Industria metallurgica: la stagnatura

La stagnatura è uno dei processi più interessanti che si verifica nell’ambito della metallurgia. In pratica, si tratta della creazione di uno strato di stagno, come suggerisce appunto il nome, o anche di una lega a base di stagno sulla superficie dei pezzi di metallo: lo scopo è soprattutto protettivo, visto che si cerca di evitare l’effetto degli agenti atmosferici o di determinate sostanze. In alcuni casi, poi, si utilizza pure questa creazione come uno stato intermedio per riuscire a migliorare l’adesione di un altro rivestimento in metallo al pezzo che deve essere protetto. Vi sono sostanzialmente tre modi per realizzare una stagnatura in maniera adeguata ed efficace.

Industria metallurgica: la allocorrosione

La allocorrosione è uno dei tipi di corrosione che si verifica in modo particolare nelle condotte e nelle strutture metalliche che sono interrate. Con questo nome si tendono a raggruppare tutti quei fenomeni corrosivi che vengono causati da agenti esterni al binomio metallo-terreno, o meglio tutti i fenomeni in cui l’agente perturbatore è distinto ed indipendente dallo stato elettrico della struttura interrata ed è sovrapposto a questo in modo tale da spostare in maniera artificiale l’equilibrio del complesso. Una classica definizione è stata data dallo studioso francese Maurin.

Industria meccanica: gli acciai da cementazione

Gli acciai di cementazione sono usati soprattutto quando presentano una buona percentuale di carbonio: uno dei pericoli che essi presentano è quello di possibili deformazioni e rotture nella tempra successiva, per cui si adottano solo per i pezzi di piccole dimensioni e di disegno abbastanza semplice. Si possono utilizzare altrimenti degli acciai speciali, i quali consentono la tempra in olio, la quale è meno energica e dà meno tensioni interne e distorsioni. Gli acciai per cementazione con carbonio hanno la composizione generalmente compresa entro limiti ben precisi.

Industria metallurgica: l’alluminotermia

L’alluminotermia è il processo inventato da Heinrich Jacob Goldschmidt nel 1894 e basato sulle proprietà dell’alluminio finemente suddiviso di reagire con gli ossidi metallici, formando ossido di alluminio e lasciando il metallo praticamente puro. L’industria metallurgica ne fa ampio uso. L’operazione industriale a cui si sta facendo riferimento viene perfezionata all’interno di un apposito crogiuolo, in cui si mescolano la polvere di alluminio e l’ossido metallico. La reazione viene innescata, ad esempio, con una cartuccia di biossido di bario e alluminio in polvere e procede in maniera violenta con un grande sviluppo di calore (si raggiungono infatti temperature di circa 2.600-2.800 gradi e anche oltre).

Industria metallurgica: l’utilizzo del bolo

Con il termine “bolo” si indica di solito una varietà ferrifera di hallosyte e, in senso ancora più generico, un’argilla piuttosto compatta (ecco perché si parla di “terra bolare” in questo caso): quest’ultima presenta tra le sue caratteristiche una frattura di tipo concorde, di colore rosso più o meno intenso, a causa della presenza di sesquiossidi di ferro, alquanto untuosa al tatto per la precisione. Il bolo tipico dal punto di vista storico proveniva una volta da paesi come l’Armenia e la Persia (l’attuale Iran) ed è proprio per tale motivo che vi sono delle varianti per quel che riguarda i nomi. Gli esempi tipici sono quelli di bolo di Armenia, bolo armeno, bolo orientale, bolo rosso.

Leghe metalliche: il monel

Il monel è la lega metallica che si ottiene trattando direttamente al forno elettrico dei minerali cupro-nicheliferi che provengono dal Canada. La composizione a cui si sta facendo riferimento prevede dei limiti molto precisi: anzitutto, il nichel è compreso tra il 67 e il 70%, mentre il rame risulta essere inferiore da questo punto di vista (tra il 26 e il 30%). Non bisogna dimenticare, poi, le altre percentuali importanti, vale a dire quella del ferro (meno del 3%), il manganese (meno dell’1,5%), il silicio e il carbonio (le cifre sono ancora più basse). In aggiunta, c’è da sottolineare come il carico di rottura del materiale che viene sottoposto alla laminazione industriale arriva fino a sessantacinque chilogrammi per millimetro quadrato.

Industria del ferro: si avvicina l’Expofun 2012 di Buenos Aires

Mancano appena quattro giorni all’inizio di Expofun: si tratta di una manifestazione che si tiene in Argentina, nella capitale Buenos Aires e ha una stretta correlazione con il settore industriale. In effetti, l’evento che si terrà in territorio sudamericano dal 15 al 17 novembre prossimi non è altro che la terza esposizione internazionale dei prodotti, degli equipaggiamenti e dei macchinari legati all’industria del ferro. Di cosa si sta parlando nello specifico? Anzitutto, si cercherà di battere i numeri che sono stati totalizzati nell’edizione precedente (risalente al 2010). In effetti, la fiera argentina ha beneficiato di 1958 visite complessive, la maggior parte delle quali (oltre il 94% per la precisione) di nazionalità locale.

Industria metallurgica: il tubo Mannesmann

Il tubo Mannesmann è uno dei più utilizzati dall’industria metallurgica: in pratica, si tratta di un tubo senza alcuna saldatura e che è stato prodotto per mezzo di un apposito laminatoio speciale, il quale viene detto “elicoidale” (i cilindri presentano degli assi sghembi). Il prodotto che si ottiene con questo processo industriale molto semplice è piuttosto grezzo e costituisce quello che si chiama un forato. Per agevolare di gran lunga la formazione del foro e dare ad esso una maggiore regolarità, si è soliti munire il laminatoio di una spina, contro la quale si comprime la barra. Il foro viene quindi regolarizzato e le pareti sono assottigliate.

Industria pesante: i nuovi azionamenti di Sprint Electric

Il settore dell’industria pesante potrà beneficiare a breve di azionamenti in corrente continua nuovi e interessanti: si tratta delle innovazioni che la società Sprint Electric ha deciso di presentare e rendere note nel corso della fiera Sps/Ipc/Drives di quest’anno a Norimberga, in Germania. Entrando maggiormente nel dettaglio, l’azienda britannica ha scelto di puntare su azionamenti digitali della serie Plx, per un totale massimo di 2.250 ampere (980 chilowatt per la precisione). Questi strumenti sono la soluzione industriale più utile per il controllo dei motori in corrente continua, più precisamente quando c’è bisogno di lavorare i metalli, di perfezionare attività collegate all’acciaio, al settore minerario, del cemento e della gomma, senza dimenticare tutti gli altri comparti che compongono l’industria pesante.

Industria metallurgica: le leghe antifrizione

Le leghe antifrizione sono molto sfruttate dall’industria metallurgica: in effetti, esse sono destinate al rivestimento delle parti di macchine sottoposte a una particolare usura per attrito, come ad esempio i perni, le teste di biella, i collari di eccentrici e molto altro. Tali leghe, inoltre, devono avere un coefficiente di attrito molto ridotto, oltre a una elevata resistenza all’usura e allo schiacciamento, senza dimenticare l’alto grado di plasticità. Per realizzare queste specifiche caratteristiche si utilizzano delle leghe multiple, costituite da una matrice metallica che è relativamente plastica e in cui sono dispersi gli elementi cristallini di notevole durezza.