Inquinamento: le acque reflue industriali

Uno dei metodi per tutelare in maniera preventiva le risorse idriche è rappresentato senza dubbio dai piani di tutela delle acque; inoltre, bisogna disciplinare in maniera idonea ed adeguata anche gli scarichi industriali. Lo scarico non è altro che qualunque tipo di immissione diretta di acque reflue liquide, semiliquide e comunque da convogliare nelle acque superficiali, sul suolo e nella rete fognaria. Gli scarichi, inoltre, possono essere di diverso tipo; si distinguono, in particolare, le acque reflue domestiche (quelle che provengono da abitazioni e servizi, ma anche dal metabolismo umano), le acque reflue assimilate alle domestiche, le acque reflue urbane (un miscuglio di varia provenienza) e quelle reflue industriali, appunto, vale a dire le acque che vengono scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgono attività commerciali o di produzione dei beni.

Generatori di corrente continua: gli accumulatori al piombo

Gli accumulatori al piombo sono delle piastre costituire da intelaiature di questo materiale: l’elettrolita è rappresentato dall’acido solforico diluito con acqua distillata, con una densità di 1,20 per i tipi stazionari fino a 1,28 in relazione ai cosiddetti tipi portatili (questo vuol dire che la densità aumenta durante la fase di carica). Quali capacità può avere un accumulatore di questo tipo? In tal caso, si vuole intendere la quantità di elettricità che può essere usata durante la scarica in questione ed è sostanzialmente variabile a seconda del tipo di batteria che si sarà andati a sfruttare; in effetti, si varia da tre a dodici amperora per chilogrammo di piastra. In aggiunta, tutto dipende dall’intensità della corrente di scarica, la quale decresce all’aumentare di quest’ultima, ma ci si può anche basare sulla durata della scarica a corrente costante.

Rivoluzione industriale inglese: i casi di Sowerby e Calverley

Le città di Calverley-cum-Farsley e Sowerby erano dislocate esattamente all’interno del distretto industriale britannico dello Yorkshire occidentale, un fulcro della Rivoluzione Industriale inglese nel corso del XVIII secolo: la loro fortuna derivò soprattutto dal settore tessile, nonostante la stessa Sowerby fosse il doppio di Calverley per quel che riguarda le dimensioni e la popolazione complessiva. In realtà, le due cittadine in questione hanno beneficiato di una precoce e forte dipendenza dall’industria del vestiario, ma le forme di organizzazione proto-industriale furono assai differenti. Nello specifico, questa dipendenza dal tessile derivava, in particolare, dalla volontà di conseguire un miglioramento dal punto di vista economico e sociale.

La disciplina dei rischi di incidenti industriali

Le attività industriali sono tutelate dalla nostra Costituzione (nello specifico dall’articolo 41), ma vi sono dei limiti che sono dettati, in particolare, dall’utilità sociale, dalla sicurezza e dalla dignità umana: già prima dell’emanazione della Carta, comunque, esisteva una specifica disciplina per quel che concerne le industrie che lavoravano sostanze particolari e pericolose, soprattutto quelle che avrebbero potuto provocare dei danni alla salute dell’uomo. La prima citazione di “lavorazioni insalubri” risale al 1934 e andava a contemplare quelle unità industriali che erano solite produrre vapori, gas ed altre esalazioni dannose per i cittadini. Una svolta importante e drammatica si ebbe però nel 1976 a causa dell’incidente di Seveso (attuale provincia di Monza-Brianza).

La bonifica dei siti industriali inquinati

Le bonifiche e i ripristini ambientali a livello industriale prevedono un iter ben preciso che in pochi conoscono. La bonifica vera e propria e tutte le leggi collegate da applicarvi diventano necessari nel caso di una contaminazione del sito oltre certi limiti, o anche quando c’è il pericolo che un determinato sito industriale possa correre questi rischi: vi sono infatti dei parametri e dei riferimenti ben precisi a cui rapportarsi per capire quanto grave sia il pericolo in questione. Ovviamente, i valori valgono per il suolo, il sottosuolo e le acque sotterranee; inoltre, c’è meno restrizione nel caso di siti a uso commerciale e industriale che quando si tratta di siti a uso verde pubblico, residenziale e privato. Il sito stesso viene definito come “inquinato”, quando anche uno solo dei valori limite viene oltrepassato.

