Ultimi dettagli per il piano del Mountain Vista Industrial Park

La costruzione risale ai primi anni Venti del secolo scorso, dunque i 149 acri che sono meglio conosciuti come Ironton nell’angolo sud-orientale di Provo (città dello Utah) sono pronti a una vera e propria rivitalizzazione: il lungo progetto in questione è finalmente giunto alla sua fase decisiva, con tutto l’impegno economico e ambientale che si dovrà tradurre necessariamente in un’area industriale ben sviluppata e che prenderà il nome di Mountain Vista Industrial Park. Il vecchio Ironton Hill conserva una quantità incredibile di storia, tanto che il primo stabilimento industriale venne costruito da queste parti nel 1920: si trattava del Columbia Steel Mill, passato poi sei anni dopo nelle mani della Us Steel e successivamente del controllo governativo.

Slovacchia, un nuovo parco industriale tra Kosice e Presov

Una delle principali strade che caratterizza la Slovacchia è quella che collega le due città principali dopo la capitale Bratislava, ovvero Kosice e Presov: ed è proprio a metà strada di questo tragitto che si sta focalizzando l’attenzione per dar vita a un parco logistico e industriale nuovo di zecca, il quale andrà a coinvolgere i capoluoghi in questione e una buona parte della zona orientale del paese. L’investimento che si prevede possa essere stanziato in questo senso ammonta a circa 112 milioni di euro, con una compagnia che si accollerà l’intera somma, vale a dire Nova Polhora Invest.

Gli organi di protezione: le valvole fusibili

Le valvole fusibili sono gli organi di protezione più economici, anche se non sempre i più sicuri in assoluto. Esse vengono poste di preferenza a valle dell’interruttore; sono preferibili quelle nelle quali il fusibile stesso non può essere sostituito in maniera arbitraria con un altro di maggiore portata. Le valvole in questione si mettono di norma su tutti i conduttori della distribuzione, in posizione facilmente accessibile e immediatamente a valle di ogni derivazione in cui si cambia portata e sezione del conduttore. Negli impianti vasti si abbonda in valvole: queste ultime, se opportunamente poste e a maniglia estraibile, possono servire per il sezionamento dell’impianto in caso di possibili guasti.

Impianti elettrici: la posa dei cavi interni

Quando si ha a che fare con degli impianti industriali interni, i cavi devono essere posati in vista sugli isolatori, oppure direttamente sopra l’intonaco (in alternativa sotto di esso). Quando sugli isolatori la distanza tra i punti di appoggio è pari o inferiore a un metro, allora è bene seguire questo consiglio: gli isolatori possono essere a carrucola o a rocchetto, sempre però proporzionati al diametro e al peso del cavo stesso. In aggiunta, i cavi non devono mai essere legati e attorcigliati. Un altro impiego molto utile può essere quello della tesatura sui soffitti. I cavi sotto piombo vengono ad essere trattenuti con delle gaffette di ferro piombato e mediante l’interposizione di spessori di piombo, oppure con delle gaffette di legno.

Archeologia industriale: premio Mulino Scoppetta al professor Fontana

Il premio “Mulino Scoppetta” 2011 per l’Archeologia Industriale verrà assegnato a Giovanni Luigi Fontana, proessore di Storia Economica presso l’Università degli Studi di Padova: il riconoscimento, molto prestigioso per questo settore, non è andato a “cercare” un vincitore qualsiasi, ma a una figura di spicco che ricopre anche il ruolo di rappresentante per il nostro paese all’interno del consiglio direttivo del Ticcih (The International Committee for the Conservation of the Industrial Heritage), l’organismo globale più importante per quel che concerne la valorizzazione del patrimonio industriale, così come si può intuire facilmente dalla stessa denominazione.

Hawaii: l’industria del gas si concentra sulle fonti rinnovabili

La utility del gas delle Hawaii può ora contare su un nuovo impianto industriale dalle ambizioni piuttosto “green; in effetti, la Gas Company del più recente stato federale americano punterà con questa specifica struttura a trasformare l’olio vegetale, quello proveniente dalle noci di cocco e altri grassi e oli in vero e proprio gas. Solitamente, infatti, l’impianto in questione ha sfruttato più che altro il petrolio importato, molto più inquinante, per ottenere il gas naturale. Che cosa ha spinto a questa svolta di tipo ambientalista?

Archeologia industriale a Roma: l’ex mattatoio di Testaccio

Uno dei più significativi esempi di archeologia industriale di Roma è senza dubbio l’attuale sede di Testaccio del Macro (Museo d’Arte Contemporanea di Roma): non si tratta di una semplice struttura museale, ma del perfetto recupero di una zona che un tempo era utilizzata per tutt’altri fini, i quali sono ancora intuibili nell’architettura e in quello che è rimasto dei vecchi edifici. Il riferimento non può che andare all’ex mattatoio della Capitale, il quale non era altro che una serie di padiglioni sfruttata per la macellazione e la commercializzazione di carni. La storia è alquanto affascinante e aiuta a comprendere e apprezzare meglio il museo nella sua forma attuale.

Lo sviluppo industriale di Germania e Stati Uniti nell’800

Quale sviluppo industriale hanno vissuto nell’800 le altre nazioni europee e internazionali, oltre all’Inghilterra? Un esempio importante è quello offerto dalla Germania: partita in ritardo rispetto ai britannici, la nazione teutonica conquistò negli ultimi decenni del XIX secolo il primato industriale tra i paesi del Vecchio Continente, arrivando addirittura a superare la produzione delle acciaierie inglesi, grazie soprattutto allo sfruttamento delle risorse minerarie (ferro e carbone) delle regioni acquistate con la guerra franco-prussiana del 1870, vale a dire l’Alsazia e la Lorena. Ma non bisogna dimenticare nemmeno il contributo fondamentale del bacino carbonifero della Ruhr.

La concentrazione industriale: i cartelli e i trust

Uno dei tratti salienti della seconda rivoluzione industriale è il passaggio dal regime di libera concorrenza a quello di coalizione; si tratta forse dell’aspetto più negativo e anche della massima contraddizione dell’economia di tipo liberale, la quale attribuiva appunto alla libera concorrenza la virtù di selezionare le energie produttive. La tendenza verso la concentrazione industriale si andrò sempre più intensificando quando si affacciarono per le imprese le possibilità delle riduzioni dei costi, ma anche della migliore organizzazione tecnica interna e di un maggior adeguamento dell’offerta alle necessità della domanda. Ecco perché sorsero tutti questi accordi e iniziative, con l’unico obiettivo di regolare i prezzi e aumentare i profitti. Una distinzione utile può essere quella tra sindacati commerciali e sindacati industriali.

L’archeologia industriale della Repubblica Ceca

Tra gli itinerari meno classici e pubblicizzati della Repubblica Ceca c’è sicuramente quello industriale: l’archeologia di questo tipo non è rappresentata solamente dalle fabbriche, dagli stabilimenti e dalle ciminiere, ma anche centrali elettriche e gasometri. Il turismo industriale è ben sviluppato nella ex Cecoslovacchia, tanto da garantire profitti importanti, grazie soprattutto a un’attenta valorizzazione del territorio. Ecco perché da queste parti assumono una importanza fondamentale anche gli antichi canali di irrigazione, i viadotti delle ferrovie, le miniere, le torri dei forti e molto altro. In pratica, c’è una grande fame di sapere e conoscere come si svolgeva un determinato mestiere in passato, come era strutturata l’industria e come si viaggiava.