Camerino, l’avventura industriale tra il 1905 e il 1915

La città di Camerino, in provincia di Macerata, ha vissuto una delle avventure industriali più interessanti di tutta Italia all’inizio del Novecento: il comune stesso e tutte le piccole comunità circostanti farebbero pensare più che altro a una vocazione essenzialmente dedita al settore primario, ma le realtà industriali sono state diverse e molto variegate. Il periodo più importante da questo punto di vista è sicuramente quello compreso tra il 1905 e il 1915. Che cosa c’è da dire in questo senso? Se il censimento agricolo mette in luce la presenza di dieci locomotori da destinare all’utilizzo agricolo (a conferma dell’importanza di questo settore), c’è anche da rimarcare come nel 1907 a Camerino fossero presenti anche due officine meccaniche, le quali davano lavoro a sei operai e che garantivano circa 2,5 hp di elettricità.

Saipem

Saipem acquisisce il distretto industriale brasiliano di Santos

L’ultima acquisizione di Saipem, una delle principali società per azioni che sono controllate dall’Eni, ha riguardato l’ambito industriale: in effetti, è stato “conquistato” un intero distretto che fa parte della città brasiliana di Guaruja, nello Stato di San Paolo. Perché questo interesse così marcato nei confronti della nazione sudamericana e delle sue attività industriali? Anzitutto, bisogna ricordare che la spa di San Donato Milanese è stata fondata nel lontano 1956 e che da allora è attiva nel settore petrolifero e nella realizzazione di apposite infrastrutture che siano adatte per ricercare giacimenti di idrocarburi e altri pozzi. Questa specifica acquisizione ha riguardato il 100% del distretto industriale in questione, vale a dire quello di proprietà della Terminal Portuario de Guaruja Sa.

Mechel Oao, varato un complesso industriale per il ferro-nichel

Mechel OAO, una delle principali compagnie russe per quel che riguarda il comparto minerario e metallifero, ha annunciato il lancio da parte del Southern Urals Nickel Plant di un complesso industriale sperimentale al fine di produrre ferro-nichel: la cerimonia è imminente e si parla già delle principali lavorazioni che verranno poste in essere, vale a dire quelle che coinvolgeranno la fusione elettrica. Questo lancio, tra l’altro, è parte della ricostruzione complessiva delle strutture industriali, con l’intento ben preciso di accrescere l’efficienza produttiva, di ridurre i costi di produzione e il volume dei rifiuti.

La trafilatura industriale dei metalli ferrosi

La fase di trafilatura segue in genere quella della laminazione: l’intento è quello di ottenere delle superfici ben finite, oltre all’esattezza delle quote. Attraverso la trafilatura, infatti, si ottengono dei diametri piccoli fino all’ordine di centesimi e dei profili che non possono essere invece ottenuti col laminatoio. Questa fase di lavorazione del metallo si esegue in modo graduale andando a ridurre la sezione per ogni passata di circa il 20%. Tale valore varia fortemente con la qualità del materiale e con le caratteristiche meccaniche desiderate; così pure avviene per la velocità di trafilatura vera e propria. Nelle filiere con un solo foro a disco, il diametro esterno è circa il triplo del diametro del foro; lo spessore minimo è pari a quindici millimetri, mentre le filiere sono multiple e la distanza tra i fori è uguale alla metà dello spessore della piastra.

Ottawa, comincia una nuova fase per il parco industriale

Ottawa, la capitale federale del Canada, è abituata a guardare avanti, come recita espressamente il proprio motto (Ottawa en avant): è forse per questo motivo che la città nordamericana ha ricevuto 1,98 milioni di dollari dalla Us Economic Development Administration, al fine di sviluppare le infrastrutture necessarie per la prossima fase del parco industriale (Ottawa Industrial Park per la precisione). Il sindaco Robert Eschbach ha espresso tutta la propria soddisfazione per questo passo, ricordando che la cittadinanza può crescere soltanto attraverso i progetti migliori e di qualità. La fase in questione prevede 77,79 acri di parco industriale, i quali andranno a ricomprendere una lista infinita di infrastrutture, tra cui possiamo citare le nuove rotte stradali, gli impianti idrici e sanitari e altri potenziamenti della linea ferroviaria.