Trattamenti termici: il procedimento di nitrurazione

Il procedimento di nitrurazione consiste essenzialmente nella diffusione dell’azoto al posto del carbonio negli strati superficiali dell’acciaio dolce: lo scopo è molto simile a quello che si vuole ottenere dalla cementazione, ma vi sono comunque dei vantaggi non indifferenti. Ad esempio, la durezza superficiale è maggiore, ma non si tratta soltanto di questo; in effetti, negli acciai bonificati a circa seicento gradi, la tenacità del cuore non viene modificata dalla nitrurazione, mentre la durezza si mantiene invariata fino a circa cinquecento gradi. Inoltre, non si devono dimenticare la maggior resistenza superficiale e che la temperatura bassa e uniforme del processo in questione evita delle deformazioni o delle tensioni dannose, tanto più che nessun ulteriore trattamento termico deve poi essere eseguito.

L’inquinamento industriale provocato dal benzene

Il benzene fa parte della grande famiglia dei composti organici volatili di tipo non metanico: esso, però, viene misurato in maniera continua soltanto da poco tempo nelle aree urbane ed è una fonte di preoccupazione non indifferente a causa delle alte concentrazioni che vengono registrate in prossimità delle arterie cittadine più congestionate e degli ampi parcheggi. Il benzene, infatti, non è altro che un composto naturale del petrolio e dei suoi derivati e si forma anche durante il ciclo di produzione delle benzine come sottoprodotto, a opera di alcuni precursori a base aromatica e naftenica, i quali sono presenti nel greggio stesso in maniera del tutto naturale.

Impianti elettrici: come scegliere i cavi più adatti

Un buon impianto elettrico non può che beneficiare di una scelta ottimale di cavi. Ma come si effettua esattamente questa operazione? In pratica, bisogna prendere come punto di riferimento alcuni criteri specifici: occorre quindi analizzarli nel dettaglio. Anzitutto, per quel che concerne i locali umidi, si devono utilizzare solamente dei cavi di prima e seconda classe per le condutture rigide, solo cavi di prima classe invece per quelle flessibili. Nel caso in cui, poi, si va a fare la posa direttamente sull’intonaco di cavi rigidi, allora questi non possono che essere di prima classe. L’utilizzo dell’alluminio, inoltre, è vietato per la corrente continua, mentre per quella alternata è consentito in alcuni casi, a patto che si usi esclusivamente materiale stagno.

I trattamenti di preservazione e difesa dei legnami

Per evitare i tipici difetti dei legnami, come ad esempio i nodi, le sinuosità e la torsione delle fibre, vi sono degli appositi trattamenti per la preservazione degli stessi: nello specifico, si tratta della lavatura, della stagionatura, dell’essiccamento, delle imbibizioni e iniezioni antisettiche e della verniciatura. Nel caso della lavatura, si procede con una semplice immersione dei tronchi in acqua dolce corrente, anche se, in maniera meno conveniente e opportuna, si è soliti sfruttare anche l’acqua di mare; la durata di questo specifico trattamento può essere anche di alcune settimane o meglio mesi.

Macchine industriali: l’importanza degli stantuffi

Nelle macchine motrici lo stantuffo riceve la spinta dovuta alla pressione del fluido che agisce entro il cilindro: questa viene poi trasmessa alla biella o in maniera diretta o attraverso lo stelo e il testacroce. Per quel che concerne le macchine operatrici, invece, questo stesso organo svolge una funzione del tutto inversa. Una opportuna guarnizione assicura la tenuta tra lo stantuffo stesso e il cilindro, pur senza ostacolare il moto relativo. Questa guarnizione, poi, viene solitamente portata dallo stantuffo, ma in casi speciali, vale a dire quelli dei cosiddetti “stantuffi tuffanti”, si trova sul cilindro. Gli stantuffi possono essere di vario tipo e la lista in questione è davvero sconfinata; possiamo citare, tra gli altri, quelli a disco, a cono e a fodero.