L’ecocompatibilità industriale è un fenomeno che sta progressivamente interessando il nostro paese. Nello specifico, è la città di Prato quella che può vantare gli esempi e i modelli di maggior successo: si possono infatti citare gli impianti in cui si riutilizzano gli stracci, quelli per il riciclaggio delle acque industriali e molti altri distretti che si caratterizzano per questa attività decisamente “green”. Il comune toscano è così aperto allo sviluppo sostenibile che di recente si è proprio tenuto un convegno a tal proposito, un’occasione molto importante per conoscere meglio le tematiche in questione e comprendere quali sono le reali potenzialità degli eco distretti industriali nel nostro paese.
Metallurgia: la fabbricazione delle lime
La fabbricazione delle lime richiede un procedimento piuttosto particolare che va spiegato nel dettaglio. Anzitutto, è necessario riscaldare delle barre, profilate secondo la sezione della lima che si vuole ottenere, in degli appositi forni a nafta o a carbone; quindi, si fucinano, in modo da ricavare il codolo e dare la conseguente forma. Comunque, è sempre preferibile stampare al maglio e non oltrepassare la temperatura di fucinatura, la quale è compresa tra i 750 e i 950 gradi. Nella fase successiva, poi, si cuoce nuovamente al di sopra del punto critico superiore per almeno tre ore e quindi si lascia raffreddare in maniera piuttosto lenta nel forno.
Proprietà industriale: allarme dell’Indicam sul Made in Italy
L’Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione (Indicam) non ha usato mezzi termini: la sua intenzione attuale è quella di denunciare l’Italia per l’infrazione commessa nel non rispettare il diritto comunitario e, in particolare, le due indicazioni più importanti per quel che concerne la proprietà industriale, vale a dire “Made in Italy” e “100% Made in Italy”. La contraffazione non può che rappresentare un problema per il nostro paese ed è per questo motivo che il numero uno dello stesso Indicam, Carlo Guglielmi, ha lanciato l’allarme. In pratica, basterebbe un apposito testo legislativo per risolvere questa situazione e invece lo Stato brilla per il suo immobilismo.
Superfici metalliche: le prove dei rivestimenti protettivi
I rivestimenti protettivi delle superfici metalliche necessitano di alcune prove essenziali. Una delle più importanti è senza dubbio quella di corrosione accelerata: in pratica, i provini sono sottoposti a una nebulizzazione con soluzione al 10-20% di cloruro di sodio, operando quasi sempre a temperatura ambiente. Come linea generale, venti ore di corrosione salina corrispondono alla durata di circa un anno di esposizione del pezzo all’atmosfera di una città industriale che non è situata in vicinanza del mare. Spesso, poi, la nebbia salina viene ad essere sostituita dal metodo al bagnasciuga (il pezzo è alternativamente immerso per diverse ore nella solita soluzione salina al cloruro di sodio e lasciato esposto all’aria).
Pavimenti industriali: le ultime novità di Italcementi
Da domani e fino al prossimo 5 ottobre Rho, cittadina non distante da Milano, sarà la protagonista assoluta della Fiera Internazionale dell’Edilizia e dell’Architettura. Inutile aggiungere che uno degli stand più promettenti e più invitati sarà quello di una compagnia più che conosciuta nel nostro paese: si tratta di Italcementi, la quale intende potenziare ulteriormente la propria leadership industriale. Il gruppo in questione, infatti, presenterà delle novità molto interessanti per quel che concerne le superfici industriali, tra cui il cemento trasparente i.light, già reso noto nel corso della precedente edizione dell’evento, la quale si svolse a Shanghai, in Cina.
Trattamenti termici: la cementazione degli acciai
La cementazione, o carburazione, degli acciai consiste nell’incrementare il loro tenore di carbonio, partendo dagli strati superficiali, mediante la diffusione in mezzo carburante. Lo scopo specifico di tale operazione è quella di conferire alla superficie dell’acciaio dolce grande durezza, mentre l’interno riesce a conservare una buona tenacità, ottenendo così resistenza all’usura, agli urti e alle sollecitazioni alterne. La cementazione viene ad essere impiegata quando l’utilizzo dell’acciaio ad elevato tenore di carbonio sarebbe di ostacolo alla buona riuscita dell’operazione di tempra per la forma e per le dimensioni dei pezzi.
Accumulatori termici: i consumi industriali di vapore
Gli accumulatori termici sono utilizzati prevalentemente in quelle industrie che presentano dei diagrammi di consumo di vapore che sono molto variabili lungo tutto il corso della giornata: gli esempi più interessanti sono rappresentati, in particolare, dalle industrie che sono solite impiegare il vapore come mezzo di distribuzione del calore, quali gli zuccherifici e le cartiere, in modo che la caldaia possa funzionare in maniera efficace e costante al regime più favorevole. Inoltre, in tale maniera l’accumulatore stesso riesce a sopperire alle variazioni di consumo che si possono verificare in qualsiasi momento.
Le lampade a luminescenza e fluorescenti
Tra le lampade elettriche di maggiore utilizzo, anche e soprattutto a livello industriale, figurano senza dubbio quelle a luminescenza e quelle fluorescenti. Le lampade a luminescenza sfruttano appunto quanto prodotto dalla scarica elettrica in un gas a bassa pressione; eventualmente, possono essere presenti anche dei vapori metallici, come ad esempio il mercurio. Le lampade a catodo freddo richiedono per il loro funzionamento delle tensioni piuttosto elevate e delle correnti molto basse. Nel caso in cui vengono alimentate con dei trasformatori appositi, allora questi ultimi devono avere una grande reattanza, altrimenti è necessario disporre di resistenze o reattanze in serie.
I parafulmine di protezione delle linee elettriche
La protezione delle linee elettriche avviene solitamente attraverso dei moderni scaricatori del tipo a cristallite, a caduta catodica e a espulsione d’arco. Si tratta di quelli che siamo abituati a chiamare “parafulmini”, essenziali per l’esistenza intera degli impianti elettrici. Gli scaricatori, per l’appunto, vengono montati sulla linea in questione derivandoli verso terra; dato che la loro caratteristica principale consiste nel possedere una resistenza interna che è variabile in funzione della tensione (la resistenza è elevatissima alla tensione normale per cui sono costruiti, mentre è bassa in presenza di una tensione molto alta), il loro collegamento elettrico sulla linea nel modo che è stato appena descritto è innocuo fintanto che la linea riesce a funzionare a tensione di esercizio, mentre costituiscono un franco di corrente continua a terra nell’ipotesi di una tensione della linea che sia in grado di superare determinati valori.
Radiotecnica, l’importanza dei provavalvole
I provavalvole stabiliscono in modo quasi immediate la bontà di un tubo elettronico e si basano generalmente sul controllo dell’emissione totale del tubo, ma anche sulla cosiddetta conduttanza mutua. Le tipologie industriali in questione sono diverse, ma si possono ricordare anzitutto i provavalvole a emissione totale: in questo caso, infatti, subito aver collegato la griglia con l’anodo e aver sottoposto il filamento alla tensione normale di accensione, si va ad applicare al tubo una tensione ridotta e compresa tra i trenta e i cinquanta volt, alternata oppure continua. Un milliamperometro, inoltre, con una opportuna protezione con resistenza derivata graduabile, viene inserito nel circuito anodico e fornisce il valore della corrente totale emessa dal filamento stesso, da cui si stabilisce la bontà del tubo previo un confronto con la tabella che è annessa allo strumento e riporta le emissioni di tutti i tipi che sono supposti in eccellente stato e riferiti alle condizioni normali di funzionamento dell’apparato.