Memoria diffusa, a Milano trionfa l’archeologia industriale

Gli scorci più antichi di Milano, quelli dimenticati, ma un tempo essenziali tornano a vivere grazie a “Memoria diffusa”: si tratta della manifestazione che vuole celebrare in maniera degna la memoria partecipata e che ha preso il via proprio oggi per durare fino al prossimo 30 ottobre. Questo festival verrà sicuramente incontro alle esigenze degli appassionati di archeologia industriale, visto che tutti quei parchi agricoli e industriali, oltre alle varie periferie che non sono conosciute come i luoghi più celebri riceveranno una grande attenzione in questi giorni. Il programma prevede delle tappe molto interessanti: ad esempio, ci si potrà addentrare nell’antica Fonderia Napoleonica Eugenia, il vero e proprio fulcro dell’industria metallurgica, ma non solo.

Archeologia industriale: l’Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Bivongi

L’archeologia industriale del nostro paese è davvero variegata, ma vi sono regioni ricche di testimonianze davvero significative: è il caso della Calabria e non è un caso che proprio di recente sia stato proiettato il documentario “Reggio e la belle époque: archeologia industriale calabrese”. Le industrie del nostro Mezzogiorno sembrano quasi essere state dimenticate dalla storiografia ufficiale, ma in realtà c’è molto da scoprire. La Calabria, in cui il settore primario ha sempre avuto un ruolo preminente, vanta un Ecomuseo di archeologia industriale molto interessante. Si tratta, nello specifico, dell’Ecomuseo delle Ferriere e delle Fonderie, il quale ha il compito di dimostrare la vocazione industriale di questa regione meridionale.

Le caratteristiche industriali della saldatura a rulli

Le caratteristiche principali della cosiddetta “saldatura a rulli” sono praticamente le stesse di quella a punti: nel dettaglio, vi sono degli appositi elettrodi a disco (i rulli appunto), i quali fanno avanzare il giunto e, mantenendo in maniera costante i pezzi in pressione, apportano la corrente necessaria. La distanza che intercorre fra i vari punti è variabile e dipende essenzialmente dalla frequenza delle pulsazioni successive della corrente stessa e della velocità periferica del disco. Si possono distinguere in questo caso tre tipi di saldature, vale a dire quelle continue (la velocità periferica è bassa in rapporto alla frequenza di pulsazioni della corrente in linea continua di saldatura), a punti spaziali (le velocità periferica è piuttosto elevata in relazione alla frequenza di pulsazione della corrente) e per schiacciamento (essa avviene su giunti a sovrapposizione limitata).

Resistenza dei materiali: la prova di durezza Rockwell

La prova di durezza Rockwell è una delle più importanti a livello industriale per testare la resistenza dei materiali. Questa prova si svolge andando a comprimere la superficie del materiale stesso da provare mediante un penetratore (costituito da una sfera o da un cono), sottoposto all’azione di un carico prestabilito e misurando l’approfondimento del penetratore stesso: la durezza Rockwell può essere determinate mediante il penetratore a sfera oppure con un penetratore a cono. Vi sono due specifiche formule in tal senso, rispettivamente ai valori 130 e 100 deve essere sottratto l’approfondimento del penetratore, il quale viene ad essere determinato secondo specifiche modalità.

Virgin Atlantic sfrutta l’inquinamento industriale per i suoi carburanti

La Virgin Atlantic Airways è uno dei principali vettori aerei del Regno Unito e dell’intero continente europeo, ma sta facendo parlare di sé negli ultimi tempi per una innovazione importante: chi avrebbe mai detto che l’inquinamento industriale sarebbe diventato essenziale per i rifornimenti di carburante della compagnia londinese? Ebbene, le cose stanno proprio così. In effetti, è stato appena annunciato un piano relativo alle rotte e ai voli commerciali che prevede l’utilizzo di un carburante sintetico basato principalmente sugli scarti delle industrie: si tratta, in pratica, di un metodo molto importante per inquinare di meno, visto che l’innovazione dovrebbe consentire di dimezzare le emissioni di anidride carbonica rispetto a quanto è capace di fare un tipico jet.