Inquinamento industriale: lo Zeppelin del Pegasos è giunto vicino Ravenna

I dirigibili Zeppelin hanno vissuto il loro periodo d’oro tra gli anni Dieci e Trenta del secolo scorso, almeno fino a quando il disastro dell’Hindenburg (1937) non ne ha offuscato il mito: questa stessa tipologia di mezzo sta avendo ora una funzione molto importante, visto che lo Zeppelin NT previsto dal progetto Pegasos dell’Unione Europea sta sorvolando i cieli del Vecchio Continente per capire quale sia il reale stato dell’inquinamento industriale. Il dirigibile in questione è giunto ora nei pressi di Ravenna e in molti lo hanno notato anche con una certa curiosità, come ha spiegato la sezione emiliana dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).

L’importanza del suolo per controllare l’inquinamento industriale

Il suolo svolge un ruolo molto importante per quel che concerne il controllo del futuro atmosferico del nostro pianeta, così come è stato accertato e rivelato da un recente studio: in particolare, si è capito come trovare degli ecosistemi ancora intatti e quali sono state le loro risposte agli accresciuti livelli di anidride carbonica nell’atmosfera. L’attuale quota di diossido di carbonio della Terra è pari a 390 parti per milione, ben al di sopra delle 260 che sono state quantificate in relazione all’inizio della Rivoluzione Industriale, circa trecento anni fa. In aggiunta, quello che preoccupa maggiormente è che tale soglia potrebbe arrivare fino a cinquecento parti per milioni nei prossimi decenni.

Inquinamento industriale: un piano ambizioso in Vietnam

Il Comitato del Popolo del Vietnam ha selezionato quelli che potrebbe essere l’obiettivo e il risultato migliori per ridurre l’inquinamento industriale a partire dal 2015: si tratta di un piano di gestione molto ambizioso e interessante, il quale si focalizza, in particolare, sul controllo di vari settori, in primis quello chimico, tessile, dei coloranti, della carta, alimentare e delle risorse naturali, vale a dire i principali responsabili degli alti livelli attuali. Inoltre, tale progetto è stato in grado di stipulare quali sono le zone industriali e i parchi high-tech che dovrebbero beneficiare quanto prima di innovativi sistemi di trattamento per quel che concerne le acque di scarto, cercando di venire incontro agli standard di protezione ambientale.

L’inquinamento industriale dei fitofarmaci

I fitofarmaci sono quelle sostanze che vengono impiegate in agricoltura contro le malattie delle piante provocate da virus, contro gli attacchi di parassiti animali e vegetali (insetti, acari, funghi e batteri in primis) e contro le piante infestanti. Il loro utilizzo, però, dà vita a un vero e proprio inquinamento industriale. Cerchiamo di capire in che modo. Ad esempio, si possono prendere in considerazione i diserbanti che, dal punto di vista quantitativo, sono i fitofarmaci più utilizzati in assoluto. Le piante infestanti crescono insieme a quelle utili, mescolandosi ad esse, e ne indeboliscono gravemente lo sviluppo: per contrastarle in maniera efficace si possono usare mezzi fisici, chimici e anche biologici.

L’inquinamento industriale provocato dal benzene

Il benzene fa parte della grande famiglia dei composti organici volatili di tipo non metanico: esso, però, viene misurato in maniera continua soltanto da poco tempo nelle aree urbane ed è una fonte di preoccupazione non indifferente a causa delle alte concentrazioni che vengono registrate in prossimità delle arterie cittadine più congestionate e degli ampi parcheggi. Il benzene, infatti, non è altro che un composto naturale del petrolio e dei suoi derivati e si forma anche durante il ciclo di produzione delle benzine come sottoprodotto, a opera di alcuni precursori a base aromatica e naftenica, i quali sono presenti nel greggio stesso in maniera del tutto naturale.

Virgin Atlantic sfrutta l’inquinamento industriale per i suoi carburanti

La Virgin Atlantic Airways è uno dei principali vettori aerei del Regno Unito e dell’intero continente europeo, ma sta facendo parlare di sé negli ultimi tempi per una innovazione importante: chi avrebbe mai detto che l’inquinamento industriale sarebbe diventato essenziale per i rifornimenti di carburante della compagnia londinese? Ebbene, le cose stanno proprio così. In effetti, è stato appena annunciato un piano relativo alle rotte e ai voli commerciali che prevede l’utilizzo di un carburante sintetico basato principalmente sugli scarti delle industrie: si tratta, in pratica, di un metodo molto importante per inquinare di meno, visto che l’innovazione dovrebbe consentire di dimezzare le emissioni di anidride carbonica rispetto a quanto è capace di fare un tipico jet.

Inquinamento industriale: i problemi del fiume Doubs

Svizzera e Francia sarebbero le principali responsabili dell’inquinamento industriale del fiume Doubs (ci troviamo nella città di Neuchatel).

Molte associazioni, tra cui il Wwf e la Federazione Svizzera di Pesca si stanno mobilitando in tal senso e il fatto che si siano rivolte perfino al Consiglio d’Europa la dice lunga sulla gravità della situazione: questo fiume vanta una particolarità ittica non indifferente, vale a dire il cosiddetto “Roi du Doubs, un pesce prelibato, ma anche a rischio di estinzione, tanto è vero che ormai è presente quasi solamente nella zona compresa tra i due paesi.

Inquinamento industriale: l’Italia si adegua alla tecnologia Ccs

Le tecnologie industriali e ambientali cominciano finalmente a riguardare anche il nostro paese.

Il governo ha fornito il proprio assenso per un apposito decreto legislativo, il quale altro non è che il recepimento della direttiva comunitaria relativa allo stoccaggio di anidride carbonica dal punto di vista geologico: gli stabilimenti industriali sono già in fase di costruzione a Porto Tolle (provincia di Rovigo) e in Sardegna. La tecnologia in questione è quella della Carbon Capture Sequestration, la quale prevede importanti conseguenze per lo sviluppo industriale ed energetico, rispettando ovviamente l’ambiente.

Il contributo della Basilicata all’inquinamento industriale

La condanna subita dall’Italia in merito all’inquinamento industriale è ormai cosa nota.

Ma è possibile individuare delle responsabilità maggiori rispetto ad altre? La Basilicata è una delle regioni più coinvolte in tal senso: in effetti, vi sono ben ventiquattro siti lucani, tra cui l’inceneritore Fenice, che si sono resi protagonisti di emissioni eccessive di anidride carbonica nell’atmosfera, ragione per la quale alcuni di essi sono ora in fase di manutenzione; se il nostro paese non è riuscito a rientrare nei parametri ambientali è anche a causa delle mancate autorizzazioni integrate ambientali di questi luoghi della regione meridionale.

Inquinamento industriale: il problema delle Tar Sands

Se si dovesse stilare una classifica dei progetti più devastanti dal punto di vista dell’inquinamento industriale, le Tar Sands occuperebbero sicuramente una posizione importante.

Addirittura, c’è chi si è sbilanciato parlando del “progetto più devastante del mondo”: il fenomeno è tipico del Canada e si caratterizza per questa poltiglia di bitume, argilla e sabbia, un ammasso da cui si può ricavare il petrolio. Quest’ultima estrazione, per l’appunto, avviene dopo avere abbattuto le splendide foreste boreali del paese nordamericano, con il terreno che viene “bollito” dall’acqua dolce e dal gas naturale.