Non è un caso che il Villaggio Crespi d’Adda sia patrimonio dell’Unesco: questo sito industriale è una vera e propria città operaia e la sua storia merita di essere approfondita e analizzata. Crespi d’Adda, infatti, è una frazione del comune di Capriate San Gervasio ( ci troviamo nella provincia di Bergamo per la precisione). È proprio qui che i Crespi, una famiglia di industriali cotonieri della Lombardia, decise di istituire il villaggio in questione nell’Ottocento, un luogo ideale per il lavoro che avrebbe accostato il vicino impianto tessile, lungo le rive del fiume Adda per l’appunto.
Redazione
Il difficile scenario congiunturale delle industrie varesine
Uno scenario difficile: è questa la sintesi più azzeccata per descrivere la situazione in cui si trova il settore industriale della provincia di Varese, con l’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali che ha condotto un’interessante ma anche sconfortante indagine congiunturale. Già la scorsa estate, infatti, si era avuto a che fare con un pericoloso rallentamento del comparto, ma con l’autunno tutto si è concretizzato ancora di più. Il periodo temporale preso in esame è quello del terzo trimestre di quest’anno, vale a dire i tre mesi compresi tra giugno e settembre scorsi.
Macchine agricole: tutto pronto per Eima International 2012
Mancano ancora due giorni all’inizio di Eima International, l’esposizione internazionale di macchine destinate al settore agricolo che si terrà dal 7 all’11 novembre prossimi presso il Quartiere Fieristico di Bologna: questo evento ha una cadenza biennale, dunque l’ultimo precedente in tal senso risale al 2010. In pratica, come si sta capendo facilmente, il comparto interessato è quello che raggruppa le aziende produttrici di macchinari agricoli, quindi si possono citare quelle per la lavorazione del terreno, per la semina, la concimazione, l’irrigazione e la raccolta di prodotti. Il salone in questione si pone dunque l’obiettivo di illustrare agli addetti quali sono le ultime proposte in fatto di meccanizzazione nell’ambito del settore primario.
Industria del legno: la scortecciatrice
La scortecciatrice è quel macchinario industriale che viene impiegato per, come si intuisce dal nome, scortecciare il legno: in effetti, non bisogna dimenticare che la corteccia, la quale è quasi totalmente priva di cellulosa, è anche ricca di sughero e tannini, dunque va a incidere in maniera determinante sulla purezza della cellulosa che poi viene prodotta. Le scortecciatrici più comuni che attualmente si possono rinvenire in commercio si basano essenzialmente sull’azione di uno o più utensili che sono atti a piallare la superficie del legno.
Lavorazione della ceramica: i coni di Seger
I coni di Seger, detti anche “pirometrici”, sono degli strumenti industriali molto importanti per la misurazione della temperatura dei forni adibiti alla cottura dei materiali ceramici. Essi hanno la forma di piccoli coni, o anche di piramidi in alcuni casi, con la base triangolare: l’altezza è di alcuni centimetri, mentre la fabbricazione avviene servendosi di materiali che hanno diverse temperature di rammollimento, comprese di solito tra i 670 e i 2.000 gradi, in modo da costituire una serie di campioni di riferimento. I coni di Seger vengono introdotti nel forno in numero di tre, con la temperatura di rammollimento che cresce.
Fasa progetta una linea industriale per il confezionamento del burro
Il gruppo Fasa si sta segnalando per una novità piuttosto interessante in relazione al settore industriale: nello specifico, si tratta di una linea progettata appositamente per l’imballaggio del burro e il suo confezionamento, partendo da porzioni da venti-venticinque chilogrammi, in modo da venire incontro alle principali esigenze dei consumatori. La linea in questione si compone essenzialmente di quattro diversi macchinari. Ogni pezzo a cui si sta facendo riferimento è in grado di svolgere una funzione dedicata, tanto è vero che il design non è stato realizzato in maniera casuale, ma in modo da far lavorare ogni singola parte come se si trattasse di un sistema industriale completo.
Struttura e funzionamento degli scrubber
Lo scrubber è una colonna di cui si servono diverse industrie, con o senza riempimento, a pioggia di liquido: essa viene sfruttata e utilizzata per ottenere l’assorbimento, la depolverizzazione o l’umidificazione dei gas, o anche per il raffreddamento di quelli più caldi. Gli scrubber sono costituiti essenzialmente da corpi a forma di cilindro o di poligono, ad asse verticale, i quali possono raggiungere anche i venti metri di altezza per la precisione. In queste colonne il liquido assorbente viene immesso a una pressione che viene considerata conveniente (compresa tra le tre e i cinque atmosfere nello specifico), attraverso una serie di polverizzatori che sono disposti tutti intorno alla torre, a diverse altezze, e viene scaricato dal basso con un apposito sistema a sifone.
Lm Réalisations propone un armadio di protezione per l’agroalimentare
Lm Réalisations è l’azienda francese impegnata da sempre nella concezione e nella produzione di strumenti di protezione dedicati agli ambienti industriali: l’ultima novità del gruppo transalpino che merita di essere approfondita è l’armadio di protezione per il settore agroalimentare, il quale può contare su tre scomparti per la precisione. A cosa serve questo strumento? Il suo scopo è quello di ospitare e rendere più ordinate le diverse configurazioni delle varie apparecchiature informatiche, quindi si fa riferimento allo schermo Lcd, allo stesso personal computer, alla stampante e alla tastiera. Le caratteristiche principali sono presto dette.
Archeologia industriale: le ex Officine Savigliano di Torino
Una conoscenza approfondita dell’archeologia industriale italiana non può prescindere da una visita alla città di Torino: che cosa si può scoprire all’ombra della Mole? Il cuore del capoluogo sabaudo si caratterizza per il comprensorio delle ex Officine Savigliano. È qui, infatti, che tre anni fa è stato instaurato un complesso commerciale davvero all’avanguardia, con caratteristiche strutturali e funzionali davvero originali. Nel dettaglio, si è riusciti a far amalgamare in maniera perfetta l’architettura industriale di questa struttura, la quale risale all’inizio del Ventesimo secolo con altri stili e temi più contemporanei. Insomma, si sta parlando di un esempio di successo del recupero dell’archeologia industriale.
Chimica industriale: l’ossidazione anodica
L’ossidazione anodica è il processo chimico-industriale che viene provocato attraverso l’elettrolisi anziché con l’intervento di ossidanti di tipo chimico. Le ossidazioni di questo tipo presentano in genere il vantaggio, rispetto a quelle chimiche, di dar luogo a un solo prodotto e non a una miscela singola. Tale risultato si ottiene attraverso un controllo molto accurato sia del potenziale dell’anodo che della densità di corrente, oltre che con una opportuna scelta della soluzione elettrolitica. Le ossidazioni elettrolitiche sono molto usate soprattutto nella chimica inorganica, dunque è necessario ricordare le principali che vengono impiegate nell’industria.