che è destinata a interessarsi a breve. Quali sono le caratteristiche più importanti di questi impianti?

La scorificazione industriale dei metalli

La scorificazione è quella operazione dell’industria metallurgica che consiste essenzialmente nell’eliminare la scoria che si forma come prodotto secondario nei processi di produzione dei metalli e delle loro leghe: la scoria generalmente è più leggera della lega metallica stessa da cui deriva, quindi questo vuol dire che tende a galleggiare sul bagno metallico che viene approntato. Di norma, poi, essa viene estratta rompendo un tappo di argilla che chiude un foro che è predisposto proprio a questo scopo, in una parete laterale del forno a una altezza che possa definirsi conveniente, tenendo presente lo spessore che vanta il bagno in questione e quello dello strato di scoria.

Industria delle costruzioni edili: gli escavatori

L’industria delle costruzioni edili beneficia anche e soprattutto di un importante macchinario, l’escavatore: si tratta di un mezzo che è largamente impiegato in questo senso e per i lavori di scavo di fondazioni, di trincee per la posa di cavi e tubazioni, di canali di irrigazione e per gli scavi in galleria. Nel caso di un utilizzo subacqueo, inoltre, la macchina industriale in questione viene conosciuta più comunemente come “draga”. L’elemento che viene solitamente usato per definire la grandezza di un escavatore è la capacità del cucchiaio frontale, visto che è in funzione di esso che si dimensiona la quasi totalità dei suoi organi. Quali sono le categorie più diffuse in questo senso?

Industria alimentare: analisi e lavorazione delle farine

Con il semplice nome di farina s’intende dal punto di vista merceologico il principale prodotto che si ottiene dalla macinazione del frumento; l’espressione “farina di”, al contrario, sta a indicare i principali prodotti che si ricavano dalla macinazione di semi ricchi di amido e provenienti dalle graminacee (granturco e orzo in primis), dalle leguminose (fagioli e piselli) e dalle piante di altre famiglie. Le farine di frumento sono composte principalmente da amido, sostanze azotate (glutine) e da sostanze grasse, anche se in minore quantità, senza dimenticare i carboidrati, le sostanze minerali e un certo grado di umidità. Dal punto di vista commerciale, poi, si rende a distinguere le farine di grano tenero, vale a dire quelle che sono destinate alla panificazione, gli sfarinati e le semole di grano duro, destinati invece alla pastificazione industriale.