Pulizie industriali: l’abbattitore di polveri della Pellizzari & Figli

Il taglio laser, la carpenteria fuori serie e gli abbattitori sono le tre prerogative su cui si è concentrata la Pellizzari & Figli Srl: la società in questione, la quale ha sede ad Arzignano (provincia di Vicenza), vanta dei depolverizzatori di estremo interesse. Questi abbattitori industriali di polveri sono del modello AP e si caratterizzano per la loro estrema potenza e alla solidità del sistema di separazione delle polveri stesse, visto che per la costruzione si è sfruttato soltanto l’acciaio Inox Aisi 304. Qual è il funzionamento esatto di questi macchinari?

Vicina la conclusione dei lavori per l’area industriale di Lecce-Surbo

La firma di ieri è stata fondamentale: per la zona industriale di Lecce-Surbo si prospetta uno scenario futuro più concreto, tanto è vero che l’intesa raggiunta dalla Regione Puglia per quel che concerne il testo disciplinare dovrebbe consentire di ultimare in maniera rapida le infrastrutture dell’area in questione. Che cosa è successo di preciso? La giunta regionale ha dato il suo via libera allo stanziamento di 1,5 milioni di euro, denaro che dovrà essere sfruttato per concludere i lavori per l’adeguamento e la messa in sicurezza della viabilità di servizio delle aree che sono occupate dagli insediamenti produttivi.

Approvato l’impianto industriale catanese dedicato alle rinnovabili

L’ok di Bruxelles è un via libera fondamentale per quel che concerne l’investimento che andrà a coinvolgere la città di Catania: la Commissione Europea, infatti, ha fornito il proprio parere positivo al plafond da 24,5 milioni di euro che provengono dal Fondo di Sviluppo Regionale Europeo (conosciuto anche con la sigla Fesr) e che servirà a finanziare la realizzazione di un importante impianto industriale nella città siciliana. In pratica, lo stabilimento in questione sarà destinato appositamente alla produzione di tecnologie nuove di zecca per quel che concerne il comparto delle energie rinnovabili. Di cosa si tratta nello specifico?

Le preparazioni industriali a base di fluosilicati

Il fluosilicato è il sale dell’acido fluosilicico, dunque si sta parlando di un elemento che fa parte integrante della chimica industriale. Esso si ottiene attraverso un’apposita neutralizzazione, la quale coinvolge l’acido stesso con gli alcali o con un ossido basico, oppure ancora per reazione di scambio con un sale del metallo che più si desidera. I sali in questione, comunque, possono essere ricavati anche come sottoprodotti delle torri di lavaggio dei gas dell’industria dei perfosfati. Questi ultimi non sono altro che dei fertilizzati costituiti in larga misura da miscele di fosfato monocalcico e di solfato di calcio; esse si ottengono andando a trattare la fosforite con l’acido solforico.

Come viene usato dall’industria l’acido fluoridrico

L’acido fluoridrico ha un’importanza notevole nell’ambito della chimica industriale: si tratta di un composto del fluoro con l’idrogeno (la formula, non a caso, è HF). Lo si può ottenere in modo molto comune facendo reagire un fluoruro, come può essere ad esempio il fluoruro di calcio, con dell’acido solforico, avendo l’accortezza che la concentrazione sia superiore al 90%, seguendo la reazione di spostamento del metallo. Il suo ottenimento, comunque, può avvenire anche per mezzo della combinazione diretta, a temperatura ambiente, di idrogeno e fluoro. L’acido in questione è un gas (la temperatura critica è pari a oltre 230 gradi per la precisione) che, alla pressione atmosferica, tende a liquefare alla temperatura di 19,54 gradi, dando un liquido che non conduce la corrente elettrica.

Il Master di Aghape sul risparmio energetico industriale

Aghape Ambiente, la divisone dell’omonima società di Imola che è attiva nella diffusione delle pratiche sostenibili, sociali ed economiche, ha deciso di organizzare un Master di due giorni dedicato al risparmio energetico industriale: per il momento, si conoscono le date prese in esame, vale a dire i prossimi 19 e 20 febbraio, con l’appuntamento previsto nella sede imolese del gruppo. L’obiettivo di questo corso, come si sarà già intuito, è quello di mettere a disposizione dei partecipanti una panoramica molto ampia sui metodi per analizzare le opportunità del risparmio energetico, sia dal punto di vista termico che elettrico.

L’automazione industriale italiana è in ripresa

Si è appena conclusa l’assemblea generale di Gisi (Associazione Imprese Italiane di Strumentazione), l’ente che riunisce le 270 imprese del nostro paese che sono attive nella strumentazione e automazione industriale: quali dati sono emersi nello specifico? L’obiettivo era ovviamente quello di capire il reale valore di questo mercato. In particolare, il 2011 è stato caratterizzato da un valore complessivo di 3,52 miliardi di euro, con un aumento di 7,2 punti percentuali rispetto a un anno prima. In aggiunta, si tratta di una cifra molto vicina ai livelli registrati prima che scoppiasse la crisi economica, più precisamente nel biennio 2007-2008.

L’importanza industriale della fluoresceina

La fluoresceina è un colorante organico sintetico che è stato scoperto nel 1871 dal chimico Adolf Von Bayer, il quale lo preparò per la prima volta fondendo insieme l’anidride ftalica e resorcina alla temperatura di 180-200 gradi. Le caratteristiche sono leggermente acide e il suo nome deriva essenzialmente dal fatto che le soluzioni del suo sale sodico o potassico, intensamente colorate in rosso, mostrano una fluorescenza giallo-verdastra così intensa da poter essere notato in modo distinto ad occhio nudo e anche in diluizioni che sono piuttosto elevate. In tal caso, si arriva fino a una parte su quaranta milioni.

Industria metallurgica: l’utilizzo del bolo

Con il termine “bolo” si indica di solito una varietà ferrifera di hallosyte e, in senso ancora più generico, un’argilla piuttosto compatta (ecco perché si parla di “terra bolare” in questo caso): quest’ultima presenta tra le sue caratteristiche una frattura di tipo concorde, di colore rosso più o meno intenso, a causa della presenza di sesquiossidi di ferro, alquanto untuosa al tatto per la precisione. Il bolo tipico dal punto di vista storico proveniva una volta da paesi come l’Armenia e la Persia (l’attuale Iran) ed è proprio per tale motivo che vi sono delle varianti per quel che riguarda i nomi. Gli esempi tipici sono quelli di bolo di Armenia, bolo armeno, bolo orientale, bolo rosso.